Aldo Bianchini
SASSANO (SA) – “NONNI”, una parolina semplice che affascina ed al tempo stesso inquieta. Affascina perché i nonni in ogni famiglia italiana (la famiglia è ancora, e nonostante tutto, patriarcale e verticistica che comincia dai nonni, qualche volta dai bisnonni, e finisce con i nipoti e pronipoti) sono un punto di riferimento imprescindibile nell’economia complessiva (e non solo finanziaria) di ogni famiglia tipo.
Inquieta perchè troppo spesso la “gestione” dei nonni, della loro salute, del loro incastro nel contesto familiare, la loro presenza nel tessuto sociale, non è molto semplice e facilmente pianificabile per le famiglie di oggi che vivono (si fa per dire !!) troppo velocemente il loro tempo consumandolo in poche battute.
Oggi, ai tempi del coronavirus, si parla tanto delle persone anziane additandole come soggetti ad alto rischio con un costo sociale molto alto; fortunatamente nell’immaginario collettivo è ancora una figura, quella del nonno e della nonna, molto importante ed assolutamente da tutelare ad ogni costo.
La strage che stiamo vivendo e che la cronaca giornaliera ci rimanda dalle RAS (residenza sanitaria assistenziale) un elenco sterminato di anziane vittime da coronavirus; persone umane che hanno datto tutta la loro vita alla famiglia ed alla società che vengono assolutamente dimenticate senza dare ai familiari neppure la possibilità di porgere l’estremo saluto.
Ma questo sarebbe un discorso molto lungo.
Il necessario è chiedersi “Cosa sono i nonni ?”.
I nonni, per farla breve, ti riempiono la vita; soprattutto quella dei nipoti che vedono nei nonni non solo un punto di riferimento sotto il profilo dell’esperienza ma anche della maturità culturale che non vuol dire solo una cultura scolastica.
Tutti dovremmo chiederci cosa sono i nonni, anche chi è oggi nonno ma è stato nipote tanti anni fa.
Io ho conosciuto tre nonni, due donne e un maschio, il quarto era morto sul Monte Grappa mentre combatteva per la Patria insieme all’altro nonno da me conosciuto.
Ricordo mio nonno, fortemente invalidato dalle ferite di guerra, come la mia primaria fonte di notizie sugli anni che avevano caratterizzato le due guerre e la nascita della Repubblica.
Un giorno del 1955 mio nonno convocò a se i suoi nove figli in vita (due erano morti) e in presenza di un notaio stabilì la successione dei suoi beni. Alla fine della stesura dell’atto il notaio incominciò a rileggerlo ed al nome della Repubblica Italiana vidi alzarsi in piedi mio nonno che era fortemente invalido e che non avevo mai visto in piedi; lapidario sentenziò: “Signor notaio mi meraviglio di lei che al nome della Repubblica Italiana non si è alzato in piedi”; non ho mai visto una persona arrossire come il notaio che, comunque, si alzò in piedi e ricominciò a leggere l’atto daccapo. Per me quel momento è stato un insegnamento di vita che ricordo tuttora e ricorderò sempre. Morì il giorno 25 dicembre 1957, Natale.
Ma visto che dei nonni se ne parla tantissimo, adesso che c’è il rischio emergenza sanitaria, cosa si può fare per loro, per farli sentire al centro dell’attenzione, per restituire loro quel senso di appartenenza che probabilmente in diversi casi è stato smarrito nelle pieghe dei fermenti quotidiani della vita di oggi, cosa realmente si può fare concretamente per loro ?
Il primo pubblico amministratore a rispondere, forse in tutta Italia, è stato il sindaco di Sassano dr. Tommaso Pellegrino con una iniziativa molto semplice ma al contempo molto penetrante sul piano psicologico e su quello di vita aggregativa in favore dei nonni del suo paese alla quale può essere dato il titolo “Buongiorno ai nostri Nonni”. Difatti il Comune di Sassano nelle giornate del 2 e 3 maggio (domani e dopodomani), in occasione della fine della “fase 1” dell’emergenza invierà la colazione a domicilio a tutti i Cittadini over 65 (circa 1.200 persone), residenti nel Territorio di Sassano. La consegna a domicilio verrà effettuata dai Bar del Territorio di Sassano. Tale iniziativa vuole da una parte inviare un messaggio di fiducia e gratitudine alle fasce più deboli del Paese, e nello stesso tempo vuole dare un aiuto concreto, in una fase di ripartenza, ad un settore economico, quale quello dei Bar, certamente tra i più colpiti in questa emergenza Covid-19.
Una iniziativa assolutamente lodevole ancorchè molto ben articolata nella sua dimensione pratica; per delle persone anziane vedersi raggiungere a casa dall’amministrazione comunale o dal messaggio affettivo del sindaco che in tanti casi non hanno mai conosciuto mi sembra un fatto degno di un qualche approfondimento giornalistico (ovviamente non misero come il mio !!) per non far finire il messaggio di Pellegrino, dall’alto profilo sociale ed umano, nelle pagine dei giornali o sugli schermi tv come una delle tante “note stampa”.
Non so, ripeto, in quanti Comuni del Vallo di Diano o in quanti degli 8mila Comuni italiani il sindaco ha pensato ad una iniziativa del genere; che a me, nel giorno della Festa del Lavoro, appare come un atto di riconciliazione di un’intera comunità nei confronti di donne e uomini (i nonni) che hanno fatto la storia del nostro Paese sacrificando la loro vita per darci democrazia e libertà.