Aldo Bianchini
NAPOLI / SALERNO – Ieri mattina, il più diffuso quotidiano della Campania, Il Mattino, ha sbandierato, naturalmente in prima pagina, quella che secondo detto quotidiano è una notizia clamorosa e degna, come dicevo, della prima pagina con titolone in grassetto:
“Mastursi, De Luca firma il decreto, 9mila euro al mese”
Lo stipendio o gli emolumenti stabiliti per l’esercizio di una funzione manageriale di un certo livello suscita scalpore e diventa una notizia clamorosa da prima pagina.
Niente di più sbagliato, almeno questo è il mio pensiero che esprimo, come sempre, in assoluta libertà.
A me non fa specie che un manager possa guadagnare 9mila euro lordi al mese per un totale, sempre lordo, di circa 115mila euro all’anno; quasi un’elemosina se paragonato ai veri stipendi d’oro dei tanti manager politici in giro per il Paese ed ammontanti a milioni di euro all’anno.
E nella fattispecie, cioè nella nomina di Nello Mastursi, non c’è nemmeno il dubbio sulla capacità professionale dello stesso, dimostrata negli anni e per tanti anni sempre nel “cerchio magico deluchiano”; ogni valutazione, nel caso di Mastursi, può essere fatta anche in anticipo, tanta è la sicurezza del risultato.
Ed è inutile anche sperare, come scritto da più parti, in un intervento dell’ANAC e/o del TAR, ma neppure della Corte dei Conti che nella specchiata linearità della vicenda non c’entrano niente.
Ma allora la notizia se non è il lauto stipendio concesso a Mastursi, qual è ?
Per saperlo bisogna riflettere soltanto un pò, cosa che non hanno fatto (e mi dispiace dirlo), oltre al giornale, neppure il senatore di Fratelli d’Italia Antonio Iannone e la capo gruppo Cinquestelle al Consiglio Regionale Valeria Ciarambino (quest’ultima ha invocato un ricorso all’Anac che giace nelle cantine romane da dicembre 2020).
La notizia c’è ed è grossa anche se è sfuggita a tutti: Vincenzo De Luca, udite udite, per la seconda volta soltanto nella sua lunga carriera politica, ha firmato direttamente un provvedimento così importante. E lo ha fatto, a mio avviso, perché lo ha ritenuto come un atto dovuto nei confronti della persona che gli è accanto da anni e per far capire a tutti che ha firmato un atto assolutamente legittimo ed a prova di qualsiasi aggressione giudiziaria. La storia che alcuni dirigenti della Regione non avrebbero voluto firmare l’atto è soltanto una speculare fake-news.
De Luca è un passionale, e quando ti è amico sa esserlo fino in fondo ed a tutti i costi; è un lucano verace, di quelli doc in tutto e per tutto. Per i lucani non ci sono mezze misure; e da lucano ha capito che cinque anni fa aveva sbagliato nello scaricare brutalmente Mastursi.
Dato, però, per scontato che non tutti ricordano è necessario riportare alla memoria l’unica altra volta (la prima) in cui De Luca firmò un atto direttamente e da solo, esautorando gli specifici poteri di qualche dirigente timoroso e forse incapace di svolgere al meglio il proprio ruolo; quella volta De Luca firmò un atto di nomina del suo ex braccio destro al Comune, ing. Alberto Di Lorenzo, assegnandogli la qualifica importante di “projet manager” per la realizzazione del termovalorizzatore comunale. Stava per andare a finire malissimo; De Luca fu rinviato a giudizio e condannato in 1°; condanna che determinò la decadenza da sindaco di De Luca e che stava per causare anche la decadenza da governatore nel 2015, con la sentenza della Scognamiglio che arrivò sul filo di lana a salvare capre e cavoli.
E sappiamo tutti che quella salvezza è dovuta soltanto ad un uomo: Nello Mastursi.