Aldo Bianchini – Angela D’Alto
SALERNO – Qualche settimana fa, scrivendo del Natale 2020, ho affermato che quello precedente del 2019 era stato un Natale molto bello e nella tradizione; ovviamente non potevo immaginare come sarebbe stato il Natale appena trascorso e mi sono limitato a dire che comunque, seppure diverso, sarebbe stato un Natale forse più intimo e certamente da ricordare.
E così è stato, al di là dell’assenza dell’albero in Piazza Portanova e delle luci d’artista che non sono state allestite; contrariamente a quanto un po’ tutti avevano pensato qualche settimana fa ci siamo ritrovati nel pieno di un Natale molto più vissuto e più intimo degli altri anni; vissuto nell’intimità di tutte le nostre famiglie in maniera soft, contenuta, dando la precedenza ai rapporti interpersonali ed alle confidenze particolari che solo nell’ambito di una famiglia possono essere raccontate.
Nonostante tutto la città è stata tappezzata quà e là con piccoli alberelli, dodici in tutto, regalati dalla Coldiretti di Salerno che all’inizio aveva suscitato qualche perplessità ed anche qualche critica; forse perché al primo impatto sono apparsi troppo semplici ed anche piccoli in un contesto di palazzoni che li sovrastano. Alla fine, però, si è capito che questa volta, per la prima volta, sono state le persone ad avere la meglio sugli alberelli; persone che intorno ad essi hanno avuto la possibilità di una maggiore e migliore aggregazione.
Prima di passare a descrivere alcuni episodi che mi hanno colpito in questi giorni mi fa piacere ricordare come l’Amministrazione Comunale, attraverso l’assessore alla Cultura, Antonia Willburger, ha spiegato la scelta: “”L’obiettivo è evitare di posizionarli in luoghi che possano favorire assembramenti. Gli alberi saranno disseminati per tutto il territorio, inclusa la zona collinare. Già oggi, maltempo permettendo, dovrebbero far capolino in città. E nei prossimi giorni, poi, saranno ornati con luci e addobbi natalizi. Per dare un tocco di festa anche al centro di Salerno, uno degli abeti sarà collocato alla fine di via Velia, tra il corso Vittorio Emanuele e il lungomare””.
Naturalmente non è mancata la dichiarazione del sindaco Enzo Napoli, già ricandidato per una nuova consiliatura, che allunga lo sguardo sull’immediato futuro: “”Quando questa pandemia ci darà tregua, ci auguriamo in primavera, pensiamo a un rilancio turistico della città con una serie di iniziative e una serie di tavoli ad hoc che convocheremo di volta in volta, con specifico riferimento agli aspetti più attrattivi di Salerno, come il rinascimento del litorale. Per un rilancio turistico definitivo””.
Due episodi mi hanno particolarmente colpito in questi giorni.
Il primo è accaduto in Piazza Casalbore dove da qualche tempo un giovane pescivendolo ha aperto la sua fiammante pescheria. La mattina del 24 dicembre si sono presentati gli agenti della Polizia Municipale per controlli di routine (sarebbe interessante sapere se e quanti altri controlli sono stati fatti !!). Il giovane pescivendolo cerca di far valere le sue ragioni spiegando tutte le misure di sicurezza adottate mentre molti avventori stazionano davanti al locale in attesa del loro turno. Gli agenti sono inflessibili e sanzionano, con apposito verbale, tutto ciò che a loro parere è fuori regola. Alla fine, però, la nuova e più sgradita sorpresa; il pescivendolo si accorge che dai banchi di esposizione esterna mancano diverse cassette di pesce; qualcuno approfittando della situazione confusa ha pensato bene di trafugarle per riempire di pesci la sua vigilia di Natale.
Il secondo, invece, è un fatto sicuramente triste ma che rappresenta bene, in tutto il suo sviluppo, questo Natale sicuramente diverso da tutti gli altri che l’hanno preceduto. La mattina di Natale, 25 dicembre, su tutti gli spazi pubblicitari della città è comparso un a locandina funeraria per ricordare SHEILA, una bella cagnetta del centro storico, passata a miglior vita proprio nel giorno della vigilia mentre la città si era comodamente seduta a tavola per il gran cenone. Commovente anche l’epitaffio inserito sulla locandina: “Appena ti ho guardato negli occhi ho capito che saremmo state speciali. Il nostro non sarà mai un addio, nel mio cuore si farà sempre più grande il tuo ricordo e quando ci rivedremo sarà come non esserci mai perse. Ciao mia dolce Sheila”. Aveva 11 anni la bella Sheila e i suoi proprietari-familiari l’hanno ricordato con una iniziativa insolita ma dal grande impatto sulle coscienze di tutti quelli che gli animali li abbandonano invece di coccolarli.
Insomma, anche questo rappresenta un Natale diverso.