Dr. PIETRO CUSATI
(giurista – giornalista)
Roma,14 aprile 2020 – “Vorrei che tutti leggessero. Non per diventare letterati o poeti, ma perché nessuno sia più schiavo”.Più libri vuol dire più libertà, più spirito critico,più autonomia di giudizio. ‘’Speranza,comunità e Infanzia’’ ,le parole care al grande scrittore per ragazzi Gianni Rodari, giornalista impegnato politicamente e poeta, sono tornate alla mente in questo periodo di pandemia. L’inventore della Grammatica della fantasia ,autore delle Favole al telefono,creatore di meravigliose filastrocche. A cosa ci serve il «voler essere» se «l’essere» è ridotto a brandelli? Nei momenti di crisi questa contraddizione ci deve servire per immaginare il futuro! A quarant’anni dalla morte e cento dalla nascita dello scrittore di Omegna (VB) in Piemonte , il suo nome è presente in rete sui social ,adulti e ragazzi ,favole al telefono, una chiarezza di sguardo e di pensiero, all’insegna dell’ottimismo. Gianni Rodari ha amato moltissimo Giacomo Leopardi e Antonio Gramsci, suoi maestri di pensiero. E’ noto l’invito di Gramsci a leggere il mondo con l’ottimismo della volontà e il pessimismo della ragione,soprattutto in momenti di crisi. L’ottimismo della volontà è l’invito a fare il meglio, anche se la ragione ci spingerebbe a mollare. Una risposta al pessimismo cosmico di Giacomo Leopardi per il quale ogni azione umana è vana perché la felicità è sempre figlia di un dolore, la quiete ci è data soltanto dopo la tempesta. La tempesta però a volte arriva. E in questo caso bisogna appellarsi allo spirito solidale della comunità. Perché «il problema degli altri è sempre uguale al mio, uscirne da soli è avarizia, uscirne insieme è la politica». Una frase di Lettera a una professoressa che Rodari fa sua. Gianni Rodari, dopo aver conseguito il diploma magistrale, per alcuni anni ha fatto l’insegnante. Al termine della Seconda guerra mondiale ha intrapreso la carriera giornalistica, che lo ha portato a collaborare con numerosi periodici, tra cui «L’Unità», il «Pioniere», «Paese Sera». Nel 1976 Rodari scrive un articolo contro il voto scolastico: «Non guardiamo indietro: guardiamo al presente, guardiamo avanti. Oggi la scuola vuole essere la scuola di tutti, non di pochi privilegiati. Vuole rispondere a una domanda di democrazia e di giustizia che viene da tutto il Paese. Anche per questo, non vuole più essere la scuola ’che giudica’, ma la scuola ’che aiuta tutti a sviluppare le loro capacità’. Sarà una scuola meno seria? Al contrario, sarà più seria. Vi si lavorerà di meno? Sarebbe un errore: vi si lavorerà di più, ma meglio. Ci sarà meno disciplina? Direi che ci sarà meno bisogno di ricorrere ai mezzi di una disciplina esteriore se sapremo attrezzare la scuola per diventare un centro di attività interessanti, impegnative, creative: se fanno una cosa che li interessa davvero, i ragazzi non hanno bisogno di essere richiamati all’ordine».Ma cosa è una comunità? Il 26 marzo 1978 Gianni Rodari pubblica su Paese sera un articolo che si intitola Aldo Moro e gli altri. Prende spunto da una lettera ricevuta dopo il rapimento del Presidente democristiano nella quale dei bambini si domandano se sia ancora possibile chiamare il loro giornalino scolastico «Lieta brigata». La parola brigata, infatti, è associata dai bambini a quelle delle Brigate rosse , Rodari, risponde ai bambini che «brigata» è una parola bellissima, la usavano infatti i partigiani. Non bisogna aver paura del proprio tempo.«Non bisogna accettare ricatti di nessun genere. Si può stimare, rispettare ed essere solidali con Aldo Moro senza sentirsi per questo moralmente tenuti a stimare e rispettare senza discutere degli altri.«Ci sono precise persone che debbono farsi precise autocritiche: ma non si chieda al cittadino semplice e che non ha alcun potere di partecipare solo all’autocritica. Egli ha mostrato di considerarsi mobilitato in difesa della Repubblica: si mettano a frutto le sue buone disposizioni, le energie che offre».Chiedere al cittadino di partecipare solo all’autocritica è uno sport longevo e fecondo che si è spostato dall’era dei quotidiani a quella dei social senza soluzione di continuità. Gianni Rodari a partire dagli anni Cinquanta ha iniziato a pubblicare anche le sue opere per l’infanzia, che hanno ottenuto fin da subito un enorme successo di pubblico e di critica. I suoi libri hanno avuto innumerevoli traduzioni e hanno meritato diversi riconoscimenti, fra cui, nel 1970, il prestigioso premio «Hans Christian Andersen», considerato il «Nobel» della letteratura per l’infanzia. Nel 1973 ha pubblicato Grammatica della fantasia, che è diventata un punto di riferimento per quanti si occupano di educazione alla lettura e di letteratura per l’infanzia. Gianni Rodari è morto a Roma ,quarant’anni fa, il 14 aprile 1980. Tra le sue opere più significative: Le avventure di Cipollino, Gelsomino nel paese dei bugiardi, Filastrocche in cielo e in terra, Favole al telefono, Il libro degli errori, C’era due volte il barone Lamberto.
Un omaggio a questo grande maestro, era doveroso, Bravo Pierino, mi ha riportato alla mia bellissima infanzia, devo dire che ancora oggi, quando mi capita sotto mano un libro o delle poesie di Giannin Rodari, vi do’ un occhiata perché so che mi dà delle bellissime emozioni.