Avv. Salvatore Memoli
SALERNO – Verrà un tempo migliore. Se si chiamerà fase 2 o 3 ha poca importanza. Porterà il nome del coraggio, della speranza, degli obiettivi da raggiungere per recuperare tutto quello che abbiamo perduto. Ovviamente si potrà andare incontro anche ad una crisi da prestazione, per chi vuole fare tutto, subito e bene. La ripresa deve avere ritmi compatibili, obiettivi possibili, cambiamenti coraggiosi. Prima di tutto dobbiamo cambiare tante abitudini ed anche tante prospettive, per una nuova convivenza. Il tutto si realizzerà con gradualità ma con determinazione. In questa nuova fase occorre che la partecipazione popolare sia la più ampia possibile. Siamo stati troppo tempo fuori dai meccanismi democratici, come persone che stanno a guardare alla finestra. La democrazia esige partecipazione anche perché le deleghe al buio sono pericolose. In tutto questo periodo ho osservato con maggiore attenzione le dinamiche politiche locali, nazionali ed internazionali. Mi é parso di notare molti comportamenti autoritari e antidemocratici. Dobbiamo ricordarci e ricordare a tutti che, anche nelle fasi eccezionali come quella della pandemia, i principi democratici sono un baluardo di liberà. Nemmeno i buoni propositi di tutela degli interessi della gente possono autorizzare compressioni democratiche e limitazioni di libertà che sono la base della convivenza civile moderna. In primo luogo i ruoli dei Governi repubblicani non possono prescindere mai dal loro sostanziale radicamento nelle prerogative legislative dei Parlamenti. I Parlamenti sono i veri presidi di libertà, la garanzia della partecipazione democratica e la dimensione ordinaria per la nascita di leggi condivise ed inattaccabili. Al di sopra c’é la Corte Costituzionale che come organismo di tutela democratica armonizza l’operato delle Istituzioni. Tutti gli altri organi dello Stato sono individualmente e complessivamente un grande presidio di libertà, una dimensione democratica che legittima la grande impalcatura istituzionale di cui non si può fare almeno.Mi ha particolarmente turbato apprendere che ci sono state in Italia ed all’estero iniziative di limitazioni delle prerogative di alcuni parlamentari. Questo é il più grave atto di limitazione democratica che segnala un malessere politico, un allarme di una patologia latente che crea il corto circuito del dialogo e delle legittimazioni interistituzionali. Ci sono stati tentativi latenti di ricerca di un’autonomia politica degli esecutivi rispetto ai Parlamenti ed alle altre istituzioni. In parte in Italia si é avuto il buon senso di limitare questa pretesa ma abbiamo segnali europei che evidenziano marchiani errori, tendenze illiberali di riscattare le azioni governative dai controlli democratici dei Parlamenti. Spero che, trascorsa la notte della pandemia, la democrazia repubblicana ritrovi la forza di affermare la centralità dei Parlamenti che deve essere sempre garantita. Niente può nemmeno abbassare di poco le prerogative del parlamento e dei parlamentari! Ovviamente anche di altre istituzioni, penso al Presidente della Repubblica ed alla incisiva e garante presenza della Magistratura e dei Giudici. Nondimeno si può sottovalutare l’apporto della libera stampa che é la prima strada su cui camminano i diritti delle persone.Avremo tante cose da fare, con il dopo pandemia. Non ci sarà mai un momento in cui possiamo dire che é iniziata la fase del dopo pandemia, il dopo presuppone un prima che pensa, agisce, si difende, vigila a tutela delle libertà. Perché soltanto nella libertà piena si può costruire il domani del mondo! Ecco perché nessuno può pensare di comprimere i diritti delle persone e prima di vietare qualcosa deve essere sicuro che non si può decidere diversamente. Non mi aspetto che si ragioni su un periodo di prevenzione ad libitum che limita i diritti della gente. La prudenza deve diventare costume di vita, nessuna fase democratica nuova potrà iniziare con la privazione delle libertà. Educare si, reprimere no!