Buona Scuola: la riapertura e la sicurezza, due storie completamente diverse … il caso di Sala Consilina

 

Aldo Bianchini

SALERNO – Negli ultimi mesi, soprattutto in costanza di “coronavirus”, si è fatto un gran parlare di “sicurezza del lavoro” in via generale ed in particolare di “sicurezza nei cantieri di lavoro e nelle scuole”; dato per scontato che la scuola è un luogo di lavoro è necessaria qualche riflessione per cercare di zittire tutti quegli imbecilli che parlano a sproposito di sicurezza nelle scuole senza rendersi conto che così facendo renderanno quasi impossibile una riapertura delle stesse in sicurezza.

Ho già scritto che il continuo parlare a 360° della sicurezza ha fatto sì che la materia, particolarmente ostica e difficilmente risolvibile, abbia dato il via a spunti di polemica parossistica per sfociare in una semplice e incomprensibile “disputa più filosofica che pratica”.

Prima di andare avanti ritengo giusto pubblicare cosa mi ha scritto l’attento commercialista di Sala Consilina dr. Giuseppe Colucci in merito alla valenza del governo e dei singoli ministri: “”La presunzione dei ministri attuali e della forza politica che rappresentano, è tale da non fargli vedere il limite della loro ignoranza … Si rendono conto che il mondo reale è diverso dal loro mondo virtuale? Dove vivono? Perché non chiedono all’uomo della strada perché e come si scrive e si emana una legge?””. Questo per rendere l’idea in quale mondo politico e parapolitico ci muoviamo, senza voler tenere conto dell’aggravante Covid-19 che all’improvviso ha partorito centinaia e centinaia di tecnici e di scienziati; alcuni dei quali incredibilmente impegnati anche sul fronte della sicurezza.

Ho più volte detto che sicurezza è un termine troppo piccolo per descrivere un mondo assolutamente vasto, variegato e difficile; la sicurezza è appesa non solo alla staticità delle strutture scolastiche ma anche a come le stesse vengono gestite tra le prerogative dei vari Enti che ne detengono la proprietà e la pratica attuazione di un piano sicurezza per garantire agli scolari ed agli studenti di poter studiare in piena sicurezza e sotto tutti i punti di vista.

Pochi giorni fa ho ripreso e commentato un duro e giusto attacco dell’assessore alla scuola della Regione Campania dott.ssa Lucia Fortini; e l’articolo come capita spesso ha dato il via ad una serie di commenti e riflessioni che mi hanno indotto a fare soltanto alcuni esempi pratici di come non è possibile assicurare la sicurezza in un plesso scolastico.

Porto ad esempio il caso del plesso scolastico in cui, a Sala Consilina, sono alloggiati per una strana scelta del destino burocratico l’Istituto Comprensivo G. Camera e il Liceo Classino Cicerone. Si tratta di un plesso unico strutturalmente; appartiene, però, a due enti diversi: il Comune di Sala Consilina per le medie e la Provincia per il liceo.

Due docenti di questo plesso (uno del  liceo e l’altro delle medie), conoscendo le mie specifiche attitudini professionali in materia di sicurezza sui cantieri di lavoro, mi hanno esposto alcune difficoltà pratiche che, di fatto, hanno impedito e impediscono un’azione mirata – efficace e controllata sotto il profilo della redazione di un piano sicurezza complessivo.

Perché ? Semplicemente perché ai due responsabili della sicurezza dei due istituti scolastici (che non sono i due docenti con i quali ho parlato) mancano alcuni strumenti tecnici per poter svolgere al meglio il loro già difficile compito.

E’ necessario fare un esempio per capire meglio la situazione. Se per caso, all’improvviso e per motivi indifferibili nel tempo neppure di qualche minuto, dovesse essere assolutamente necessario spegnere la caldaia del riscaldamento, azzerare i contatori Enel o chiudere semplicemente la valvola principale dell’ingresso dell’acqua il “responsabile della sicurezza” si troverebbe nell’impossibilità di farlo perché le chiavi di accesso alle rispettive cabine sonno in possesso del Comune, dell’Ente Provincia e dell’Enel, che non  in tendono (perché così recita il protocollo !!) lasciarle nelle mani dei suddetti responsabili.

E allora cosa fare ? Sarebbe necessario, a mio avviso, che il sindaco della città di Sala Consilina (avv. Francesco Cavallone) convocasse d’urgenza una conferenza di servizio e ponesse la questione sul tappeto prima ancora di assecondare anche la semplice riapertura della predetta complessa struttura scolastica; ne va della salute e della sicurezza di centinaia di bambini e ragazzi.

L’altra cosa che io farei, se fossi nei panni dei responsabili della sicurezza, è quella di rimettere immediatamente il man dato nelle mani dei dirigenti scolastici notificando e motivando per iscritto la decisione che solo in questo caso richiamerebbe subito l’attenzione di tutti gli altri.

Oggi non si può scherzare più; e soprattutto non si può parlare in maniera filosofica ed astratta della sicurezza che non è solo il distanziamento e la mascherina.

 

 

 

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