Da Piera Carlomagno
(Resp. ufficio stampa Ordine)
In questi ultimi giorni la stampa locale ha riportato la problematica sollevata dai sindacati relativamente alla “legittimità delle mansioni” svolte dal Professore Mario Polverino, pneumologo in pensione, richiamato alle armi dall’ASL di Salerno nel periodo iniziale e più caldo dell’emergenza Covid 19 (i primi mesi dell’anno).
“A sottolineare la valenza del collega – dice il Presidente dell’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri della provincia di Salerno dottor Giovanni D’Angelo – basterebbe leggerne il curriculum, tenendo conto della sua lunga docenza universitaria e della sua attività storica svolta anche nell’Ospedale di Cava dei Tirreni; e del resto negli articoli che ne parlano, il Professore Polverino viene individuato come ‘noto professionista’”.
Ma il dibattito riportato dai giornali, punta a definire e chiarire il livello di autonomia nell’azione professionale di Polverino che, in accordo con la Direzione strategica della ASL Salerno, ha organizzato e guidato la trasformazione in Ospedale Covid del Presidio Ospedaliero di Scafati, dove esistevano da tempo strutture adibite alla terapia intensiva per pazienti con patologie polmonari gravi, attrezzandolo con risorse umane e tecnologiche fino ad 80 p.l. per malati Covid a diversa gravità.
“D’altra parte – sostiene D’Angelo – molte delle decisioni organizzative per combattere l’avanzata del virus nel nostro territorio, come molti sanno, sono state frutto di riunioni, cui hanno preso parte numerose figure professionali con nomine dirigenziali nella ASL, a riprova della collegialità e multi-professionalità degli atti.
Anche se l’Ordine non può valutare la “legittimità” degli atti, può esprimere un giudizio sulla professionalità e generosità, che hanno ispirato la condotta del collega, costantemente presente in Ospedale, assumendosi il grande rischio di questo momento, sempre disponibile al colloquio e alla collaborazione e pronto a spostarsi nelle varie postazioni Covid della nostra ASL.
Sono fiducioso – conclude D’Angelo – che questa divergenza tra valutazione di legittimità di atti e riconoscimento di qualità dell’operato assistenziale, possa ricomporsi nell’interesse prevalente dei pazienti, unico obiettivo della ASL, da raggiungere con piena collaborazione tra tanti validi professionisti”.