Aldo Bianchini
SALERNO – Mercoledì scorso, 11 marzo 2020, su questo giornale è stata pubblicata una riflessione sanitaria espressa dal dr. Antonio Napoli (ora in pensione ma per qualche decennio impegnato come medico d’urgenza in alcuni nosocomi di Salerno e provincia) nel contesto dell’articolo titolato “CORONAVIRUS: dalla Sars al Covid … passando attraverso la riflessione giusta e coraggiosa di un medico”; in quell’articolo era stato anticipato, come una premonizione positiva, che alla luce delle decisioni assunte dal governatore De Luca qualche ora fa, suonano come una seria, coraggiosa e ponderata analisi dello stato dell’arte dell’intera sanità italiana.
Il mio amico dott. Antonio Napoli è un medico, non è uno scienziato e neppure un professorone (come ne vediamo tanti sugli schermi televisivi in queste settimane); è pero un uomo, prima ancora che medico, che riesce con lucidità e freddezza ad analizzare tutto quello che lo circonda ed in particolare quello che lo ha circondato, negli ospedali, per decenni. Ecco cosa aveva scritto l’11 marzo scorso in merito all’emergenza sanitaria da coronavirus:
- Il SSN è messo alla frusta perché incapace di creare rapidamente i posti letto necessari; sarebbe sufficiente dimettere i pazienti in attesa di intervento di elezione? Quali protesi di varie articolazioni? O pazienti in attesa di accertamenti o di intervento chirurgico di elezione? Sarebbe possibile allestire rapidamente questi letti per il trattamento intensivo, se fosse possibile approvvigionarsi rapidamente delle attrezzature necessarie, monitor e respiratori a pressione positiva? Sarebbe possibile, se le norme lo consentissero, e costoro che ci “governano” piuttosto che chiuderci in casa, in maniera straordinaria e limitata alla circostanza, potessero sospendere tutte le norme degli appalti e gare e conferire ai Direttori Generali delle Aziende Ospedaliere e delle A.S.L. i poteri di Commissari Straordinari per la gestione di questa “emergenza assistenziale”? Probabilmente nel giro di breve tutti i pazienti bisognevoli sarebbero assisiti serenamente dal personale medico e paramedico, e di emergenza coronavirus non si parlerebbe più! Questo non avviene, per incapacità o per calcolo?
Ebbene il governatore Vincenzo De Luca, nella giornata di ieri, ha ordinato l’esecuzione della prima parte della soluzione suggerita dal nostro medico; speriamo che da domani ordini anche la seconda. Non c’è che dire, un bel successo per questo giornale. Sicuramente il governatore non avrà mutuato il nostro consiglio ma giornalisticamente la proposta l’abbiamo anticipata senza essere né scienziati e né professoroni.
Ma il nostro Antonio Napoli che fa, dopo circa tre giorni, di “io resto a casa” ordinato dal Presidente del Consiglio dei Ministri ? Ecco la risposta diretta ed ineccepibile:
Sempre in casa, in ossequio ai DPCM emanati, tra libri, appunti per relazioni scritti a stilografica, con il piacere di recuperare calligrafia, TV (poca !!), e consultazione di siti ufficiali, ho potuto constatare che il nostro Governatore della nostra regione ha diramato una NOTA DELLA DIREZIONE GENERALE PER LA TUTELA DELLA SALUTE DELLA REGIONE CAMPANIA che recita: “Sono sospesi fino al 6 aprile prossimo i ricoveri programmati sia medici che chirurgici presso le strutture ospedaliere pubbliche, private accreditate e gli ospedali classificati. Possono essere effettuati solo ricoveri con carattere d’urgenza, non differibili. La sospensione è valida per tutti i ricoveri programmati ad eccezione dei ricoveri per pazienti onco-ematologici medici e chirurgici. Tale sospensione vale anche per tutte le attività in libera professione intramoenia”.
Finalmente qualcuno che ha capito come ci si prepara ad una potenziale emergenza, sperando ovviamente che nella nostra regione non si verifichi. L’avessero fatto in Lombardia, in Emilia Romagna, tutto questo pathos non si sarebbe verificato. E mi chiedo: era necessario l’intervento di una delle poche persone di buon senso e praticamente fattive per disporre una così semplice norma, che avrebbero dovuto disporre i Direttori Sanitari delle varie Aziende Ospedaliere? La loro competenza è questa, ma forse contrasta con il “dio utile” detto anche produttività.
“La salute non si produce”, è sufficiente che ogni operatore svolga bene e con competenza il proprio compito. Certo la sanità in Italia ha un costo, ma, ad onta della comune vulgata che non funziona, funziona generalmente benissimo. Ricordiamo appena che la Campania dopo anni si è liberata del commissariamento, con il lavoro, immagino duro, di tante parsone e forse di una in particolare!
Detto questo, a merito della nostra regione, chi legge, sopporterà qualche riflessione che nasce dalla osservazione delle tabelle disponibili sul sito ufficiale dell’Istituto Superiore di Sanità:
Al 12 marzo 2020 si rileva che la massima incidenza di casi mortali si verifica tra i 70 e 90 anni, con 704 decessi, su 785, la fascia di età tra 0 e 30 nessun decesso. Sempre dalla stessa fonte si rileva che l’epidemiologia della influenza stagionale del periodo 2019/2020 ha prodotto n.6.623.000 casi, con una mortalità di 8000 pazienti.
Quello che risalta è l’incidenza di casi per classi di età, parliamo di casi clinici, non decessi perché i dati non sono disponibili, essa è massima tra 0 e 14 anni, questa osservazione andrebbe approfondita, una volta integrata con altri elementi non disponibili. Ma è clamorosamente evidente come il COVID -19 colpisce prevalentemente dai 70 anni in poi e lascia praticamente indenne la fascia tra 0 e 30 anni, mentre l’influenza stagionale all’opposto colpisce massimamente la classe di età tra 0 e 14 anni.
Il perché ora è impossibile, almeno per me, da chiarire, mancano troppi elementi da valutare, Ma basti ricordare che sempre per l’ISS: “Il sistema di sorveglianza prende in considerazione il numero di decessi per tutte le cause perché i dati dei decessi per influenza non sono disponibili in tempo reale. Infatti l’Istat ogni anno codifica tutti i certificati di morte, compresa l’influenza, e ne attribuisce la causa principale, un processo che richiede per rendere disponibili i dati di mortalità per specifica causa mediamente un periodo di due anni.” Pertanto una valutazione oggi non è possibile.
Ancora osservando la distribuzione dei casi di influenza stagionale e di COVID – 19 su territorio nazionale si osserva che l’influenza stagionale interessa prevalentemente le regioni del Centro Italia, mentre il COVID-19 sta interessando prevalentemente le regioni del Centro Nord Italia 12.702 casi su 13.882. Anche questa osservazione potrà essere analizzata quando tutto si sarà risolto e si potranno trarre dati epidemiologici stabilizzati.