Aldo Bianchini
SALERNO – In questi ultimi mesi ho scritto spesso in merito all’alta velocità, sia quella su ferro che su gomma. Su questi due antitetici sistemi di trasporto pubblico (almeno per quanto riguarda la nostra regione e la nostra provincia) le scelte della politica sono state confuse e scellerate nel migliore dei casi; confuse e scellerate perché decise e progettate da una o l’altra parte politica in netto contrasto con l’una o l’altra. Un vulnus che vediamo ogni giorno manifestarsi a Salerno, a Battipaglia, nel Cilento, nel Vallo di Diano, nella Valle dell’Irno o in quella del Sele, come in altre zone del comprensorio provinciale.
Questo quadro generale l’ho descritto molte volte e già da qualche anno; fortunatamente negli ultimi mesi l’appello è stato raccolto. Ma non dalla politica, bensì dalla cultura; e quando si muove la cultura tutto si smuove fin dalle fondamenta.
Ha iniziato la corsa in avanti il dr. Stefano Antonello Aumenta con l’articolo “Sognare ad occhi aperti … aspettando il risveglio del Vallo di Diano” e subito un altro uomo di cultura, il prof. Nicola Femminella ha dettato (sempre da questo giornale) una sorta di dodecalogo sulle aspettative del valdianesi, che per certi versi sono simili a quelle di altre zone interne o rivierasche della provincia di Salerno. Due uomini di cultura, lontani dalla politica attiva, che hanno smosso le coscienze di molti, soprattutto di tanti politici.
Ed hanno anche scatenato una sorta di corsa in avanti di alcuni politici del salernitano: gli on. Marzia Ferraioli e Piero De Luca con il senatore Francesco Castiello (con tre rispettive interrogazioni parlamentari), i consiglieri regionali Corrado Matera e Tommaso Pellegrino; per finire all’ex deputato Simone Valiante che (seppure bidonato alle elezioni regionali) in difesa del suo territorio cilentano ha già gridato allo scandalo; gli amministratori valdianesi, invece, dormono sonni tranquilli; ed anche l’apprezzato intervento del dr. Giancarlo Guercio (sindaco di Buonabitacolo) al quale mi permetto di suggerire maggiore cautela; di audizioni ne abbiamo viste tante negli ultimi decenni e questa dell’a.d. di RFI Vera Fiorani mi sembra una delle tante inutili audizioni del passato.
E finanche associazioni locali quali quelle “Pro Ferrovia e Pro Alta Velocità” con il “Distretto turistico del Golfo di Policastro” e “Assoturismo di Vibonati” (posizioni sbandierate dai media, come se queste associazioni locali avessero un peso condizionante sulle grandi scelte strategiche per i trasporti veloci di questo Paese in relazione alle grandi vie di comunicazione europee). E c’è stato finanche un post su FB di un cittadino comune (credo !!), tale Alfonso Malangone che in merito all’incompiuta Fondovalle Calore ha giustamente scritto: “Bene, bravo davvero. Peccato che aveva detto che sarebbe stata aperta a Maggio 2019, mancavano 300 metri nel 2020, era stata completata a dicembre 2020. Bene. Bravo davvero. Ho sempre pensato che i politici fossero insuperabili in tutto. Questa è una prova ulteriore. Bene, bravo davvero”.
In questi ultimi anni, dopo aver scritto tanto ed aver letto anche tanto (cosa che i politici non fanno, loro leggono soltanto quello che dettano alle testate giornalistiche), ho maturato la convinzione che tutti quelli che intervengono su questo enorme problema dell’alta velocità (ferro e gomma) non sanno niente, o quanto meno sanno pochissimo, di tutto ciò che è avvenuto negli anni 80 quando furono fatte le grandi scelte politiche sull’alta velocità.
Per ragioni di spazio e per consentire una più agevole lettura, oggi mi fermerò a descrivere per grandi linee i due grossi progetti sui trasporti su ferro, su gomma e sul mare.
Alta velocità ferroviaria:
Nei primi anni ’80 il consiglio di amministrazione delle FF.SS varò il progetto dell’alta velocità dividendolo in due distinti interventi: il primo da Milano ad Afragola, e il secondo da Afragola a Metaponto con diramazione verso Reggio Calabria.
Da Afragola doveva partire il braccio di collegamento per Napoli e, successivamente, il braccio per Salerno che doveva partire dalla tratta Afragola-Metaponto nella zona alle spalle di Fisciano (ma dopo il Monte Serino).
Fino ad oggi è stato realizzato solo la tratta Milano-Afragola; va da se che l’alta velocità si ferma li. Tutto il resto è da inventare se si vuole lasciare il vecchio percorso Afragola-Metaponto-Reggio e deviare l’alta velocità verso Salerno-Battipaglia-Praia passando per il Vallo di Diano o per il Cilento.
Un progetto faraonico da restringere, a mio avviso, nel mondo dei sogni. Poi la politica può fare di tutto e nulla impedisce di creare una ferrovia volante tra Salerno e Reggio Calabria.
Alta velocità autostradale:
Se per l’alta velocità ferroviaria quasi tutto la progettualità apparteneva alla Democrazia Cristiana, quella relativa al riammagliamento autostradale faceva capo al rampante Partito Socialista che in quegli anni cresceva a dismisura nei consensi.
Allora per la provincia di Salerno il progetto, pensato e messo su carta dai tecnici che facevano capo all’ex ministro Carmelo Conte, partiva da Mercato San Severino con un raccordo autostradale che baipassava il nodo di Fratte per arrivare fino ad Eboli, dove si congiungeva sia all’autostrada Sa-Rc che alla nascente Fondovalle Calore. Quest’ultima doveva partire da Eboli per attraversare la Valle del Calore e giungere ai piedi di Piaggine da dove doveva aprirsi a due bracci, uno verso Atena Lucana e l’altro verso Vallo della Lucania. Si sarebbe così risparmiato anche l’enorme lavoro di ampliamento della SA-RC tra Eboli e Atena.
Ma in quel progetto c’era di più; tenendo conto anche dei trasporti aerei e marittimi aveva progettato il famoso “interporto di San Nicola Varco” su cui dovevano confluire i binari dell’alta velocità vera, la tangenziale di Salerno che doveva toccare anche il porto e l’aeroporto per creare una mega stazione di smistamento dei traffici e delle merci.
L’ex ministro Conte aveva visto giusto, ma il tutto gli fu impedito dall’ottusità di molti amministratori locali con opposizione politica e strumentalizzazioni giudiziarie. Ed oggi gli stessi a gridare allo scandalo dell’abbandono delle aree interne, del Cilento e del Vallo di Diano.
Ora ci sono deputati, senatori, consiglieri regionali, amministratori locali; insieme potrebbero indire una conferenza di servizi per superare le asprezze della contrapposizione politica e mirare alla risoluzione dei problemi.
Il Vallo di Diano è stato ingiustamente isolato per troppo tempo senza la ferrovia ed è stato scippato di servizi essenziali ,soppressione del Tribunale ,chiusura del Carcere,depotenziati di molti servizi sanitari e di tanti altri importanti uffici di pubblica utilità. Perseverare è veramente diabolico! Per l’amor di DIO ,solo tutti uniti ci possiamo salvare da un’ennesima beffa del destino, SOPRATTUTTO PER LE FUTURE GENERAZIONI. L’alta velocità, con una fermata, potrà finalmente collegare due comprensori, il Vallo di Diano e la Val D’Agri,senza togliere niente ad altri territori che hanno già la linea ferroviaria, anzi verrebbero rafforzati e valorizzati ancora di più.