Aldo Bianchini
VALLO di DIANO / EBOLI – Il trasferimento degli anziani dalla casa di riposo “Istituto Juventus” di Sala Consilina presso il Campolongo Hospital di Eboli ha evidenziato, quasi come in una sceneggiata alla napoletana, tutti i lati peggiori della vita associativa e del rapporto che la stessa ha con le persone anziane che molto facilmente vengono sottoposte prima ad uno screening familiare (selezione per età, per sesso, per stato di salute. per possibilità economiche e per affetti) e poi ad una sorta di ostracismo da parte della società che invece dovrebbe accoglierli e proteggerli.
La sera del 16 dicembre 2001 a San Gregorio Magno andò in fiamme una residenza sanitaria per anziani (RSA); morirono tra le fiamme ben 19 persone. Ebbene a distanza di quasi vent’anni alcune salme non sono state ancora reclamate dalle rispettive famiglie che con quelle fiamme hanno ritenuto risolti molti dei loro problemi.
In questo quadro di grande squallore, sulla vicenda del trasferimento da Sala a Eboli, sono emerse tutte le contraddizioni che siamo costretti a registrare anche per altre realtà della nostra vita quotidiana; tutti si sono divertiti a sparare enormi cazzate; dal sindaco di Eboli, al noto sindacalista, al rappresentante del Codacons del Vallo di Diano, e tutti gli altri, che senza capire assolutamente niente di “necessità sanitarie” si sono arrogati anche il lusso di dichiarare che la struttura ebolitana non era idonea ad ospitare gli anziani. Nessuno di loro, però, ha pensato che siamo in guerra e che in tempi bellici va bene curare un ferito grave anche in un sottoscala anziché in lussuoso e asettico reparto di terapia intensiva.
E’ vero che tutti i sindaci sono i responsabili della sanità del loro paese, ma è anche vero che non tutti i sindaci sono medici e quindi in grado di valutare; da qui la polemica sulla opportunità di trasferire gli anziani nella struttura ex ospedaliera di Sant’Arsenio, ormai quasi completamente dismessa dal 2011.
Allora, è bene chiarire subito un concetto molto semplice: se la nostra società avesse dovuto aspettare il ripristino strutturale del plesso di Sant’Arsenio per trasferirci gli anziani, molto probabilmente avrebbe potuto trasferire soltanto dei cadaveri. Punto.
In tal senso è stato anche categorico il dott. Nunzio Antonio Babino, già direttore sanitario dell’ospedale “Santissima Annunziata” di Sant’Arsenio e dell’ospedale “L. Curto” di Polla, quando probabilmente in maniera sciagurata il plesso di Sant’Arsenio nel 2014 fu definitivamente chiuso e tutto quello che era rimasto (molto poco !!) delle vecchie strutture ospedaliere venne trasferito nel plesso di Polla. Nel testo scritto dell’intervista resa da Babino ad Erminio Cioffi (La Città) il 31 marzo scorso ad una precisa domanda del giornalista sulla possibilità di trasferire gli anziani a Sant’Arsenio si legge: “Farlo dall’oggi al domani sarebbe stato impossibile, però il focolaio nella casa di riposo è scoppiato già da una decina di giorni: se si fosse partiti fin da allora sarebbe stato possibile rendere fruibile almeno un solo piano dell’ex ospedale per poter accogliere questi pazienti. Tommaso Pellegrino, medico e presidente del Parco, già da tempo ha proposto il riutilizzo della struttura di Sant’Arsenio per i malati di Covid, condivido pienamente”.
Si evince, quindi, che l’intera classe politica del Vallo di Diano, e non solo, non sa difendere il proprio territorio; alle tante chiacchiere non fa mai seguire i fatti.
Insomma gli anziani della casa di riposo “Istituto Juventus” di Sala Consilina o andavano rapidamente spostati nell’ospedale di Campolongo ovvero in altra struttura o di morti invece di quattro ne avremmo contato trentuno. Ma le morti continuano con il decesso della vedova dell’on. Giuseppe Fronzuti, sempre a causa di quei contagi denunciati nelle settimane scorse.
E benissimo ha fatto, quindi, la commissione Regione/Asl (con Enrico Coscioni e Mario Iervolino) a sentire prima il presidio ospedaliero di Polla (Luigi Mandia e Domenico Rubino) e poi a decidere rapidamente per il trasferimento ad Eboli; in caso contrario si sarebbe riaffermato di nuovo il detto che “mentre il medico studia, l’ammalato muore”.
Sicuramente, però, come ha detto Babino sono già passati più di dieci giorni e, al di là degli anziani che dovevano comunque andare ad Eboli, potevano essere iniziati i lavori necessari che nell’intervista vengono contenuti in una decina di giorni come, forse troppo enfaticamente, lo stesso Babino ha dichiarato: “Non ci vogliono mesi: serve solo buona volontà e in dieci giorni si sistema il necessario per rendere parte della struttura funzionale all’emergenza Covid. Tra l’altro le stanze ed i singoli posti letto sono già dotati di impianto per l’ossigeno-terapia, cosa fondamentale per trattare i pazienti che a causa del virus vanno incontro a difficoltà respiratorie”.
Questa è la dimostrazione più plastica di quando vado dicendo da tempo in merito all’insipienza dei politici valdianesi che neppure di fronte alle tragedie riescono a ritrovare una pur minima unità; è dire che sono quasi tutti di centro sinistra.
Ci ha provato ieri mattina Tommaso Pellegrino con un video messaggio (durata 1’41”) diretto al governatore De Luca in nome e per conto della popolazione che vuole la riattivazione del presidio ospedaliero di Sant’Arsenio; purtroppo anche questo sentito ed accorato, nonché giusto, appello di Pellegrino è destinato a cadere nel vuoto perché (io ci scommetto) nessuno dei tanti amministratori del Vallo appoggerà il contenuto del video (per paura del governatore e per invidia contro Pellegrino ?); lo sport principale degli amministratori valdianesi non è quello di cercare una via maestra per il bene comune, ma quello più facile di dire e fare esattamente il contrario di quello che dice e fa il vicino amministratore.
Nessuno, però, spiega alla popolazione perché il plesso di Sant’Arsenio fu chiuso e chi sostenne con forza la sua chiusura; non lo ha detto neppure Nunzio babino nell’intervista alla Città anche perché l’intervistatore non glielo ha chiesto. Avrebbe scoperto che il dott. Babino fu il protagonista principale della chiusura; ed io per correttezza devo dire che mi schierai con lui contro tutti, stampa compresa; ma quelli erano altri tempi che è giusto riportare alla memoria al momento opportuno.
A Milano, il tanto bistrattato (dalla sinistra !!) Guido Bertolaso (che ha avuto come unico difetto il fatto che gli piacciono le donne), ha costruito un ospedale in dieci giorni senza battere ciglio, anzi battendo anche il coronavirus; qui i nostri politici (che almeno sulla carta hanno lo stesso difetto di Bertolaso, almeno quelli più intraprendendi !!) salvo che a sfasciare qualche famiglia non hanno la minima capacità di far seguire i fatti alle chiacchiere; e per un piccolo lavoro di manutenzione sono costretti ad impegnare i primi dieci giorni al fine di capire qual è il flusso delle tangenti, per combatterle ma anche per prenderle.
Sul problema dell’ospedale di Sant’Arsenio invito chiunque voglia farlo a scrivere la propria proposta-considerazione in calce a questo articolo o direttamente sulla posta elettronica: info@ilquotidianodisalerno.it del giornale.
Interessante il suo articolo dott.Bianchini e toccante nella parte riguardante la condizione degli anziani che, dopo aver profuso amore,dedizione e sacrifici a vantaggio della famiglia e della comunità , vengono scaricati in strutture che non possono,in alcun mo
do,offrire ,e non perché non lo vogliano,il calore di una famiglia.Certo,nel caso da Lei citato delle povere salme mai richieste dai familiari,la speranza è che quelle povere persone abbiano ricevuto dal personale della struttura un sorriso e una carezza ,quell’ affetto non tributato loro dai propri cari.E per l’ emergenza che stiamo vivendo,mi auguro caldamente che l’ Ospedale di Sant’ Arsenio venga riaperto e possa riprendere a svolgere il ruolo di traino sociale ed economico che ,in passato,ha degnamente svolto.Rocco Cimino
Carissimo Direttore Aldo Bianchini ,
considerato i troppi casi di contagio positivi da Covid-19 nel Vallo di Diano e i tantissimi potenziali casi asintomatici
è opportuno che il Direttore Generale dell’ASL di Salerno e il Presidente della Regione Campania prendono in seria considerazione la proposta di moltissimi cittadini del territorio a Sud di Salerno, di utilizzare il presidio ‘’Santissima Annunziata’’ di Sant’Arsenio a supporto dell’Ospedale Luigi Curto di Polla, un Ospedale dedicato al Covid-19,per il territorio del Vallo di Diano ,Tanagro , Golfo di Policastro e zone limitrofe.
Confido nel buon esito nella soluzione del problema e vedo il bicchiere mezzo pieno!