da Roberto Celano
(Capogruppo Forza Italia al Comune di Salerno)
SALERNO – In commissione trasparenza, il Presidente avv. Cammarota, che nelle precedenti adunanze aveva posto il problema, ha prodotto e condiviso una nota a firma dell’Ing. Micillo con la quale gli uffici attestano che i lavori relativi al trincerone Est sono ben lungi dall’essere completati e che, contrariamente a quanto asserito in una recente intervista dell’assessore De Maio, l’opera, ormai attesa da decenni, non potrà essere a breve consegnata alla città nella sua interezza. In particolare diversi contenziosi tra l’Ente e le ditte appaltatrici, i cui motivi vanno compresi ed approfonditi, rallentano i lavori ed hanno frenato la realizzazione della seconda parte dell’opera ed in particolare lo sbocco su via Dalmazia. Ritengo, unitamente a diversi consiglieri di maggioranza (Guerra, Mazzeo, Natella) che pure, con differenti sfumature, si sono espressi in tal senso, che sia doveroso un chiarimento dell’assessore, i cui “pubblici impegni” sono stato smentiti dallo stato dei fatti rappresentato dai responsabili tecnici dell’Ente. Vanno chiariti alla città i motivi dei ritardi, a quanto ammontava l’iniziale stanziamento di spesa, la reale destinazione delle somme stanziate, quali motivazioni hanno causato modifiche progettuali durante il corso dei lavori che hanno fatto lievitare l’iniziale stanziamento di oltre il 30% e le ragioni che hanno indotto ad avviare contenziosi con le ditte appaltatrici. La città deve sapere verità e non racconti “favolosi” che, a quanto pare, mal rappresentano inerzie, ritardi e forse errori che si protraggono da decenni.
Roberto Celano – capogruppo FI Salerno
Trovo molto singolare la vicenda di questa sorta di mini circonvallazione interna che, posizionata in prosecuzione del tratto occidentale già da tempo aperto al traffico, dovrebbe apportare sensibili benefici per lo snellimento del traffico cittadino.
E non tanto per i continui ritardi che ha accumulato nel corso degli anni, per gli incrementi dei costi dovuti sia per varianti progettuali, e per i conseguenti contenziosi con le ditte titolari dei lavori.
Di tratta infatti di specificità che da tempo contraddistinguono le opere pubbliche in Italia. Ci abbiamo ormai fatto l’abitudine e ci sembrerebbe di assistere a un miracolo se fosse il contrario. Infatti la ricostruzione del ponte Morandi a Genova è apparsa a tutti come una “mosca bianca”.
Invece, l’aspetto che trovo sorprendente è il comportamento delle pubbliche autorità nel dare l’annuncio del fine lavori e quindi dell’inaugurazione dell’opera.
Se la memoria non mi inganna, l’anno scorso fu annunciato il “lieto evento” prima per settembre e poi per la fine di dicembre 2019. Naturalmente si trattava di un “falso allarme” colpevole la confusione di almeno 365 giorni nel computo dei tempi. Ora si scopre che i giorni di attesa saranno ancora tanti.
Di fronte ad una situazione di tal genere c’è da chiedersi: ma i responsabili del procedimento, nel dare informazioni a chi ha la gestione politica dell’opera circa lo stato di avanzamento dei lavori, bleffa, oppure vuole compiacere il suo superiore, oppure non è in grado di fare una realistica valutazione dei tempi residui?
In ogni caso si assiste ad una dimostrazione di irresponsabilità da una parte e di leggerezza, abbinata a mancanza di necessarie controverifiche, da parte del responsabile politico titolare della comunicazione al pubblico.
Sono proprio episodi di tal genere che fanno perdere la fiducia nei responsabili della cosa pubblica e ne minano la credibilità.