Il voto a Salerno città

 

Luciano Provenza (Avvocato – Giornalista)

avv. Luciano Provenza, presidente del "Salotto Gastronomico"

SALERNO – Il voto plebiscitario della città di Salerno per Vincenzo De Luca evidenzia l’amore viscerale che i cittadini nutrono per il Governatore. Il 75,08 per cento l’ha preferito a Stefano Caldoro. Una percentuale bulgara, segno della fiducia incondizionata dei cittadini verso Vincenzo De Luca. Quando sulla scheda elettorale c’è il suo nome, gli elettori salernitani restano ipnotizzati e appongono la croce quasi in modo automatico, come se non esistessero alternative. Quando c’è lui non c’è partita! Il dato recente assume ancor di più un valore significativo se si pensa alle politiche del 2018, che punirono fortemente il centro sx a beneficio dei 5 Stelle. Dopo appena due anni i pentastellati nella nostra città passano ad una percentuale irrisoria: appena il 6,19 per cento. Questo dato deve far riflettere anche sugli esiti del referendum. Infatti la vittoria del SI con il 69,09% dei voti non può essere attribuita ai 5 Stelle, che in città hanno avuto appena il 6,19%.

Il solito politologo di turno ha individuato nella gestione del Covid-19 il motivo principale della straordinaria vittoria del Governatore uscente. Non è così! Sicuramente ha inciso anche la pandemia, ma non in modo determinante. Anzi, sotto certi aspetti il Covid-19 ha inciso in senso contrario, penalizzando i politici che durante il lockdown hanno criticato sempre e comunque le scelte del governatore, strumentalizzando il virus politicamente. Il centro dx a Salerno ha ottenuto circa il 15% dei voti, percentuale che suggerisce, anzi impone un cambio capillare della classe dirigente. Salerno storicamente è stata sempre una città di destra e probabilmente l’unico uomo che ha incarnato gli ideali e i valori della destra sociale è stato proprio Lui, Vincenzo De Luca. In realtà, chi lo conosce bene, sa che il Governatore ha una personalità ed un modus agendi che poco si addicono ad una sinistra moderata, anzi talvolta la Sua personalità sembra rievocare il decisionismo di Benito Mussolini. In questi 25 anni di governo della città, De Luca si è avvalso della collaborazione di molti uomini, tra questi spicca il nome di Nino Savastano, assessore di lunga data alle Politiche Sociali. In queste elezioni regionali Savastano è riuscito nell’ impresa, veramente ardua, di prevalere su Nello Fiore, politico di razza, anch’egli radicato sull’intero territorio provinciale da molto tempo e con un bacino elettorale veramente invidiabile. Non me ne voglia il mio amico Savastano, ma la sua vittoria è da attribuire non solo alla sua persona, ma anche alla volontà del Governatore, che si è speso per lui a Salerno e provincia. Chi avrebbe mai pensato, prima delle elezioni, che più di 16.000 voti non sarebbero bastati a Nello Fiore per conservare il seggio a Palazzo Santa Lucia? Nessuno! Eppure è successo! L’armata deluchiana quando parte è inarrestabile! Nel comune di Salerno Savastano ha raccolto 5645 preferenze e proprio questo risultato gli ha consentito di superare Nello Fiore di circa 300 voti. Nino Savastano da solo vale molto di più in città di tutti i 5 Stelle messi insieme, che hanno raccolto complessivamente 3496 voti. Gli altri deluchiani di ferro hanno confermato il successo delle precedenti regionali: Franco Picarone e Luca Cascone sono stati rieletti con un ampio consenso. Rispetto al 2015, manca il nome di Enzo Maraio, frattanto divenuto segretario nazionale del P.S.I. , che ha preferito rinunciare al seggio sicuro per organizzare una lista competitiva. E ci è riuscito alla grande, aprendo le porte di Palazzo Santa Lucia ad un giovane brillante e capace come Andrea Volpe, da sempre impegnato nel sociale e uomo di spettacolo.

Nel 2021 si terranno le prossime elezioni comunali e i risultati delle regionali lasciano presagire un’altra schiacciante vittoria del sistema De Luca. In realtà, vi è anche da rilevare che alla grandezza di Vincenzo De Luca hanno contribuito le forze di opposizione, che si sono limitate in questi anni solo a criticare sempre e comunque, senza predisporre un valido e credibile programma alternativo. Quando non si riconoscono i meriti dell’avversario si perde di credibilità. Ricordo come in consiglio comunale molti oppositori, anziché proporre miglioramenti alle “Luci d’Artista”, hanno continuato per anni a definirle “lucette di paese” per sminuire un evento che, invece, ha condotto Salerno alla ribalta nazionale. Occorre una opposizione costruttiva che, partendo da quanto è stato fatto nella nostra città, faccia proposte per migliorarne la vivibilità e che la smetta di utilizzare sempre e soltanto gli stessi argomenti quali il nepotismo, le inchieste giudiziarie e la politica clientelare. La gente vuole sentire altro! Oggi viviamo in una città che negli ultimi anni ha vissuto fortemente, in certi periodi dell’anno, il fenomeno turistico. Allora si lavori su questo, non sminuendolo per demolire l’avversario, ma con proposte migliorative ed integrative. Sicuramente il comune presenta delle nevralgie, ma non per questo bisogna demolire l’intera amministrazione, anzi conoscendole si possono proporre valide alternative.

Ci vogliono programmi di facile lettura ed idee semplici e non battere sempre e comunque sul Crescent e sulle vicende giudiziarie ad esso legate. L’opera può piacere o non piacere, il politico non è un giudice e si deve limitare solo ad un giudizio sull’ opportunità e non deve fondare la propria opposizione sulle irregolarità o sull’eventuale sussistenza di reati.

Insomma, occorre un nuovo modo di fare opposizione, che coinvolga i cittadini con idee nuove e finalmente sviluppi un dibattito concreto. Perché i cittadini guardano i fatti: spiaggia di Santa Lucia, parco Pinocchio, parco del Mercatello, villa comunale ecc. sono siti fruiti quotidianamente dai salernitani. Ai cittadini poco importa che quella cooperativa abbia avuto l’appalto o che il Crescent non sia regolare nell’altezza. La comunità vuole ascoltare altro e vuole sempre e comunque nutrire la speranza di poter migliorare le proprie condizioni. Evidentemente Vincenzo De Luca impersona più di ogni altro l’espressione di Marco Pannella “Spes contra spem”: lui, a differenza di altri politici, si pone proprio come l’unica speranza. Si, perché Lui ha osato l’inosabile, in tempi difficili  ha prevalso contro tutto l’arco costituzionale, che gli aveva posto come avversario Alfonso Andria, si è sbarazzato di Bassolino, ha dilaniato una destra che contemporaneamente, anni addietro, disponeva della Regione, della Provincia e dei principali comuni salernitani, ha vinto contro tutto e tutti nelle precedenti elezioni regionali, imponendosi anche difronte alla inopportuna dichiarazione di Rosy Bindi sulla  Sua impresentabilità.

Questa è storia, tutto il resto è noia!

 

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