dr. Pietro Cusati (giurista-giornalista)
Non c’è coesione sociale senza rispetto dei diritti e non c’è rispetto senza conoscenza. La legge 30 marzo 2004,n.92, ha istituito il 10 febbraio, quale ricorrenza nazionale ,il “Giorno del ricordo”, per conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati. Il Parlamento italiano ha ufficialmente riconosciuto il “Giorno del Ricordo” ,purtroppo per molti anni ignorata ,una pagina tragica della nostra storia. Un destino crudele per gli italiani dell’Istria, della Dalmazia, della Venezia Giulia, attestato dalla presenza, contemporanea, nello stesso territorio, di due simboli dell’orrore: la Risiera di San Sabba e le Foibe. Essere italiano, difendere le proprie tradizioni, la propria cultura, la propria religione, la propria lingua era motivo di sospetto e di persecuzione.Nell’autunno del 1943 e nella primavera del 1945,alla fine della Seconda Guerra e l’inizio della guerra fredda,migliaia di uomini, donne e bambini,innocenti ,inermi e incolpevoli, furono gettati vivi in cavità naturali solo perché italiani e centinaia di migliaia di nostri connazionali della Venezia Giulia, della Dalmazia e dell’Istria, furono costretti a fuggire e ad abbandonare le loro case e la loro terra, colpevoli solo di essere italiani. Il catalogo degli orrori del ‘900 si arricchiva così del termine di “infoibato”. E’ importante rafforzare nei giovani la consapevolezza della tragedia accaduta. Anche in questo periodo pandemico è opportuno che gli istituti scolastici si prodighino per un’adeguata campagna di sensibilizzazione ad illustrare nelle rispettive classi, il valore del “Giorno del ricordo” ed i fatti storici ad esso legati. È dalla scuola che si deve partire se vogliamo costruire una società in cui trovino attuazione i nostri valori costituzionali. Conoscere, approfondire il male che è stato e che può tornare, agire nel rispetto delle regole e dei diritti di ogni donna e ogni uomo, eliminare discriminazioni e garantire a tutte e tutti pari opportunità: la scuola è luogo del sapere. Ogni anno a partire dal 2005 è un’occasione per ricordare gli eccidi e per riflettere sui terribili eventi di quegli anni ,la commemorazione dei massacri delle Foibe e dell’esodo di migliaia di italiani dall’Istria, dalla Dalmazia e dalla Venezia Giulia tra la conclusione della Seconda Guerra Mondiale e il secondo dopoguerra, in cui migliaia di persone furono uccise durante la complessa vicenda del confine orientale. Oggi il vero avversario da battere è quello dell’indifferenza, del disinteresse, della noncuranza, che si nutrono spesso della mancata conoscenza della storia e dei suoi eventi. L’odio ,la vendetta, la discriminazione, a qualunque titolo esercitati, germinano solo altro odio e violenza. Il ricordo del nostro passato, anche delle sue pagine più dolorose, deve essere attivo, solo così possiamo fare in modo che il male non torni a imperversare nelle nostre comunità, che ogni giovane riconosca nel presente ogni forma di violenza, di discriminazione e di emarginazione e la contrasti con decisione. I crimini commessi non hanno alcuna giustificazione e le. ideologie totalitarie vanno condannate. I discendenti dei perseguitati portano nell’animo le cicatrici della vicenda storica che colpì i loro padri e le loro madri. Ma quella è la ferita di tutto il popolo italiano, che guarda a quelle vicende con la sofferenza, la solidarietà e il rispetto dovuti alle vittime innocenti di una tragedia nazionale, per troppo tempo accantonata.