Aldo Bianchini
SALERNO – Qualche giorno fa, sempre su questo giornale ed esattamente il 28 maggio scorso, ho pubblicato un articolo dal titolo “Elezioni 2020: con San Matteo il trionfo di San Vincenzo da Ruvo del Monte … portato a spalle dai fedelissimi paranzieri … non ci resta che festeggiare !!”; era soltanto una previsione legata indissolubilmente a due fattori: uno che si votasse il 20 e 21 settembre, due che la Chgiesa accettasse di fare sfilare in processione la statua di San Vincenzo da Ruvo del Monte.
A distanza di sette-otto giorni posso tranquillamente affermare che “tutto si è compiuto”; si voterà il 20 e 21 di settembre con supercandidato il governatore uscente Vincenzo De Luca e la Chiesa ha dato l’annuncio di una riorganizzazione globale delle processioni per le feste dei Santi Patroni, ivi compresa la festività di San Matteo a Salerno che storicamente mette in scena la processione più spettacolare di tutta la provincia, e non solo.
Il 3 giugno scorso l’arcivescovo Mons. Andrea Bellandi ha inviato una lettera molto precisa a tutti i sacerdoti della diocesi Salerno-Campagna-Acerno: “Per tutto l’anno solare 2020 le feste patronali non potranno essere celebrate nelle consuete modalità. Non vi saranno processioni, fiaccolate, trasferimenti di simulacri sacri (anche senza la partecipazione dei fedeli), sagre, concerti e altre iniziative che prevedono assembramenti di persone”; il presule scrive alla sua diocesi ma, esercitando Egli il ruolo di coordinatore delle altre diocesi, va da se che l’avvertimento vale per tutti i sacerdoti dell’intera provincia di Salerno.
L’arcivescovo, oltretutto, si guarda bene dal citare la processione di San Matteo che ricade sotto la sua diretta responsabilità, ma è chiaro (come scrive Pecorelli nel suo articolo su Il Mattino del 4 giugno) che il provvedimento interesserà anche la mitica e storica processione di San Matteo.
E c’è anche un esplicito riferimento alle messe o ai pontificali patronali: “Le Messe nel giorno in cui ricorre la festa patronale siano debitamente curate nella liturgia, rispettino le norme, garantendo pure la sufficiente areazione e la necessaria igienizzazione del luogo sacro dopo ogni celebrazione”; niente fughe in avanti, quindi, i sacerdoti sono avvertiti.
Ma Salerno è Salerno, si sa; spesso si distingue da tutte le altre città e i paesi della sua provincia; e già corre voce che i fedelissimi del governatore stanno organizzando per conto loro una macro processione per le vie della città che dovrebbe esplodere, con canti – danze e suoni, subito dopo la consacrazione del nuovo mandato in favore del suo figlio migliore; ed è pronta, come in tantissimi ormai dicono, la statua di San Vincenzo da Ruvo del Monte, simbolo del potere della “dinastia deluchiana”; una statua che questa volta dovrebbe, come non fa erroneamente San Matteo, interessare tutta la città con spostamenti mirati e motorizzati e con al seguito un corteo immenso di auto e moto strombazzanti per festeggiare il vincitore assoluto delle consultazioni elettorali regionali.
Insomma, anche se non volendo, la Curia salernitana facendo un passo indietro motivato da ragioni legate alle restrizioni da Covid-19, ha lasciato ampio spazio ai fan deluchiani che potranno sbizzarrirsi, tra sacro e profano, per le vie della città e per l’intera notte brava come qualcuno l’ha già definita; una notte che comunque rompendo tutti gli indugi ci riporterà al clima pre-coronavirus ed ai mai dimenticati appuntamenti dei trionfi calcistici che sanno riportare tutti noi nel solco di un “senso di appartenenza” che spesso dimentichiamo.
Si parla, però, di una certa preoccupazione della Curia che non può farsi scavalcare proprio nel giorno di San Matteo; e già c’è stato il primo incontro tra le delegazioni rappresentanti il Comune e la Curia per cercare di abbattere le ultime resistenze (da una parte e dall’altra) per arrivare ad una festa condivisa anche dal punto di vista religioso.
Si parla insistentemente, difatti, della possibilità di portare San Matteo dentro il Comune (cosa che negli ultimi anni non è accaduta) e di consentire alla statua di San Vincenzo se non l’ingresso in Duomo almeno un passaggio di corsa su per le scale del prestigioso monumento.
Tutto già deciso ? non ancora, le delegazioni sono soltanto al primo atto e potrebbero anche arrivare a consentire che la statua di San Vincenzo faccia capolino nell’atrio del Duomo il 21 agosto per l’alzata del panno, a patto che le folle osannanti rinuncino alla sfilata pagana per le vie della città.