dr. Pietro Cusati
(Giurista – Giornalista)
Roma ,3 dicembre 2020 Effetto covid:occorre ripartire dal lavoro infatti il numero di occupati diminuisce , aumentano i disoccupati e calano gli inattivi nel mese di ottobre 2020 , il tasso di disoccupazione tra i giovani sale al 30,3% (+0,6 punti),per l’Italia ,secondo l’ISTAT, l’Istituto Nazionale di Statistica ,organo tecnico della pubblica amministrazione,si prevede una marcata contrazione del Pil,prodotto interno lordo, nel 2020 (-8,9%) e una ripresa parziale nel 2021 (+4,0%). Nell’anno corrente il tasso di disoccupazione diminuirebbe (9,4%) per poi tornare a crescere nel 2021 (11,0%).Le ripetute flessioni congiunturali registrate tra marzo e giugno 2020 hanno fatto sì che, anche nel mese di ottobre 2020, l’occupazione continui a essere più bassa di quella registrata nello stesso mese del 2019 (-2%, pari a -473mila unità). La diminuzione coinvolge uomini e donne di qualsiasi età, dipendenti (-319mila) e autonomi (-154mila), con l’unica eccezione degli occupati over50, che crescono di 45mila unità per effetto della componente demografica. Il tasso di occupazione scende, in un anno, di un punto. Nell’arco dei dodici mesi, aumentano sia le persone in cerca di lavoro (+1,7%, pari a +43mila unità), sia gli inattivi tra i 15 e i 64 anni (+1,9%, pari a +257mila).Le polemiche tra il Governo e le Regioni alimentano sfiducia nei cittadini e proteste di piazza. I sussidi e la cassa integrazione che arrivano con molto ritardo scontentano i lavoratori che stentano a fare una vita dignitosa. Non servono le troppe chiacchiere sulle risorse del Recovery Fund che devono avere una destinazione concentrata sulle priorità essenziali indicate dalla Commissione UE. E’ una vergogna siamo un Paese dove per una infrastruttura viaria o ferroviaria superiore ai 100 milioni di costo il tempo medio di realizzazione non scende sotto i 15 anni,c’è bisogno di una riforma delle procedure della Pubblica amministrazione. Il Governo ricorre continuamente a commissari ,significa che le norme ordinarie non funzionano. La grande questione del lavoro Governo,Sindacati e Confindustria hanno una grande responsabilità, c’è un’esigenza salariale nel Paese, abbiamo gli orari più alti e gli stipendi più bassi d’Europa, frutto di leggi sbagliate: “Leggi che hanno favorito l’appalto e il subappalto, colpendo chi lavora e facendo concorrenza sleale tra imprese. Bisogna cambiare queste leggi. Serve un nuovo Statuto dei lavoratori e la riforma fiscale: il 94% dell’Irpef lo pagano lavoratori e pensionati.La pandemia ha colpito duro il mondo del lavoro italiano, ma per le donne ha fatto ancora di peggio: ha fatto precipitare una situazione già da emergenza nazionale. Linda Laura Sabbadini, direttrice centrale dell’Istat ricorda che “nel 2019 eravamo arrivati faticosamente a metà delle donne italiane occupate, grazie soprattutto a una forte componente di incremento del part-time involontario, penultimi nella classifica europea. Poi è arrivata la pandemia, il crollo dell’occupazione e le donne hanno perso più degli uomini, perché colpisce settori che occupano più donne”. Oggi quindi siamo a poco più del 48% di donne al lavoro, ma “la cosa grave – spiega Sabbadini – è che tra le 25-29enni siamo ultimi in Europa, con una tasso di occupazione del 45%, e lo stesso vale anche per le 30-34enni”. Una situazione “a dir poco disperata”. La pandemia, effettivamente, ha cambiato tutto, ma non ha migliorato le politiche di genere , l’occupazione è la vera emergenza di questo paese. Infine è stato pubblicato nella gazzetta ufficiale il Decreto legge 30 novembre 2020 ,n.157,cosiddetto decreto ristori quater che dispone nuove misure a sostegno di imprese e lavoratori di determinati settori.