Aldo Bianchini
SALERNO – Dalla “sceneggiata meroliana”, andata in onda sulle frequenze dell’ospedale L. Curto di Polla per quel famoso o famigerato macchinario (scientificamente POCT) utile per le analisi sul posto dei tamponi-covid, è nata un a stella: Michele Di Candia (sindaco di Teggiano e infermiere al Curto) che vive di luce riflessa del neo consigliere regionale Corrado Matera (avvocato).
Alla stella Di Candia è stata consegnata da Matera la chiave di gestione della sanità pubblica valdianese; l’esperienza non gli manca e neppure la copertura politica.
Saprà gestirla ?, per il momento gli è stata consegnata al termine di un’operazione veramente invidiabile sul piano politico, riuscendo a far arrivare nell’ospedale territoriale il famoso POCT che sembrava essere destinato al nosocomio di Roccadaspide.
Insomma il consigliere regionale Corrado Matera e il sindaco di Teggiano Michele Di Candia (un avvocato e un infermiere) senza l’aiuto di alcun medico hanno messo a segno un colpaccio politico da vero manuale e senza precedenti:
- hanno fatto fuori l’altro neo consigliere regionale Tommaso Pellegrino (si era agitato per qualche giorno !!) che incautamente aveva svelato il piano segreto e combinato Matera-Di Candia con quel comunicato intempestivo e fuori regola con cui annunciava che lui era l’artefice dell’arrivo del macchinario a Polla, e non altri;
- hanno praticamente baipassato il responsabile del centro Covid dr. Domenico Rubino al quale non hanno neppure detto dell’arrivo del macchinario; Rubino rimarrà a capo del centro-covid ?;
- hanno messo nell’angolo il direttore sanitario Luigi Mandia che sembra si stia già adeguando alla nuova realtà per non perdere il controllo dell’ospedale;
- hanno rifilato uno schiaffone professionale a tutti i medici e gli infermieri del P.O. pollese che fino a qui avevano fatto solo chiacchiere;
- hanno ridimensionato notevolmente se non azzerato il roboante vice sindaco di Roccadaspide Girolamo Auricchio che pur non avendo titolo aveva diffidato la Asl da trasferire il macchinario a Polla anche se il locale ospedale non risultava censito nella rete di emergenza (come aveva fatto credere Pellegrino).
Tra i due l’alleanza appare talmente rocciosa che l’ex assessore regionale non ci ha pensato neppure un secondo (dall’alto della sua umiltà che ho già descritta in un precedente articolo) a nominarlo suo delfino sul campo ed a concedergli l’onore della vittoria, che da oggi diventa anche un onere a carico dello stesso Di Candia che dovrà dimostrare nei prossimi mesi di aver meritato la vittoria e di saper gestire davvero la sanità pubblica valdianese, nell’attesa di una nuova promozione quando scadrà il suo mandato di sindaco..
Questa la versione ufficiale che emerge dalla sceneggiata valdianese; quella ufficiosa recita in maniera sostanzialmente diversa e, pur non discostandosi dall’eccellente risultato che Matera e Di Candia hanno portato a casa, prefigura immaginariamente congiure e tradimenti, vendette e ribaltoni, sgarri e rancori, sconfitte sperate e vittorie ingoiate. Di questo, però, è bene parlarne diffusamente in un prossimo articolo.
Da osservatore indipendente mi auguro che dopo l’indubbio successo strategicamente ben pianificato i due alleati (Matera – Di Candia) si convincano che da soli non si va mai da nessuna parte; capisco che poter gestire la sanità valdianese da soli è un grande richiamo e funziona come una molla per l’azione politica che si vuole mettere in campo. Così si può vincere una battaglia ma mai la guerra; e il Vallo di Diano ha bisogno di vincere la guerra che da oltre trent’anni costringe quel territorio a navigare tra quelli interni e di periferia abbandonata.
La nuova stella della sanità valdianese, Michele Di Candia, creata con un “coupe de foudre” dall’estro di Corrado Matera, deve capire che non può fare fuori tutti quelli che in un recente passato gli si sono messi contro (in politica come sul lavoro) e deve concedere l’onore delle armi agli sconfitti per cercare di allargare il fronte del consenso e per vincere altre battaglie.
Del resto sono usciti allo scoperto già quattro sindaci del Vallo (Luigi Vertucci, Sindaco di Atena Lucana; Giancarlo Guercio, Sindaco di Buonabitacolo; Giuseppe Rinaldi, Sindaco di Montesano e Massimo Loviso, Sindaco di Polla) per sollecitare “l’avvio di un dibattito politico-amministrativo nell’ambito degli enti comprensoriali del Vallo di Diano”; per potere insieme vincere altre battaglie “relative al Consorzio Sociale del territorio, alla mancanza di numeri ed omogeneità in seno al Consiglio generale della Comunità Montana, alla pianificazione sanitaria, alla gestione delle emergenze a livello comprensoriale, la partecipazione attiva di tutti alle battaglie a tutela del Vallo ed altro”; un dibattito necessariamente condiviso per evitare nella continuazione di scelte sbagliate non solo progettuali ma anche personali con le nomine spesso scellerate di personaggi che pensano soltanto ai propri interessi personali.
Il Vallo ha una storica e grande occasione per rilanciare la sua immagine attraverso i suoi due consiglieri regionali, appartenenti allo stesso schieramento di centro sinistra, che hanno l’obbligo di coagulare intorno ad un progetto comune il più ampio consenso possibile cominciando dai rapporti interpersonali che dovranno essere improntati alla lealtà per il bene comune valdianese.