Aldo Bianchini
SALERNO – Correva l’anno 2017, addì 23 del mese di dicembre, e in un “salone del gonfalone” affollato di stampa melensa prendeva la parola il sindaco arch. Enzo Napoli per annunciare una vera “cascata di denaro pubblico” per avviare, completare o restaurare diverse opere pubbliche salernitane; un paio di settimane dopo aveva parlato il governatore Vincenzo De Luca che travolgendo il sindaco aveva annunciato una “cascata di smeraldi di denaro pubblico” per opere pubbliche ancora più faraoniche.
Entrambi, governatore e sindaco, annunciavano alla plebe osannante (come Cesare dall’alto della scalinata del Senato romano) che il tutto si sarebbe concluso in un triennio, cioè entro e non oltre il 31 dicembre 2020, cioè entro due mesi da oggi.
Per la cronaca vera i due politici avevano, nelle rispettive conferenze stampa, annunciato in maniera roboante ed autocratica che tutti i lavori pubblici si sarebbero conclusi nello spazio di tempo calcolato in 1.322 giorni necessari a coprire il triennio 1/1/2017 – 31/12/2020.
Ma quale fu l’annuncio del sindaco Napoli ?
“La giunta comunale di Salerno ha approvato il Piano triennale delle opere pubbliche 2018/2020 per un importo di circa 538 milioni di euro. Per il 2018 la somma disponibile è di oltre 274 milioni di euro di cui 48 milioni sono indicati come entrate acquisite mediante apporto di capitali privati. Nell’elenco del piano di opere pubbliche a Salerno l’amministrazione comunale guidata da Vincenzo Napoli ha incluso anche la realizzazione del nuovo cimitero urbano. Poi c’è la riqualificazione dello stadio Vestuti. Per l’opera i privati mettono a disposizione 20 milioni di euro per consentire la riutilizzazione dello storico stadio che ospiterà spazi per vari tipi di sport, ma anche spazi per incontri e tempo libero. Rientrano negli interventi urgenti anche la manutenzione straordinaria di tutti gli impianti sportivi e la riqualificazione dei campi di calcio De Gasperi, 24 maggio 1999 e Settembrino. Nel piano delle opere pubbliche a Salerno anche gli interventi di manutenzione alle scuole materne, elementari e medie. Novecentomila euro per ogni categoria di istituto in tre anni; vale a dire un intervento totale di 2 milioni e 700mila euro per rimettere a nuovo le scuole cittadine di competenza comunale nel triennio”.
Ma non e’ finita qui’ perchè al di là degli annunci di Enzo Napoli arrivò, come dicevo, nelle settimane successive all’annuncio in conferenza stampa nel palazzo di città, il proclama apodittico (se non proprio delirante !!) del governatore Vincenzo De Luca che sarebbe stato capace di rastrellare altri soldi pubblici per il prolungamento della cosiddetta ”metropolitana” (che non c‘e’ !!) fino all’aeroporto di Pontecagnano; mi piace rimarcare come il nostro assiduo lettore ing. Gaetano Perillo ebbe a commentare la notizia con un suo post: “La recente notizia che a livello ministeriale è stata riconosciuta l’importanza di prolungare la metropolitana cittadina fino all’aeroporto Costa d’Amalfi, con la conseguente approvazione di uno stanziamento di 125 milioni di €, conferma, se ancora ce ne fosse bisogno, che il trasporto su rotaia rappresenta il meglio di quanto attualmente si debba perseguire”.
Insomma per Salerno città nel triennio 2018-2020 dovevano essere spesi oltre 1.000 milioni di euro (più di 1 miliardo di euro) in opere pubbliche se al totale tra Comune e metropolitana aggiungiamo anche il nuovo mega ospedale il cui costo è previsto in non meno di 400 milioni dio euro.
Ma non finisce qui; a tutto bisognerebbe aggiungere anche l’aeroporto “Salerno – Costa d’Amalfi” sul quale il pentastellato Danilo Toninelli (ministro delle infrastrutture e dei trasporti dal 1° giugno 2018 al 5 settembre 2019), nel corso di una sua visita a Salerno, nel luglio 2019, l’aveva sparata più grossa di tutte quelle di De Luca messe assieme: “Dopo anni di inerzia una gran bella notizia. Ora la palla passa all’ente gestore dell’aeroporto perché possa e debba fare velocemente, entro il 31 dicembre 2019, tutte le gare di appalto per l’ampliamento di questo aeroporto” ed aveva promesso un’altra sventagliata di centinaia di milioni di euro.
“Una potenza di fuoco” fuori dal normale (per dirla alla Giuseppe Conte, che in fatto di balle non è secondo a nessuno) che doveva cambiare il volto di Salerno in 1.322 giorni.
Risultato ? niente di tutto quanto annunciato; ma avremo tempo per analizzare punto per punto e lavoro per lavoro ciò che non è stato fatto e neppure iniziato.
È noto come uno dei comportamenti negativi che maggiormente vengono addebitati a governanti e amministratori pubblici consiste nella loro incapacità di realizzare quanto essi stessi in pompa magna hanno annunciato di voler fare: “perché si tratta di opere improcrastinabili, perché si migliora la salute pubblica, perché si tratta di infrastrutture indispensabili, perché si da una spinta sostanziale al livello socio-economico di certi determinati settori, perché sono disponibili tutte le necessarie risorse economiche, perché sono già acquisite le previste autorizzazioni, perché … bla, bla”.
Viene anche annunciato un cronoprogramma indicante il termine delle singole iniziative e così chi legge o ascolta certe dichiarazioni trae la convinzione che finalmente qualcosa di buono è stato messo in cantiere.
Grande è quindi la delusione quando, pervenuti al dunque, si constata che uno o più programmi, grandi o piccoli che siano, non sono stati portati a conclusione o addirittura neppure avviati.
Eppure spesso tutto era stato presentato con proclami roboanti, ma poi era rimasto senza alcun seguito concreto.
L’aspetto negativo di tutto ciò, oltre alla mancata realizzazione di quanto annunciato, è rappresentato dal fatto che si assiste ad una reiterazione di simili episodi, anche perché nella generalità dei casi le reazioni delle controparti sono blande o poco incisive e spesso non intaccano neppure i consensi elettorali.
Il dr. Bianchini, dopo la disanima di quanto (non)eseguito in tema di opere pubbliche nel triennio 2017-2020, intende tornare sul tema ed analizzare “punto per punto lavoro per lavoro” gli stati di avanzamento (??) di ciascuna attività. Sarà sicuramente un esercizio molto interessante per constatare se e quali impedimenti sono sorti, vuoi per cause difficilmente prevedibili e immaginabili, vuoi per insipienza dei responsabili.
Era stata annunciata la realizzazione del nuovo cimitero; la riqualificazione dello stadio Vestuti; la manutenzione e riqualificazione di impianti sportivi e campi di calcio; gli interventi di manutenzione alle scuole materne elementari e medie.
Cosa ha arrestato il processo realizzativo di quanto annunciato? Forse l’influenza negativa della pandemia, prima e seconda fase? Non si può escludere quale concausa di impedimento, ma non può neppure essere invocata come motivo principale dielle disfunzioni determinanti.
Fra le opere ancora di la da venire era stato annunciato anche il prolungamento del collegamento ferroviario dell’attuale “metropolitana” fino all’aeroporto Costa d’Amalfi. Come qui ricordato, a suo tempo avevo espresso il mio compiacimento perché veniva finalmente riconosciuta l’importanza di una simile opera, che allora sembrava andare di pari passo con l’ammodernamento e il potenziamento dello scalo aeroportuale stesso e lo dotava di una infrastruttura indispensabile per agevolare arrivi e partenze dei passeggeri.
Purtroppo la malasorte del ritardo endemico non risparmia nessuno!!
Il ponte Morandi di Genova ha rappresentato una specie di “stella nova” nel firmamento delle realizzazioni pubbliche. Al punto che il completamento in tempi “normali” di quell’importante snodo della viabilità genovese viene ricordato come una rarità assimilabile a quelle registrate dagli astronomi all’apparire di una stella nova.
Per l’aeroporto era sembrato, dopo le parole addirittura di un ministro, che stesse per avvenire, per rimanere nella metafora delle stelle, quell’esplosione nucleare che, detto in termini elementari, da origine a una nova.
Purtroppo certi fenomeni avvengono a distanze siderali.
Per l’aeroporto Costa di Amalfi, anche per la presenza di forti movimenti contrari al suo potenziamento, sembrano ancora lontani i tempi in cui si potrà decollare e sarà possibile vedere un po’ più da vicino la volta celeste, magari avendo la fortuna immaginifica di assistere alla nascita di una stella nova.