Avv. Giovanni Falci
(penalista – cassazioni sta)
SALERNO – A quanto pare, bisogna fare una scelta. Non c’è nulla di più urgente (ovviamente da un punto di vista politico), a sentire quelli che ci assillano. E’ un’idea fissa. “Che cosa aspettiamo? Siete pro o contro l’Europa e l’Euro?”.
C’è qualcosa di quasi comico in tale ostinazione.
Quando tutto sarà finito, poi, riprenderanno le trattative nascoste, i mercanteggiamenti e le sottigliezze procedurali.
I medesimi problemi che ci sfiniscono da due anni saranno portati avanti con le medesime impasse. E ogni volta che una voce libera cercherà di dire, senza arroganza, ciò che pensa, una muta di cani da guardia, di ogni pelo e di ogni colore abbaierà furiosamente.
Beninteso, niente di tutto ciò è divertente.
Ma, per fortuna, quando si conservano speranze non infondate, si mantiene anche la fiducia ben salda.
Gli italiani che hanno vissuto pienamente, per ora, questo ultimo mese, hanno almeno imparato a non avere più paura di se stessi, soltanto per gli altri.
Stanno regolando il loro conto con il peggio, e ormai dovrebbero essere tranquilli e risoluti.
Voglio ribadire, perciò, tranquillamente e risolutamente, con quella ingenuità che mi viene volentieri riconosciuta dai miei amici, i princìpi elementari che mi sembrano gli unici capaci di rendere accettabile la vita politica.
Forse non esiste un regime politico buono, ma la democrazia è sicuramente il meno cattivo. La democrazia, secondo me, non può prescindere dalla nozione di partito, ma la nozione di partito può prescindere dalla nozione di democrazia.
Questo succede quando, come negli ultimi anni, un partito, o comunque un gruppo di individui, ritiene di essere il detentore della verità assoluta.
Ecco, allora, perché il Parlamento e il Governo, hanno bisogno oggi di una cura di modestia.
In questo momento non mancano certo le ragioni per fare appello ad una tale modestia. Come dimenticare, infatti, che né il Parlamento, né il Governo hanno i mezzi necessari per risolvere i problemi che ci assillano?
Manca qualcosa? E’ perché la Germania ce la rifiuta. Manca qualcos’altro? E’ perché la Francia si è messa di traverso; e così via.
Non si potrebbe trovare prova migliore che il ruolo del Parlamento e del Governo non può essere, per il momento, che un ruolo amministrativo e che l’Italia, in definitiva, versa in una condizione di dipendenza.
L’unica cosa da fare sarebbe riconoscerlo, e non spingere verso quella “uscita dall’Europa” e “dall’euro” che è l’esatto opposto da fare (vedi le retoriche e fasciste campagne sulla “superiorità” dell’Italia nella storia e nel mondo).
L’ultima volta che abbiamo ragionato in termini di ottusa superiorità, siamo andati a fare una guerra con 8 milioni di baionette contro la bomba atomica.
Bisogna, secondo me, individuare tutti insieme, quell’ordine internazionale senza il quale nessun problema interno sarà mai risolto in nessun paese.
In altri termini bisognerebbe dimenticare un po’ se stessi.
Il che assicurerebbe ai deputati e ai partiti un po’ di quella modestia che è il sale delle buone e vere democrazie.
Dopotutto è democrazia quella che ammette che un avversario possa avere ragione, gli consente di esprimere le proprie idee e accetta di ragionarvi su.
Invece, quando partiti o uomini sono abbastanza convinti delle proprie ragioni da permettersi di chiudere con violenza la bocca dei loro interlocutori, allora non esiste più democrazia.
Quale che ne sia l’occasione (nel nostro caso il Coronavirus), la modestia è salutare per la vita delle repubbliche democratiche.
L’Italia, oggi, non ha più a disposizione i mezzi della grande potenza; che senso ha fare vedere negli spot e rifarsi all’Impero Romano? Noi non siamo i cives e non ci comanda Giulio Cesare o Tiberio; non abbiamo, poi, quelle ricchezze.
Lasciamo ad altri il compito di dire se è bene o male.
In ogni caso questa è una occasione; in attesa di ritornare ad essere l’Impero di Roma o di rinunciarvi per sempre, il nostro paese ha ancora la possibilità di essere un esempio per gli altri. Ma lo potrà essere solo se enuncia le verità che può scoprire al suo interno, ovvero se afferma, con l’esercizio del governare, che la democrazia interna sarà qualcosa di approssimativo fino a quando non si sarà realizzato l’ordine internazionale.
In definitiva, ce la faremo perché siamo italiani inseriti nell’Europa e nel mondo.
Giovanni Falci