Dr. Pietro Cusati (giurista-giornalista)
Torino 7 marzo 2021. La fattispecie di colpevolezza soggettiva dei Sindaci e dei pubblici amministratori va profondamente rivista perché fa coincidere la responsabilità politica con la responsabilità penale il che è una mostruosità giuridica. Nei reati colposi la condanna è sempre una sconfitta per la società. La condanna a un anno e sei mesi con la sospensione condizionale della pena, della Sindaca di Torino, Chiara Appendino ed altri, per i fatti del 3 giugno 2017, di piazza San Carlo, durante la proiezione sul maxischermo della finale di Champions League, tra Juventus e Real Madrid, accusata di disastro, omicidio e lesioni colpose, per lei il P.M. aveva chiesto un anno e 8 mesi, ha dato luogo a un appello del Presidente dell’Anci, Antonio Decaro, per sollecitare il parlamento a una revisione del Testo unico degli enti Locali. Sul difficile ruolo dei Sindaci Italiani è stata aperta una sana discussione ,infatti, sono diverse migliaia le firme di Sindaci di Comuni piccoli e grandi Città di tutta Italia. Non una semplice iniziativa di solidarietà ma una chiamata all’azione.“Non chiediamo immunità o impunità – è scritto nell’appello – non dubitiamo del lavoro dei magistrati e rispettiamo il dolore dei parenti delle vittime. Ma domandiamo: possono i Sindaci rispondere personalmente e penalmente di valutazioni non ascrivibili alle loro competenze? Possono essere condannati per aver fatto il loro lavoro?” «È una decisione che accetto e rispetto, anche per il ruolo che rivesto». Così, in un post su Facebook, la Sindaca di Torino Chiara Appendino,«La tesi dell’accusa, validata in primo grado dalla Giudice, è che avrei dovuto prevedere quanto poi accaduto e, di conseguenza, annullare la proiezione della partita in piazza».«È una tesi dalla quale mi sono difesa in primo grado e che, dopo aver letto le motivazioni della sentenza con i miei legali, cercherò di ribaltare in Appello perché è evidente che, se avessi avuto gli elementi necessari per prevedere ciò che sarebbe successo, l’avrei fatto’’. «Questa tragica vicenda mi ha segnato profondamente. Quei giorni e i mesi che sono seguiti, sono stati i più difficili sia del mio mandato da Sindaca sia della mia sfera privata, personale. Il dolore per quanto accaduto quella notte è ancora vivo e lo porterò sempre con me.»«A questi sentimenti si somma anche una sensazione di amarezza. Perchè se è vero che la carica istituzionale che ricopro comporta delle responsabilità, alle quali non ho intenzione di sottrarmi, è altrettanto vero che oggi devo rispondere, in quanto Sindaca, di fatti scatenati da un gesto – folle – di una banda di rapinatori. Proprio sul difficile ruolo dei sindaci, sui rischi e sulle responsabilità a cui sono esposti, forse andrebbe aperta una sana discussione».«Siamo abituati a rispettare le sentenze, questa è una situazione che accettiamo un po’ con fatica perché la Sindaca ha dato un patrocinio a una manifestazione, punto». Così l’Avv. Luigi Chiappero, legale di Chiara Appendino: «Ci sono delle responsabilità vere in alcuni casi e ci sono responsabilità che sono di posizione in altri, e la responsabilità di posizione non è tanto di ordine penalistico ma di altri ordini. Non capisco perché ci sia tanta corsa a voler fare il sindaco, che diventa credo il mestiere più pericoloso in assoluto. Non credo giusto che un fatto che lo stesso consulente ha detto imprevedibile nella prima reazione debba essere pagato da chi ha deciso, con un atto politico, che una manifestazione si poteva fare». « Penso che vi sono dei fatti rispetto ai quali trovare una responsabilità può essere pericoloso perché sono fatti imprevedibili. Il panico di quella situazione è sicuramente un panico imprevedibile: nessuno l’aveva previsto, non c’è una circolare emanata dagli organi competenti che parlasse di evacuazione».Il 3 giugno del 2017, durante la proiezione della finale Juventus-Real Madrid, una banda di quattro rapinatori, armati di spray urticante, si introdusse in mezzo alla folla e lo spruzzò per rubare collane e orologi preziosi – ricorda la sindaca – Questo gesto scellerato scatenò il caos che portò a molti feriti e alla morte di due persone. I quattro sono già stati condannati a 10 anni per omicidio preterintenzionale, anche in appello. In un altro processo, la stessa Giudice ha condannato me (insieme ad altre 4 persone) a 1 anno e 6 mesi per una serie di reati colposi legati a quei fatti. È una decisione che accetto e rispetto, anche per il ruolo che rivesto”. “La tesi dell’accusa validata in primo grado dalla Giudice, è che avrei dovuto prevedere quanto poi accaduto e, di conseguenza, annullare la proiezione della partita in piazza . È una tesi dalla quale mi sono difesa in primo grado e che, dopo aver letto le motivazioni della sentenza con i miei legali, cercherò di ribaltare in Appello perché è evidente che, se avessi avuto gli elementi necessari per prevedere ciò che sarebbe successo, l’avrei fatto. Ma così non fu.’’