Aldo Bianchini
SALERNO – Per tracciare i profili di una banca occorrono tanti e diversi elementi, per ricordare la storia di una banca è necessario ripercorrere i traguardi individuati e raggiunti, per giudicare il successo di una banca è opportuno valutare il progetto generale che passa attraverso la professionalità dei suoi addetti e la capacità organizzativa (il famoso modulo di lavoro) dei vertici decisionali. Solo così una banca può raggiungere gli obbiettivi posti a fondamento della sua azione di crescita nel contesto di un mondo, quello della finanza economica, che si muove quasi sempre soltanto nel solco dell’interesse.
Ma c’è un altro elemento, non meno importante degli altri, che attiene la vera genesi di una banca che vuole essere definita “banca – banca” e che, non trascurando il problema dell’interesse attraverso la raccolta degli investimenti e dei risparmi, guarda con interesse (scusate il bisticcio di parole) all’opera di distribuzione del credito a tutto vantaggio del territorio di prossimità sul quale opera l’istituto bancario per lo sviluppo e la crescita economica, imprenditoriale occupazionale.
Ebbene, tutti questi elementi (che sono soltanto una parte di una costruzione bancaria) a mio modo di vedere li possiede sul nostro territorio provinciale, regionale e interregionale, l’ex Banca di Credito Cooperativo Monte Pruno di Roscigno e Laurino che da qualche tempo, nel consolidamento della sua azione operativa, è fregiata del titolo definitivo di “Banca Monte Pruno”.
Un traguardo raggiunto con una politica dei piccoli passi, piccoli ma solidi e ben radicati in realtà locali che spesso mutano l’aspetto in relazione alle esigenze dei rispettivi territori; la banca Monte Pruno fin dalle origini (ormai ultracinquantennali) non ha mai fatto niente a caso o sull’onda di un successo temporaneo che poteva mutare nel tempo; tutto è stato studiato alla perfezione sia sul piano squisitamente operativo ma anche su quello dello svecchiamento delle risorse umane che mano a mano sono state sostituite da eccellenti professionalità reperite non soltanto alla Bocconi di Milano ma anche nelle varie realtà bancarie locali e generali.
Ecco perché nel titolo di questo articolo ho scritto di rilanci e riconferme e non soltanto di speranza; l’ho fatto con la convinzione che tutto quanto fin qui scritto non è altro che la narrazione degli elementi che costituiscono una “banca – banca” per la quale ha lavorato una vita intera un uomo soltanto che ha, per tutti, un nome e un cognome: Michele Albanese; un personaggio che è sufficiente citare soltanto per nome e cognome per capire subito chi è, come si muove nel sociale, come opera nel mondo del credito e, soprattutto, come manifesta la sua innata umiltà e la sua riconosciuta umanità.
E proprio Michele Albanese (che è e resta il direttore generale della Monte Pruno), con il suo intervento pubblico di fine anno 2020, mi ha fornito gli spunti necessari per scrivere queste considerazioni.
“Un anno da dimenticare ed uno per sperare”, scriveva proprio così Michele Albanese il giorno dell’antivigilia del Natale 2020 e mai parole, penso, sono state più vagliate e sentite di quelle; anche perché sono figlie di una specifica peculiarità di Albanese collegata alla profonda conoscenza della “sua banca” per la quale ha mangiato pane e insegnamenti fin da ragazzo.
A questo punto, però, è opportuno riportare per grandi linee il messaggio di fine anno sopra descritto: “”Si sta per chiudere un anno che tutti sperano resti solo un flebile ricordo. Non credo sia il caso di nasconderci dietro le parole ma è stato, nostro malgrado, un anno da dimenticare. Lo sforzo, però, in questo momento, è quello di non essere pessimisti e guardare al domani con maggiore fiducia, sperando che il nuovo anno possa ridarci ciò che nel 2020 ci è stato tolto. L’arrivo, ormai prossimo, del vaccino, ritengo, che sia la notizia migliore per cominciare a scorgere la luce in fondo a questo terribile tunnel, mettendo da parte, oltretutto, l’ingiustificata frangia dei negazionisti che, spesso, preoccupa tanto quanto il virus stesso. Se tutte le previsioni saranno rispettate e non ci saranno ulteriori intoppi, durante il prossimo anno, tante cose saranno definitivamente alle nostre spalle … Sarà una lezione per tutti se riuscissimo a leggere ciò che è stato con occhi maturi ed attenti, altrimenti sarà l’ennesima occasione persa e ripartiremo con il consueto egoismo umano e senza responsabilità per i nostri figli e per i nostri nipoti. Io sono fiducioso e ci credo; chiedo anche a Voi di esserlo””.
E l’anno che è arrivato si appalesa carico di successi per la Banca Monte Pruno; in questi ultimi mesi è stata superata quota 20 tra filiali, sedi distaccate e sportelli aperti tra la Campania e la Basilicata; e addirittura fra qualche settimana dovrebbe essere aperta la filiale di Cava de’ Tirreni che saluterà l’ingresso della Banca Monte Pruno nel cuore della “piccola Svizzera salernitana” piena di attività produttive e di risparmi. Un successo che merita la Monte Pruno, che merita la sua diffusa funzionalità, la riconosciuta professionalità dei suoi dirigenti e addetti, e soprattutto il suo pigmalione Michele Albanese.
Una banca che fa la banca….una banca amica…