La redazione
SALERNO – Riceviamo e pubblichiamo le nuove considerazioni espresse dal prof. Aniello Salzano (già sindaco di Salerno e attuale commissario cittadino UdC) in merito al riutilizzo degli spazi giudiziari lasciati vuoti nel palazzo dell’ex Tribunale ed anche al riutilizzo di tutte le strutture esistenti nel centro storico e inutilizzate o sottoutilizzate.
Il Consiglio comunale recentemente con voto unanime ha ribadito al Demanio dello Stato la contrarietà ad ogni tipo di alienazione dello stabile ad uso privato dell’ex Palazzo di Giustizia.
Ritengo che la vicenda non vada assolutamente trascurata, altrimenti si rischia di compromettere i futuri progetti di eventuale utilizzo dello stabile.
Per quello che mi riguarda, dunque, supporterò con il mio costante impegno le soluzioni più razionali, appellandomi alla sensibilità dell’intera classe politica e alle Associazioni culturali che con sincero e disinteressato spirito civico da anni suggeriscono progetti di riqualificazione e di rilancio turistico del nostro splendido Centro storico, i cui palazzi ricchi di memoria, le viuzze e i vicoli devono ritornare a pulsare di fervida attività.
Questo è quindi il momento dell’impegno e delle decisioni, il momento delle scelte da cui può dipendere il futuro, lo sviluppo sociale, economico e culturale del nostro Centro storico: può sprigionarsi un processo a catena in grado di innescare la valorizzazione dei suoi tesori artistici e un rinnovato progetto turistico incentrato sulla realizzazione al suo interno di percorsi che esaltino la storia millenaria e la tradizione culturale che racchiude.
Tocca a noi stavolta cogliere l’occasione per riattare alcune strutture in stato di degrado e di abbandono destinandole ad attrattori culturali, sottraendo altre alle attuali destinazioni che niente hanno a che vedere con la loro antica storia.
Può diventare concreto l’obiettivo, che indica per es. l’Associazione Ali per la città, “della trasformazione del Centro storico in un vero contenitore di ricchezze materiali e intellettuali se si vuole giustificare la permanenza dei turisti per più di mezza giornata”.
Perché un simile progetto si realizzi è necessario però sostenere con coraggio alcune idee: trasferire da Largo San Tommaso, e quindi dallo storico Convento di Santa Maria della Mercede, il TAR e il Tribunale dei Minori nel vecchio Palazzo di Giustizia che, tra l’altro, è più facilmente raggiungibile e gode di spazi più razionali.
Il Convento di Santa Maria della Mercede può senza dubbio alcuno costituire il polo culturale di cui la città è priva: accogliere la Biblioteca provinciale, attualmente decentrata e di difficile accesso, il Museo virtuale della Scuola medica salernitana, semmai le “Ceramiche di Tafuri”, oggi neglette e una vasta area espositiva nella quale ricostruire la storia della città grazie ai tantissimi reperti rinvenuti nel corso degli anni, significa realizzare un vecchio sogno, il “Museo Urbano Salernitano”, il MUSA.
Un’operazione simile concretizza in quel sito il “Quadrilatero di Arte e Cultura”, il progetto per il quale da anni si battono alcune meritevoli Associazioni culturali e in particolare Alfonso Malangone, un inguaribile amante della storia del cuore antico della città. Tra il Museo provinciale, il Duomo con la sua splendida Cattedrale, il Museo Diocesano con le sue originali tavolette d’avorio, la Chiesa di San Pietro a Corte e Piazza Abate Conforti, si snoderebbe un nucleo magico di storia, di archeologia, di arte e di scienza.
Riportare la vita nei luoghi in cui la vita è nata, vale ad avviare un percorso di fiducia e di speranza.
F.to: Aniello Salzano