Coronavirus: ANALISI DEI WHATSAPP (1^ parte)

Avv. Giovanni Falci

SALERNO – Ci sono in questi giorni una serie di spot che vengono inoltrati a mezzo whatsapp che dovrebbero farci compagnia e, perché no, farci sorridere un poco, ma che invece sono delle pericolose azioni di propaganda.

Mi riferisco in particolare a un video che ho ricevuto fatto molto bene da un punto di vista grafico, ma dal contenuto assolutamente non condivisibile e, detto senza mezzi termini, fascista.

Il video inizia con una immagine dell’Impero Romano “all’apice della espansione”; il commento della slide successiva è “forza e intelligenza”.

Continua con una seconda slide: “il rinascimento”; il commento “arte e cultura”.

Iniziamo allora l’analisi.

Per prima cosa viene da chiedersi perché non si sia iniziato con l’immagine di un tempio greco visto che l’immagine dell’Impero Romano riproduce il mediterraneo.

Bisogna infatti chiarire subito l’equivoco di voler  collocare a Roma ciò che invece ha avuto origine ad Atene.

Si fondono, poi, la forza e l’intelligenza, due entità inconciliabili tra di loro.

Non bisogna infatti incorrere nell’errore di confondere il Mediterraneo con la latinità, il mare nostrum, e dimenticarsi che quel mare è stato colonizzato dai greci.

I romani, sebbene abbiano fatto grandi cose, sono un popolo di imitatori che hanno sostituito con il genio militare quello che i greci avevano conquistato con l’intelligenza e il dialogo.

Allora “forza” sicuramente a Roma, ma “intelligenza” va riconosciuta ad altri, o per lo meno anche ad altri, e in primis ai greci.

La seconda osservazione riguarda il salto di oltre mille anni; si passa dall’impero romano al Rinascimento come se il Medio Evo fosse un periodo oscuro come ci insegnavano alle scuole elementari.

Diceva Luciano De Crescenzo “Il Medioevo è passato alla storia come il periodo dei secoli bui. Nessuno, però, mi ha spiegato chi era stato a spegnere la luce”.

Con queste parole Luciano De Crescenzo aveva ben colto l’idea di Medioevo: un’epoca considerata buia senza un vero motivo, così come sembra considerarla l’autore del video.

Anzi, c’è da credere, per quello che appare dell’intero filmato, che l’autore del video non predilige il Medio Evo perché le grandi personalità di quel periodo non sono tutte italiane, ci sono addirittura gli arabi, gli extracomunitari.

Quelli di allora erano però extracomunitari che avevano inventato lo 0 (zero), l’algebra, la medicina, e tanto altro ancora.

Non starò qui a dilungarmi sulla importanza per la storia dell’Europa di questo periodo, mi preme solo evidenziare che forse l’autore del video non ha ritenuto importanti e degni di menzione i Regni romano-barbarici, la chiesa e il monachesimo, l’Impero bizantino, la nascita ed espansione dell’Islam, il regno dei Franchi e l’impero carolingio, i Vichinghi, Ungari, Saraceni, il Sacro Romano Impero e la Dinastia ottoniana, il sistema curtense, le signorie di banno e l’incastellamento, la società signorile, la riforma gregoriana e i nuovi movimenti religiosi, la formazione delle monarchie nazionali, le crociate e il Mediterraneo bassomedievale, l’arte romanica e l’arte gotica, la cattività avignonese e il grande scisma d’Occidente, la guerra dei cent’anni, la nascita dello stato spagnolo, la caduta di Costantinopoli.

avv. Giovanni Falci

Tutti eventi che hanno condotto a quel Rinascimento che non è sbocciato dal niente e che non ha valore solo perché in Italia ha raggiunto l’acme.

Che senso ha identificare con “arte e cultura” il solo Rinascimento? E per di più quello Italiano.

Non esistono culture o arti superiori esistono solo culture e arti vere.

Il messaggio che passa è quello di un popolo superiore, e sappiamo bene cosa è costato in passato una tale ideologia di superiorità.

I punti critici del video sono 7 e rimando, per motivi di spazio, ad altri articoli l’analisi dei successivi, ora mi preme, in chiusura, solo mettere in guardia i fruitori di tali messaggi dalla funzione ermeneutica degli stessi.

La storia non può essere spiegata a spot, con immagini più o meno suggestive, con le slide, ma necessita di un serio studio delle fonti e una accurata analisi dei fatti e della loro concatenazione; soprattutto la storia non è mai nazionalistica.

Secondo l’insegnamento di Benedetto Croce che condivido, “ogni storia è contemporanea perché la storia consiste essenzialmente nel guardare il passato con gli occhi del presente”; ed allora, alla luce dei problemi del presente, l’attività essenziale dello storico non è catalogare i fatti, bensì darne un giudizio.

Studiare la storia significa studiarne le cause.

Uno storico si pone continuamente la domanda “perché?”. Il nostro autore dello spot ha pensato di dare la risposta: “perché sono italiani”.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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