CHI TRADISCE UNA VOLTA, …


Michele Ingenito
E’ trascorso un anno, o poco più, da quando si accentuò fortemente tra gli italiani la sensazione o, meglio, la certezza che le cose andassero male o, addirittura, peggio del previsto. Più d’uno esemplificò autorevolmente il concetto, traducendone il significato ripreso dagli aridi e pur irrinunciabili numeri delle statistiche. E, cioè, che il reddito pro-capite degli italiani sarebbe stato, nel 2010, inferiore a quello di dieci anni prima. E così è stato. Un vero pugno nell’occhio degli italiani attenti questa rivelazione, che molti intuivano, ma che nessuno avrebbe voluto ammettere. Pena la conseguenza di doverne prendere formalmente atto. Effetti devastanti della psicologia! Non prendere atto della realtà, negandone la possibilità dell’esistenza. Quali i riferimenti in negativo tradotti dai più coraggiosi? Inefficienza pressoché assoluta della burocrazia centrale e periferica (cfr. il caos informativo di certi uffici ostinati a far perdere tempo al cittadino), un sistema di istruzione del tutto carente, specie se confrontata con le altre realtà europee avanzate (fioritura ostinata e inarrestabile del sistema-raccomandazione), una giustizia “tardigrada e approssimativa” (cfr. il recentissimo caso di un Riesame che sconfessa il Gip responsabile di avere copiato “capoverso per capoverso” l’impianto accusatorio del PM, con conseguente annullamento di ordinanze cautelari contro pericolosissimi boss di mafia e camorra), una delinquenza organizzata senza eguali (con gravissime infiltrazioni a macchia d’olio nella pubblica amministrazione), periferie urbane invivibili e mal collegate (in gran parte prive di metropolitane), una rete stradale e autostradale da tempo inadeguate, assecondate nel peggio da una di tipo ferroviario che, privilegiando l’Alta velocità, azzera i collegamenti notturni (senza di fatto giustificarne l’abrogazione con un servizio a tutto campo), un patrimonio artistico, archeologico, paesaggistico e di biblioteche da fare invidia al mondo, non valorizzati o tenuti in condizioni quasi pietose. E fermiamoci qua se non vogliamo proseguire: dalla corruzione dei pubblici appalti (tutti, o quasi, in mano alle logiche perverse di una incancrenita politica di sistema), all’immensa e consolidata evasione fiscale (quasi offesa dalle recentissime iniziative del neo governo-Monti), dalle tasse insopportabili per sempre più vaste fasce sociali al costosissimo sistema pensionistico cui solo da poco si è cercato di porre riparo; finendo con la disoccupazione che è e resta il nodo più duro da sciogliere. Tutto va ricondotto ad un passato politico ballerino, per cui diventa onestamente difficile accusare gli uni o gli altri. Diciamo gli uni e gli altri. Per un tradimento che, alla fine, ha investito solo ed esclusivamente il popolo italiano. Anche  sul piano simbolico. Un esempio? Mentre il capo del governo oggi più potente d’Europa – la teutonica Merkel – se ne va in vacanza natalizia 2011 in un alberghetto a tre stesse della svizzera Engadina, il leader dell’UDC Casini, il Presidente del Senato Schifani, così come qualche altro parlamentare di grido (Craxi, Rutelli), si rifanno nell’atollo più esclusivo delle Maldive dove le suite costano, a notte, tra i 2.550 e i 5.700 euro rispetto alle più comuni camere da 550 euro! Questione di immagine, per l’appunto. E, di questi tempi, l’idea che gli italiani si sono fatti dei propri rappresentanti in Parlamento non migliora di certo. Proprio dinanzi ad eventi del genere, per quanto ognuno sia libero di spendere e spandere come meglio crede il proprio denaro. Legittimo, ancorché anche di provenienza pubblica (stipendiale, intendiamo).  Poi dicono i cinesi. In questi giorni, le formichine più operose del mondo avrebbero costruito un grattacielo di 30 piani in 15 giorni lavorativi soltanto, perfino capace di sopportare un terremoto del 9 grado della scala Mercalli sembra, o Richter addirittura. Vi sembra poco? Non vorremmo apparire qualunquisti. Soprattutto ora che un governo impegnato e credibile c’è. Il qualunquismo è pur sempre un’arma pericolosa, che scoraggia e deprime. A meno che non sia disperato. Come nel caso esposto. Per cui non va sottovalutato. Monti ce la sta mettendo tutta e pare intenzionato a ridare credibilità alla politica con i fatti. Non fosse altro per smentire, una volta tanto, il detto che, come storicamente accertato, la politica tradisce sempre. E, quindi, “chi tradisce una volta, tradisce sempre!” Un’eccezione, allora, è d’obbligo per risalire, pur tra i sacrifici, la china di un paese così nobile e fiero, meritevole di ben altro destino.

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