Aldo Bianchini
SALERNO – Qualcuno avverta il sen. Francesco Castiello, ottimo parlamentare del Cilento, che la tanto decantata alta velocità ferroviaria non esiste, almeno nel Cilento. Ne consegue che l’annuncio di una fermata nel Cilento prevista per il 14 giugno prossimo è solo una fake news.
A cominciare dal primo ministro Conte per finire, quindi, a Castiello tutti cadono nell’errore (non so quanto casuale !!) di annunciare, a destra e a manca, una o più fermate nel Cilento senza tener conto che la vera “alta velocità” è tuttora ferma ad Afragola nella mega stazione ferroviaria costruita nel deserto. Una fake news, ripeto, nella quale cadono anche quasi tutti i giornalisti, purtroppo.
E’ bene, dunque, chiarire una volta per tutte che in questo Paese l’alta velocità ferroviaria nasce da tre punti diversi “Torino – Milano – Venezia”, si congiunge a Bologna e finisce ad Afragola (NA); queste località sono collegate da una linea ferroviaria nuova con binari speciali (in pratica più alti) che consentono, appunto, un’alta velocità.
Per alta velocità si intendono quei treni moderni, chiamati Freccia Rossa o Italo (poco importa il loro nome) che possono viaggiare ad una velocità anche superiore ai 300 km. orari su linee ferroviarie attrezzate con binari speciali che consentono ai convogli di viaggiare in perfetta sicurezza ad una velocità più che doppia rispetto a tutti gli altri convogli esistenti (locali, accelerati, diretti, direttissimi, rapidi e frecce, oltre che littorine); se a questo si aggiunge che le fermate sono pochissime ecco che si raggiunge il risultato straordinario in termini di tempo di percorrenza.
L’alta velocità fu progettata negli anni ’70 con l’impegno politico di prolungare i binari speciali da Afragola verso Bari e Reggio Calabria con alcune diramazioni per raggiungere località metropolitane come Napoli, Salerno ed altre che non si trovavano sulla direttrice Afragola-Bari e Afragola-Reggio Calabria.
Questa ulteriore progettualità, almeno fino ad oggi, è stata incoscientemente abbandonata dalla politica nazionale che ha fatto orecchie da mercante a tutte le richieste delle amministrazioni locali.
Dunque una cosa è chiara: Napoli non ha l’alta velocità, come Salerno non ha l’alta velocità; nelle predette stazioni arrivano sicuramente i treni marchiati Freccia Rossa e Italo ma da Afragola a Napoli e da Napoli a Salerno (e viceversa) viaggiano alla velocità dei treni che transitano sulle linee ordinarie e cioè sui binari normali; e questo nonostante i roboanti diversi annunci apodittici del governatore Vincenzo De Luca.
Comunque che la Freccia Rossa o Italo fermino a Napoli, a Salerno, nel Cilento (qualcuno, come l’assessore Corrado Matera, vaneggia che addirittura possano fermare a Sicignano degli Alburni) è sempre un fatto positivo perché arriva un treno moderno ad alta comodità che percorrerà le grandi distanze in minor tempo rispetto ai treni ordinari in quanto effettua pochissime fermate; ma non è e non può essere considerato un treno ad “alta velocità”; quelli sono un’altra cosa.
Detto questo, non intendo però minimamente scalfire o far apparire di poca importanza l’azione a 360° che sta portando avanti il sen. avv. Francesco Castiello, con grande impegno e professionalità, nel mondo della finanza, dell’economia, dell’occupazione e del micro credito nell’ottica di un rilancio complessivo del Sud come indicato nel “Manifesto per il Mezzogiorno” presentato, con il presidente del consiglio dei ministri Giuseppe Conte, a Vallo della Lucania il 29 novembre 2019 alla presenza di oltre cento sindaci meridionali.
Ma quando si parla di alta velocità si deve dire la verità; ne soffrirebbe anche il ricordo storico dei grandi treni che dal sud portavano verso il nord negli anni del boom economico: il treno del sole e la freccia del sud che sono i precursori (lento pede !!) di Freccia Rossa e di Italo.
Domani, comunque, senza remore festeggerò anche io la conquista di una fermata nel Cilento del treno ad “alta comodità”.