Fate presto!

Angela D’Alto

(Opinionista politico)

 

Mi ricordo pochissimo del terremoto del Novembre 1980. La chiesa madre che oscillava, proprio di fronte alla mia casa di allora, e le campane che suonavano lugubri e stonate. Il fuoco, un disegno che provavo a colorare accanto a mamma che studiava, la corsa fuori di casa in braccio a papà. Le prime notti, mi raccontano, le passammo in macchina, nella villa comunale. Chi, come noi, era fortunato e aveva due macchine, prestava la seconda a chi non l’aveva , per farci dormire i bambini. Ricordo solo un grande falò centrale, la luna e una fetta di caciocavallo arrostito che mi portò ‘Zio Pasquale’. Quell’anno avevo iniziato ad andare all’asilo. La scuola dell’infanzia , insomma. Non ci andai più , nemmeno quando la riaprirono. I miei fratelli, molto più grandi di me, furono esonerati dal servizio militare. Eravamo ‘figli del terremoto’. I comuni più colpiti , quelli del cratere, furono devastati. Morti e case distrutte. Mia madre in quegli anni era dirigente scolastico in uno dei paesi che aveva registrato il più alto numero di morti. Mi racconta sempre della scuola crollata, di un sopralluogo, immediatamente dopo, tra le macerie, dei banchi sommersi da cemento e calcinacci e di anni, molti di quelli successivi, nei prefabbricati, tra spifferi e freddo di inverno e caldo rovente già in primavera.

Non voglio parlare della ricostruzione, e di tutto ciò che politicamente fu fatto di giusto o di sbagliato: delle speculazioni, dei ritardi. No. Non ora e non qui.

Ma mi ricordo , per averlo ritrovato tra i ritagli di giornale che papà conservava , il titolo del Mattino, all’indomani del terremoto: ‘FATE PRESTO!’.

Ogni volta che, nel corso degli anni, l’ho visto, ho letto in quelle due parole la disperazione, la paura, e mi sono sempre commossa pensando alla mia terra e a quel grido di dolore.

Quello che accade oggi mi ricorda tanto quel momento. Solo che le macerie non si vedono, i calcinacci non cadono, la terra non trema. Ma si sta sfaldando l’ umanità, e a cadere sono i calcinacci delle nostre certezze. Abbiamo paura, rivogliamo la nostra vita e non sappiamo nemmeno bene con chi prendercela. E stiamo perdendo, tutti, da chi ci governa a noi cittadini, lucidità, speranza e umanità . Per questo ora più che mai, mi torna in mente quel ‘FATE PRESTO’. Scienziati che lavorate al vaccino o alle cure , fate presto, perché queste macerie saranno ancora più difficili da rimuovere.

E non ci sono falò per scaldarsi, per condividere la paura , per aiutarsi .

Fate presto. C’è ancora la luna, anche stanotte.

 

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