Alberto De Marco
Amedeo Modigliani, soprannominato Dedo, nasce il 1884 a Livorno, ultimo di quattro figli, da Eugénie Garsin e Flaminio Modigliani, che pure appartenendo a famiglie borghesi e colte di origini ebraiche, sono incorse in problematiche di natura economica. Amedeo che ha manifestato precocemente, interesse per il disegno e per l’arte, all’età di 11 anni quando inizia gli studi liceali si ammala di una forma grave di pleurite, le condizioni di salute diventano nuovamente precarie nel 1898 all’età di 14 anni, quando sarà colpito dalla febbre tifoidea con complicazioni polmonari. In quel periodo che trascorre a letto, prenderà l’importante decisione di studiare seriamente e di dedicare tutte le sue energie al disegno e alla pittura. Le sue condizioni di salute nel 1900 presenteranno altre precarietà, si manifestò una pleurite acuta, che si trasformò in una malattia di maggiore pericolosità, la tubercolosi. I medici consigliarono la madre di farlo soggiornare in montagna per farlo beneficiare di un’area secca più indicata per la sua patologia, che diversamente lo accompagnerà per recarsi nelle città del centro sud : Roma; Napoli; Capri; Amalfi. Nel corso di quel piacevole e straordinario viaggio, visitarono importanti Musei, che risulteranno rilevanti per la crescita culturale ed artistica di Amedeo per apprezzare e stimolare maggiormente l’interesse per le opere dei pittori e degli scultori dell’antichità e per delinearne la sua coscienza artistica. Dopo il viaggio con la madre per seguire le forti pulsioni che avverte per l’arte si trasferisce a Firenze, dove si iscrive all’Accademia di Belle Arti per seguire la scuola libera di nudo, tenuta dal Maestro, Giovanni Fattori, il più autorevole dei pittori “macchiaroli”, affascinato da questo stile lo segue con particolare interesse, incominciando a formarsi artisticamente. Dopo avere soggiornato in Toscana, si trasferisce a Venezia, dove si iscriverà alla Scuola libera di nudo del Regio istituto di Belle Arti. In quell’ambiente frequentato da artisti internazionali, si conduceva una vita mondana, molto nociva alla salute, come altri artisti, fumava ed utilizzava hascis ed eccessi di alcolici; ed allo spirito con le sedute spiritiche. In questo periodo incontra l’artista cileno, Manuel Ortiz de Zarate, che lo introduce alla pittura di Cézanne e degli impressionisti, stimolandolo ulteriormente per la cultura francese. Quello scenario, Amedeo lo pregustava, come una sorte di anticamera di Parigi e pertanto gli si accentuava il desiderio di trasferirsi. E’ sempre più attratto dalle grandi opere classiche, bizantine, rinascimentali ed africane che si trovano nei Musei italiani. Il giovane Amedeo è un artista, orgoglioso di essere italiano, pure essendo particolarmente affascinato dalla tradizione artistica e culturale del nostro Paese, custodirà gelosamente nel suo cuore, questa attrazione nel corso di tutta la sua breve esistenza, per profondere il proprio impegno nel dualismo : di seguire la tradizione classica, manifestando altresì altrettanto interesse per l’innovazione, desidera provare il piacere di ritrovare i pittori rivoluzionari francesi e di alimentare la ricerca e la pulsione per una maggiore libertà nella creatività artistica, andrà a vivere soltanto nel 1906 con gli intellettuali e gli artisti in Francia a Parigi, meta ideale, dove trascorrerà tutto il resto della sua purtroppo breve ed irrequieta esistenza, prima a Montmartre e poi a Montparnasse. Amedeo pure essendo di carattere introverso ebbe diverse amicizie, ha sempre convissuto tra tradizione e innovazione. Nonostante avesse avuto rapporti con gli artisti che condividevano le principali correnti artistiche dell’avanguardia, rimaneva fedele nell’arte e nella cultura alla tradizione toscana e non rinnegava le sue origini italiane. Nella città di Parigi, dove Amedeo continuerà a frequentare gli ambienti artistici ed accentuerà quel modo di vivere insano e libertino, fumando ed usando sempre più alcol e droga. Seguirà le Mostre al Salon d’Automne di Gauguin e di Cézanne, che condizioneranno la sua arte. In verità anche l’arte di Picasso del cubismo influenzerà la sua arte, che ha avuto modo di conoscere personalmente, con il quale non c’è stato mai un buon rapporto, perché molto diversi caratterialmente. Amedeo parteciperà anche con le sue opere alle importanti Mostre e frequenterà anche altri ambienti artistici. Nella Scuola di Parigi, gli artisti erano animati da una libertà espressiva, scevra da condizionamenti religiosi, politici, nonché da qualsiasi tradizione nazionale, bensì da un impegno artistico profuso verso la modernità. I pittori e scultori che aderivano appartenevano a culture diverse e frequentavano nei primi decenni del diciannovesimo secolo i quartieri bohèmien di Montmartre e Montparnasse. Quei prestigiosi caffè e atelier, che erano praticati anche dai più autorevoli artisti; come Amedeo Modigliani; Pablo Picasso; Marc Chagall; etc… Le sperimentazioni creative, nonché quelle di linguaggio e culturali che gli artisti utilizzavano, impreziosivano altresì ulteriormente la cultura dei Paesi d’origine al loro ritorno.
Amedeo Modigliani realizzò con le prime opere piccoli quadri con ritratti ed acquisì soltanto successivamente il desiderio di fare sculture, che poi nel corso del tempo della sua vita produrrà parzialmente. La sua arte aveva una particolare tendenza emotiva per la libertà e una propensione per l’anticonformismo, presentava altresì una diversificazione di esperienze estetiche e culturali: dalla pittura di Cézanne e dei postimpressionisti, nonché di Munch, dei fauves, per i quali era fondamentale la semplificazione delle forme ed il colore, mentre non aveva rilevanza il significato dell’opera e tantomeno la prospettiva; e dei cubisti. Fondamentale per Modigliiani è stato l’incontro con lo scultore Constantin Brancusi per la sua ulteriore crescita artistica, gli fece apprezzare alcune sue opere, tecnica del taglio diretto, creando le forme direttamente nella pietra. Questo metodo che Amedeo ha immediatamente condiviso, purtroppo era particolarmente dannoso alla sua salute, perché aveva già delle patologie problematiche per la respirazione, che gli peggioravano ulteriormente le condizioni dei polmoni, attraverso le polveri dei marmi e dei calcarei, che sotto la veemenza dei colpi dello scalpello, nella forma di polveri sottilissime, si liberavano nell’aria. L’arte della scultura, che aveva intrapreso soprattutto dal 1909 per alcuni anni, lo inebriava più della pittura, ma per i suddetti motivi non poteva continuare a realizzarla negli ultimi anni della sua vita, come era suo desiderio. Quando per le condizioni di salute fu costretto ad abbandonare la scultura, trasferì la stilizzazione del modellato e l’intensa plasticità nelle opere che realizzava nell’arte della pittura. Nel 1922 anche dopo due anni dalla morte di Modigliani, in occasione della XIII Biennale di Venezia, dove erano presenti alcune sue opere, i critici italiani alle opere del pittore livornese, manifestarono le loro reazioni, in sintonia con quel “modus operandi”, di non apprezzare gli artisti del proprio Paese, diversamente dai critici di altri Paesi, come Francia; Inghilterra; Stati Uniti; che consideravano da tempo la sua arte e lo riconoscevano sempre più come un grande artista. Soltanto dal 1925 e negli anni successivi in particolare nel 1930, in occasione della XVII Biennale, dove vengono esposte numerose sue opere, finalmente anche dalla critica italiana gli viene tributato il giusto riconoscimento, il valore rilevante che meritano le sue opere; con una crescita esponenziale dopo la Mostra di Basilea del 1934 per raggiungere l’apice negli anni 1950. Modigliani l’artista che aveva una grande cultura e la capacità di trasmettere attraverso le immagini delle sue opere, gli stati d’animo delle persone che rappresenta e tutto quello che agli occhi umani non era possibile vedere. Un personaggio che ha sofferto per le sue precarie condizioni di salute e per la mancanza dell’affetto della figura paterna, che ha abbandonato il tetto coniugale quando Amedeo era ancora un ragazzo; un anticonformista che ha perseguito sempre la verità e la legalità, che ha vissuto nel corso della sua breve esistenza nella povertà e nella sregolatezza, decretando la sua morte, attraverso l’alcol, il fumo e la droga, anche se aveva compreso l’importanza del valore della vita, che si acquisisce attraverso la preparazione e la conoscenza culturale e con la trasmissione successiva agli altri di questi valori; che non riusciva a trovare nella ricerca della spiritualità, quella “medicina ideale” per la sua anima, quella della fede, ostacolata dalla sua intensa vita mondana e probabilmente dal cattivo esempio determinato dall’incoerenza dei rappresentanti religiosi e di coloro che li seguono perché a volte sono condizionati agli interessi economici e non al rispetto dei valori morali e tantomeno all’amore per il prossimo, Amedeo diversamente aveva una grande sensibilità. Come ha manifestato a Chaim Soutin, un altro artista anticonformista, che amava la libertà ed ha trattato come un amico fraterno, cercando di aiutarlo sempre, sostenendolo economicamente e proteggendolo anche dai colleghi, amici di Amedeo, che conducevano la stessa vita sregolata e libertina, che non gradivano Soutin, anche per le fattezze del suo viso brutto e tenebroso. Amedeo Modigliani, l’artista colto che apparteneva ad una famiglia borghese, ma che ha sofferto per le sue cagionevoli condizioni di salute e soprattutto per avere realizzato un’esistenza volutamente poco dignitosa, perché vissuta nella povertà, anche quando era apprezzato artisticamente ed aveva trovato finalmente il suo grande amore con la giovanissima Jeanne Hébuterne con la quale desiderava convolare a nozze, ma che non è stato possibile farlo per problemi burocratici, che condivideva allo stesso modo il suo amore e con la quale ha trascorso gli ultimi tre anni della sua vita. Modigliani anche in quest’ultimo periodo della sua vita, quando ha trascorso nel 1918, grazie al collezionista e sostenitore Zhorowschi, un viaggio in Costa azzurra con un lungo soggiorno, anche con i suoi amici e con la sua compagna Jeanne, che le darà una figlia, Giovanna, che Amedeo legittimerà prima della sua morte, continuerà a condurre una vita dissoluta. L’aria salubre quindi non poteva fare cambiare le sue condizioni di salute, ma influenzò soltanto la sua arte, stimolandolo ad un ritorno all’interesse pittorico per il paesaggio e con l’utilizzo di colori più chiari che determinavano una maggiore luminosità. Ritornando a Parigi la sua vita non poteva che concludersi nel modo più drammatico. Nonostante alcuni importanti riconoscimenti che seguirono con la partecipazione di alcune sue opere alla Mostra collettiva di Londra, nella quale fu riconosciuto come uno dei fondatori “dell’arte moderna”, al pari di altri autorevoli partecipanti, come Henri Matisse e Pablo Picasso, la sua vita non poteva che concludersi nel modo sconvolgente, a causa delle condizioni precarie fisiche e psicologiche, che facevano prevalere, la paura e la disperazione, esautorando ogni forma di gioia e di entusiasmo, mentre incominciava a prevalere il desiderio di ritornare nella sua città natia, forse con l’intenzione che si è trasformata in un sogno, di ritrovare quell’energia di potere finalmente controllare il male dell’anima con la fede, e quello del corpo, mettendo fine all’uso di quelle sostanze, distruttive della salute di qualsiasi essere umano, purtroppo non è riuscito a realizzarlo, ed il 22 gennaio 1920, dopo avere perso conoscenza, veniva ricoverato all’Hospital de la Charité, dove moriva il 24 gennaio senza avere ripreso conoscenza. La conclusione della vita del giovane artista, che è morto circa 6 mesi prima di compiere i 36 anni, non poteva che essere più drammatica, la tanto amata compagna Jeanne, che era al 9 mese di gravidanza, il giorno successivo, dopo avere visto il cadavere di Amedeo all’Ospedale, non riusciva a sopportare il dolore e alla giovanissima età di 22 anni, pose fine alla sua breve esistenza, gettandosi dalla finestra del quinto piano della casa dei suoi genitori. Amedeo Modigliani e la compagna, venivano seppelliti nel cimitero parigino del Père Lachaise, il più importante dei cimiteri, dove sono sepolti personaggi della cultura di grande rilevanza storica.