Aldo Bianchini
SALERNO – Un giorno o l’altro smetterò di fare il giornalista, ben conscio che la cosa interesserà poco o niente, ma continuarlo a fare nelle condizioni di totale sudditanza in cui versa il mondo dell’informazione salernitana è davvero molto difficile. Per anni tutti i giornali e tutte le televisioni salernitane hanno predicato in tutte le salse che “Salerno è a rischio di infiltrazioni mafiose”, per anni tutti i giornali e tutte le televisioni hanno praticamente predicato ai quattro venti che a Salerno gli investimenti a rischio hanno ormai occupato il commercio e il grande commercio, per anni tutti i giornali e tutte le televisioni hanno praticamente dimostrato come in tutti i grandi appalti di lavori pubblici ci sono le infiltrazioni dei capitali provenienti dai “casalesi”, ebbene dopo tutto questo e dopo tutti questi anni di impegno adesso tutti stanno zitti e plaudono all’uscita tardiva e retorica del procuratore della Repubblica dr Franco Roberti. Il capo della Procura ha praticamente, in una sola frase, sintetizzato il lavoro di tanti giornalisti o semplici addetti ai lavori dicendo pressappoco così “Il territorio salernitano è a forte rischio di investimenti di capitali mafiosi” e nessuno, dico nessuno, che si sia preso la briga di ricordare al Procuratore che l’affermazione da lui enunciata (in grave ritardo ed a margine del convegno promosso da “Ius et gestio” sull’aggressione ai beni illeciti) è un’affermazione obsoleta che non porta nulla di nuovo nel dibattito sulla legalità e sulla sicurezza. Invece l’affermazione di Roberti è stata accolta come la scoperta dell’America, come se nessuno sapesse ancora che Salerno è preda da anni di napoletani e casalesi; e nessuno ha avuto il coraggio di dire o di scrivere che il procuratore Roberti (nonostante le sue buone intenzioni che nessuno mette in dubbio!!) ha scoperto davvero l’acqua calda. Certo, per carità con quell’affermazione dimostra di incominciare, finalmente, a conoscere il territorio anche se per farlo ci ha messo ben tre anni (si insediò nel gennaio del 2009). Sarebbe stato sufficiente che qualche collega gli suggerisse di passeggiare, ogni tanto, lungo il Corso Vittorio Emanuele per rendersi conto in quali mani sono ormai finiti tutti i grandi negozi e tutte le grandi attività commerciali che hanno fatto la storia di Salerno. Sarebbe stato sufficiente che avesse chiesto a qualche gestore commerciale fino a quale quota sono lievitati i fitti dei locali per rendersi subito conto che qualcosa di strano (almeno di strano!!) deve esserci dietro le luci delle vetrine. Sarebbe stato sufficiente dare un’occhiata ai fascicoli fallimentari o al bollettino dei protesti cambiari per rendersi subito conto, senza aspettare tre anni, in quali condizioni di invivibilità è piombato lo “storico commercio salernitano” dopo l’arrivo dei napoletani e dei casalesi. Sarebbe stato sufficiente spostarsi nella vicina Cava de’ Tirreni, antica capitale del commercio fin dai tempi della “pergamena bianca”, per rendersi subito conto qual è il tasso percentuale dell’infiltrazione di capitali napoletani sotto i mitici portici. Sarebbe stato sufficiente chiamare a raccolta i principali responsabili associativi del commercio salernitano, Bottiglieri – Gravagnuolo e Arzano, per capire subito l’entità della liquificazione degli investimenti indigeni a favore di quelli stranieri. Sarebbe stato sufficiente, insomma, far decollare fin dai primi giorni del suo mandato una seria inchiesta conoscitiva in materia per capire subito il livello altissimo di rischio che la città corre anche se l’apparente pacificazione mafiosa (in questo il Procuratore ha ragione!!) impedisce gli spari e la guerriglia che non portano da nessuna parte. E‘ chiaro che qui tutto tace, almeno fino a quando la leader-ship è in mani assolutamente consolidate che hanno prodotto, con l’afflusso di ingenti capitali, la decapitazione della “mala locale” a tutto vantaggio di quella esterna ed ancora occulta. La verità è che ci siamo adagiati tutti, anche la stampa che subito plaude alla prima battuta senza nemmeno rendersi conto di calpestare il suo stesso lavoro. Per queste ragioni è diventato davvero difficile continuare a fare questo mestiere in questa città. Ho semplicemente scritto quello in cui ho sempre creduto, ben sapendo che al di là di questo giornale difficilmente avrei potuto trovare ospitalità su altri organi d’informazione, purtroppo.
Io dico solo che quasi la totalita’ dei giornalisti Salernitani si devono inginocchiare al tuo cospetto. Pregiatissimo Aldo Bianchini !
Non trovare ospitalità nelle testate giornalistche e televisive Salernitane ci guadagni. Tu rimani sempre quello che sei. Un UOMO !