Maddalena Mascolo
CAVA de’ TIRRENI – Se c’è stato un sindaco negli ultimi vent’anni, ovvero per il dopo Fiorillo, che ha saputo tenere lontano l’amministrazione comunale di Cava de’ Tirreni dalle tumultuose fibrillazioni, questi è stato sicuramente Vincenzo Servalli.
La sua storia viene da lontano e non soltanto per fidelizzazione politica ma anche, se non soprattutto, per l’ottima capacità di gestione della “cosa pubblica” evidenziata lungo tutti i cinque anni del suo mandato sindacale giunto al capolinea.
Come è noto Servalli si ricandida per un secondo ed ancor più prolifico mandato al governo di una città, quella metelliana, che dopo un lungo periodo di declino ha ripreso, sotto la sua guida un trend positivo di crescita che certamente riporterà la città metelliana verso gli antichi fasti che la fecero definire dagli attenti economisti dell’epoca come “la piccola Svizzera italiana”.
Si ricandida Vincenzo Servalli “per amore di Cava” (questa la denominazione della principale lista in suo supporto) e per dare a tutti i cavesi risposte precise e ravvicinate su:
“Completamento Teatro Luca Barba; Realizzazione “app” per la promozione turistica e culturale; Recupero e rifunzionalizzazione del Castello di Sant’Adiutore; Recupero e rifunzionalizzazione dell’Eremo di San Martino; Valorizzazione e rifunzionalizzazione turistica del Parco di Diecimare; Polo sociale per la salute e la famiglia presso l’ex Asilo di mendicità; Parco urbano area ex prefabbricati alla frazione Santa Lucia; Parco urbano area ex prefabbricati a San Pietro”.
Questa esposta è soltanto una parte dell’ambizioso programma del sindaco uscente e ricandidato Vincenzo Servalli; un programma che non trascura il sociale e la cultura che a Cava sono da sempre due punti fermissimi; un programma che non dimenticherà neppure una grande ed articolata progettualità per i giovani che necessariamente passa attraverso una revisione complessiva e definitiva dell’impiantistica sportiva che registra come simbolo negativo il tanto decantato e atteso “palazzetto dello sport”.
Questo, in sintesi, il futuro preannunciato dall’attuale sindaco metelliano con un passato che, comunque, regge il confronto con il futuro.
Poco fa scrivevo di “fibrillazioni tumultuose” tenute sotto stretto controllo da Vincenzo Servalli, una capacità di mediazione che è già stata collaudata in passato con una vittoria clamorosa sulla inclemente burocrazia che aveva tenuto per decenni ferma al palo l’apertura del tratto di trincerone ferroviario per lo sbocco verso la Tengana; tutti gli altri sindaci prima di lui ci avevano provato, lui in vece ci è riuscito ed ha ridato al centro urbano cittadino quella vivibilità e quella sicurezza ambientale che mancava ormai da troppi anni. E non è ancora finito il grande lavoro che vedrà la naturale continuazione del trincerone.
Intorno a lui si sono mossi in concordata piena autonomia e nel massimo rispetto delle regole tutti i componenti della sua giunta ed anche tutto lo staff (ivi compreso un attento ufficio stampa) che quotidianamente lo ha seguito nel difficile lavoro di sindaco.
Ma la cosa più significativa, almeno a mio giudizio ed a giudizio di questo giornale, che Vincenzo Servalli ha saputo attuare e proteggere con forza e decisione, è stata la preservazione dell’identità specifica e generale del Comune di Cava de’ Tirreni e di tutte le sue componenti dagli assalti insidiosi da parte di una magistratura che nella sua autonomia e indipendenza ha, più volte, cercato di trascinare l’amministrazione Servalli in quel “verminaio” che qualcuno sostiene esserci nel “palazzo dei bottoni” della seconda città della provincia di Salerno.
Insomma Vincenzo Servalli è lanciato verso la riconferma a sindaco di Cava de’ Tirreni con i favori del pronostico; il giudizio finale spetterà soltanto agli elettori.