Addio a Emanuele Macaluso,giornalista ,politico, scrittore,sindacalista,aveva 96 anni, la politica fino all’ultimo è stata la sua dannazione, il Covid lo aveva immalinconito.

 

 

Dr. Pietro Cusati (Giurista – Giornalista)

 

Roma,19 gennaio 2021 .E’ morto stanotte a Roma all’Ospedale Gemelli,all’età di 96 anni, per problemi cardiaci ,aggravati dai postumi di una caduta, Emanuele Macaluso. Ha scritto il suo ultimo articolo il 21 ottobre 2920.Era nato a Caltanissetta il 21 marzo del 1924, fu esponente del Partito comunista sin dai tempi della clandestinità e venne chiamato da Palmiro Togliatti alla Segreteria divenendone uno tra i più giovani componenti. Il 1 maggio del 1947 fu tra i testimoni della strage di Portella della Ginestra quando il bandito Salvatore Giuliano sparò contro la folla uccidendo 11 lavoratori e ferendone molti altri. L’Aula del Senato  ha osservato un minuto di silenzio in memoria di Emanuele Macaluso. Il momento di raccoglimento è stato seguito da un applauso unanime dell’Assemblea in piedi. “Mi associo, a nome del governo, a questo ricordo del senatore Macaluso , ha detto il Premier Giuseppe Conte, credo che anche chi non ha condiviso le idee politiche possa condividere che è stato un grande protagonista della vita politica e culturale italiana”.Anche il Presidente del Parlamento europeo Davide Sassoli ha ricorda il politico scomparso: “Se non scrivo i miei pensieri mi sento morire”, ripeteva. E così Emanuele Macaluso ha lavorato, riflettuto, fino alla fine dei suoi giorni. Diciamo addio a un pezzo importante di storia della sinistra italiana. Storia politica, culturale, ideale nel senso più nobile della parola”. “Ho incontrato Macaluso solo negli ultimi anni della sua vita, apprezzando lo straordinario esempio di cultura, ironia, vis polemica. Un grande siciliano, una perdita per la sinistra italiana”, ha detto il commissario europeo all’Economia, Paolo Gentiloni. “Togliatti una volta mi spiegò: un uomo politico che non scrive è un politico dimezzato”.  Il primo pezzo a 18 anni nel 1942 sull’Unità ,Emanuele Macaluso ,giornalista ,politico,scrittore ,leggeva in continuazione,forgiato nelle lotte sociali per i braccianti sul campo,guidò i contadini nell’occupazione dei feudi,è stato sindacalista della CGIL,parlamentare per sette legislature,aveva criticato il compromesso storico con la DC, direttore dell’Unità, amico personale di Palmiro Togliatti,Giorgio Amendola ,Pietro Ingrao,Giancarlo Pajetta,Enrico Berlinguer, Leonardo Sciascia, Giuseppe Di Vittorio,Elio Vittorini.   “Togliatti passava per uomo freddo, ma era soprattutto timido”.  Togliatti lo chiamò a Roma nella sua segreteria nel 1963. Anni dopo, divise la stanza di Botteghe Oscure, la sede del Pci, con Enrico Berlinguer. “Berlinguer era capace di non pronunciare una sola parola per ore: io fui l’unico cui confidò che l’incidente stradale del ’73 in Bulgaria era un attentato”. In dissenso con Berlinguer,nell’aprile del 1982 Berlinguer gli affidò la direzione e il risanamento dell’Unità. ‘’Allora esisteva un modo di concepire la lotta interna che non è paragonabile a quel che accade oggi».Macaluso firmava i suoi sferzanti corsivi con l’acronimo Em.Ma,un rompiscatole intelligente e libero,la crisi della sinistra, a cui aveva dedicato la vita, lo crucciava. Emanuele Macaluso ,figlio di un manovale delle Ferrovie,comunista libertario e anticonformista, negli ultimi anni è stato uno dei commentatori più liberi e disincantati della politica odierna.Negli ultimi tempi aveva assunto un atteggiamento critico nei confronti della collaborazione del Pd con i Cinque stelle che riteneva subalterna: «Nel primo dopoguerra si affermò rapidamente l’Uomo qualunque, col simbolo della pressa che opprimeva il cittadino. Le analogie? Erano molto forti nel Mezzogiorno, si esprimevano con il “vaffa”, svalutavano il passato. Ma allora si sviluppò una forte lotta sociale e politica, polarizzata sui grandi partiti, Dc da una parte, Pci e Psi dall’altro. Il fenomeno qualunquista si esaurì: totalmente cancellato». Sul Corriere della Sera, Walter Veltroni scrisse :“Se in questo momento drammatico per l’Italia governo e opposizione trovassero, nel rispetto dei ruoli, uno strumento di permanente consultazione e condivisione delle scelte fondamentali? Ci sono contingenze, nella storia di un Paese, in cui le ragioni di parte dovrebbero essere superate dagli interessi generali”.Veltroni dice cose giuste rispose il 21 ottobre 2020, Emanuele Macaluso, ma a me pare che Walter Veltroni parla come se ci fossero ancora Togliatti, De Gasperi, Moro, Nenni, Berlinguer, La Malfa. Oggi quel mondo non c’è più.Quel che potrebbe essere possibile è avviare un dibattito tra le forze politiche, e all’interno stesso dei partiti, per valutare la situazione italiana e mondiale. A questo fine, trovare il modo di avviare un confronto pubblico coinvolgendo anche gli strati intellettuali e manageriali che hanno responsabilità sociali, e anche i sindacati. Bisogna cercare una via d’uscita.È ormai evidente che il governo attuale, con tutta la buona volontà del suo Presidente, non è in grado di guidare l’Italia in ore difficili come queste. Occorre, quindi, una maggiore convergenza di forze diverse, per trovare soluzioni possibili sul piano economico, sociale e anche su come affrontare la pandemia. Mi pare che non vi sia un’azione adeguata al cospetto della crisi. Occorre una maggiore consapevolezza per radunare le forze che possono dare un contributo e maggiore certezza al domani del Paese.
Vorrei sollecitare il Pd ad avere un’iniziativa su questo fronte dato che, in questa fase, sembra che amministri solo l’esistente e non costruisca il futuro’’.

 

 

One thought on “Addio a Emanuele Macaluso,giornalista ,politico, scrittore,sindacalista,aveva 96 anni, la politica fino all’ultimo è stata la sua dannazione, il Covid lo aveva immalinconito.

  1. Errata corrige:Ha scritto il suo ultimo articolo il 21 ottobre 2020.
    Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella,in un messaggio ha ricordato : «Scompare con Emanuele Macaluso una figura eminente della Repubblica,un protagonista della storia repubblicana e ha contribuito da politico e da intellettuale alla crescita democratica del Paese.L’impegno meridionalista è rimasto una costante del suo pensiero e della sua azione politica, con un orizzonte ampio e un senso forte dell’interesse nazionale.Giornalista e scrittore ha continuato a partecipare alla vita pubblica con spirito libero e critico.

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