Articolo estratto dalla rubrica settimanale “Economia & Finanza” pubblicata sul sito di informazione www.ondanews.it
Sempre più in voga i pagamenti elettronici a discapito dell’utilizzo del contante.
Ad incentivare la digitalizzazione è lo stesso Governo che, al fine di contrastare l’evasione fiscale, premia coloro i quali prediligono questa forma di pagamento con il Bonus POS 2020.
A partire dal 1° luglio, infatti, il D.L. 124/2019 (c.d. Decreto Fiscale 2020) ha istituito un credito d’imposta a favore degli esercenti attività d’impresa, arte o professioni, pari al 30% delle commissioni addebitate per le transazioni effettuate mediante carta di credito, di debito o prepagate, nonché con altri strumenti di pagamento elettronici tracciabili, nei confronti dei consumatori finali.
Nello specifico, le commissioni in questione sono quelle relative ai costi applicati sul transato e/o i costi fissi, incluso il canone di locazione per la fornitura del POS.
La condizione per poter beneficiare del c.d. Bonus POS è che gli esercenti, nel corso dell’anno d’imposta precedente a quello di riferimento, abbiano conseguito ricavi e compensi per un importo non superiore a 400.000 euro.
Gli esercenti non sono tenuti ad alcun adempimento nei confronti del Fisco. Sarà cura dei “prestatori di servizi di pagamento”, ossia della Banca, provvedere alla segnalazione mensile (entro il ventesimo giorno successivo al periodo di riferimento) verso l’Agenzia delle Entrate dell’elenco delle transazioni effettuate e le informazioni relative alle commissioni percepite.
Una volta ricevuta conferma dell’esattezza del flusso informativo trasmesso, la Banca provvederà a rendicontare agli esercenti i rispettivi dati, al fine di poter utilizzare il credito loro spettante, esclusivamente in compensazione mediante modello F24, già a decorrere dal mese successivo a quello di sostenimento delle spese.
Atteso che la normativa prevede che la modalità di trasmissione dei dati agli esercenti avvenga esclusivamente per via telematica (Internet Banking o PEC), risulta essenziale che questi ultimi siano provvisti di una stazione InBank con servizio Infob@nking, grazie al quale saranno avvisati automaticamente dei dati inviati ed accettati dall’AdE.
Sempre a partire dal 1° luglio, altro aspetto del Decreto Fiscale da non sottovalutare, che inevitabilmente indirizza ad un utilizzo maggiore della moneta elettronica, è il nuovo limite al trasferimento di contanti, riducendo il valore soglia dagli attuali 3.000 a 2.000 euro. Limite, tra l’altro, destinato a scendere ad euro 1.000 nel 2022.
Il credito d’imposta riconosciuto va riportato nella dichiarazione dei redditi relativa al periodo d’imposta di maturazione dello stesso e in quella degli anni successivi, fino a quando se ne conclude l’utilizzo.
Si precisa, inoltre, che lo stesso non concorre alla formazione della base imponibile ai fini delle imposte sui redditi, né del valore della produzione ai fini Irap.
Infine, è stato stabilito in capo all’esercente l’obbligo di conservazione per 10 anni di tutti i documenti relativi alle commissioni addebitate dalla Banca per le transazioni eseguite con strumenti di pagamento elettronici.