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dr. Giuseppe Lamberti
SALERNO – <<Ogni bambino nato in soprannumero rispetto all’occorrente per
mantenere la popolazione al livello necessario deve inevitabilmente
perire, a meno che per lui non sarà fatto posto dalla morte degli
adulti>>. Questo, uno dei più celebri passi delle teorie di Thomas
Robert Malthus, economista inglese vissuto tra la fine del ‘700 e
l’inizio dell’ 800. Le parole di questi giorni, del primo ministro
inglese, Boris Johnson, <<Abituatevi a predere i vostri cari>>, sembrano
risuonare proprio la teoria malthusiana sul controllo demografico della
popolazione, attraverso la quale, i governi nazionali “sarebbero
autorizzati” a porre in essere determinati comportamenti in caso di
epidemia: dal favorire comportamenti anti-igienici fino a <<deplorare i
rimedi specifici alla diffusione delle malattie>>. Ma forse non è
soltanto un caso, che Johnson, è soltanto l’ultimo di una lunga lista di
governanti a sposare comportamenti che vanno in direzione opposta al
sostegno e alla protezione della vita umana. Così come forse è soltanto
un caso, che il CoVid-19 vada a manifestare sintomi più aggressivi verso
soggetti già interessati da altre patologie e nelle fasce più anziane
della popolazione. Non è certamente un mistero che la grande maggioranza
del mondo, sia da secoli preoccupata degli aumenti demografici e si
impegnino a controllarne l’esposione. Un mondo, quindi, sempre meno
umano e sempre più contabile di vite umane da barattare in cambio di un
ordine programmato. Ma le domande più interessanti sono sicuramente
quelle circa i nuovi assetti geo-economici post epidemia, con la
connseguenza che tutto questo vada sicuramente ad ampliare il
differenziale del potere economico dei singoli stati: chi in precedenza
godeva di una posizione di vantaggio, acquisterà un peso sempre
maggiore, mentre gli stati in difficoltà vedranno le proprie criticità
aumentare e in presenza di un’economia incapace di creare, ma soltanto
di spostare ricchezza, gli effetti saranno inevitabilmente colonistici.
Verrebbe da pensare che tale emergenza sanitaria, sia per alcune
economie, davvero un’opportunità. Focalizzando invece, la nostra
attenzione al nostro paese, forse è davvero giunto il momento di ridare
valore a determinati asset strategici di crescita e imparare da questa
lezione che il supporto statale in favore di settori o dell’intero
mercato interno sono essenziali prer una crescita economica e
industriale, senza timore alcuno di “rimproveri” in nome di trattati
firmati in passato e che nulla prevedevano in caso di emergenze simili a
questa. Nessuna condanna o ipotesi vi è in quest’articolo, ma solo un
invito ad una sana riflessione.
Ottima, lucida e profonda riflessione. Anamnesi logica e spietatamente onesta.
Mi complimento con l’autore.
Eppe Argentino Mileto
La ringrazio per il commento e i graditi complimenti.