“SI, MA…!”

Michele Ingenito

ROMA – Rosica qua, rosica là, alla fine pare che l’abbiano spuntata loro. Ci riferiamo a quell’esercito di puntigliosi e salottieri osservatori della pubblica TV che, da giorni ormai, non facevano altro che sminuire l’operato dell’attuale governo-Monti; andando, così, ad amplificare con i loro distinguo, alle orecchie dei telespettatori, peli e pagliuzze circa le imperfezioni insite nella ricetta del professore: ossia, le liberalizzazioni. Come a dire, “sì, è vero, il pacchetto sembra” (già, sembra, sic. N.d.A.) “buono, ma…”. E via una sfilza di quelle imperfezioni che, anche all’occhio dei più distratti tra i telespettatori, sono lì per lì suonate come una inutile e stupida provocazione. E, invece, radi qua, radi là alle rivoluzionarie idee del primo mese, ascolta questo, ascolta quello tra i restauratori del mese successivo, alla fine il ‘povero’ Monti ha accorciato a tal punto la coperta, fin o a darla vinta a quei signorotti dall’aria indubbiamente snob e perfettina (sempre gli stessi nei grandi salotti TV del primo pomeriggio) e che ora paradossalmente irridono al parto del il topolino.  Vanificata, dunque, o quasi, quell’autentica rivoluzione economico-sociale e, per molti aspetti, culturale, che avrebbe significato la realizzazione in concreto di una diversa e auspicata filosofia della politica del fare nel disinteresse personale, nell’esclusivo interesse popolare. Cosa che, comunque, nessuno era riuscito a realizzare nei precedenti venti anni almeno. Qualche passo avanti indubbiamente c’è stato e non di poco conto. Se, finora, un giovane intendeva aprire una attività commerciale e/o imprenditoriale nella consapevolezza delle proprie capacità e spirito di iniziativa poteva certamente farlo. Purché avesse, però, i santi in paradiso; a cominciare da una famiglia facoltosa, se non benestante, meglio se impegnata politicamente e socialmente, con un proprio pacchetto potenziale (diretto e/o indiretto) di voti da investire al momento opportuno nel piatto dell’uomo politico di turno. Di queste astuzie si sono serviti nugoli infiniti di soggetti avvezzi ad usare il politico di passaggio, saltellando a piacimento ora su questo ora su quel ‘treno’; passano gli uomini di potere, infatti, resta lo sfruttamento che si continua a fare sui nuovi arrivi da parte di chi li sa usare. E, quindi, in barba e/o a prescindere dalle vere capacità di figli e figliocci, simili operazioni politico-imprenditoriali andavano puntualmente a buon fine. E non c’era bisogno di grandi progettualità. Tanto, incassata la logica dell’andazzo, il fenomeno si era diffuso a macchia d’olio, lasciandolo fermentare dal più piccolo dei comuni alle grandi realtà urbane, interurbane ed extra-urbane interurbane. Ora che questo decreto di 92 articoli ha in buona parte sradicato qualche logica del predominio in vasti campi del potere economico, sia pure solo punzecchiando, più che mordendo (ma è già qualcosa), caste e monopoli (farmacisti, notai, petrolieri, operatori di trasporti pubblici, costruttori stradali, ecc.). Un euro sarà sufficiente ai giovani dotati per aprire un’attività, senza dovere ricorrere, ad esempio, ai notai, e così via. Va da sé che  molte cose devono essere necessariamente riviste. E, in tal senso e per molti aspetti, il governo deve ridarsi una mossa che sia tale. Ce la farà? Riuscirà a “pestare i calli”, quelli grossi, ai poteri che contano? Siamo francamente scettici. Tuttavia, il tentativo e gli atti finora compiuti nel più generale contesto nazionale ed internazionale sono lodevoli, se non altro in termini di immagine. E non è autolesionismo, bensì legittima autocritica riconoscere che, se ci fosse sufficiente senso civico e civile, potremmo avere anche noi il notaio all’americana. Quella figura notevolmente diversa dalla nostra, molto più economica, incarnata dall’avvocato o dal pubblico dipendente. Ma chissà quante altre generazioni dovranno susseguirsi prima che anche nel nostro paese si sia in grado di ‘declassare’ i notai in stile italiano, sostituendoli con i meno economicamente fortunati, ma parimenti affidabili, colleghi americani. Con tanto di risparmio per tutti. Purtroppo, o per (nostra) fortuna, data la situazione in tema di coscienza civile e civica tuttora (in)esistente, il notaio in Italia è ancora una figura insostituibile; per una categoria che, tra poche, garantisce l’assoluta affidabilità e trasparenza delle proprie operazioni.  Per quanto ci costi e continuerà a costarci.

 

 

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