Aldo Bianchini
SALERNO – L’articolo pubblicato il 9 febbraio scorso sulla manutenzione degli alberi “della morte” in rapporto al grave episodio di Cava dei Tirreni dove un medico oculista “Gioacchino Mollo”, di 64 anni, stava portando come tutti i giorni il suo fedele Charlie (un cane di razza) a passeggio lungo il viale alberato percorso quotidianamente da anni; all’improvviso la tragedia, l’albero si spezza, crolla, investe e uccide il malcapitato medico; il fido cane rimane vicino a lui per ore, fino al momento della rimozione del cadavere.
Da Cava a Salerno il passo è breve: nella zona di Torrione; ci sono due alberi giganteschi che non vengono mantenuti da anni e anni. In Via Orofino c’è un altissimo salice piangente che con la sua chioma rasenta la sommità di un palazzo di sei piani; da molti anni nessuno, dico nessuno, si interessa alla sua manutenzione; e la cosa sta provocando disagi notevoli. Perché ? perché trattandosi di un salice piangente lascia cadere sul marciapiedi e sulla piazzetta limitrofa abbondante materiale olioso che mette a dura prova il passaggio normale dei tanti pedoni che attraversano quel punto preciso della zona, anche perché da lì si accede all’unica banca esistente a Torrione ed al supermercato ed anche al mercato generale di Via Sabato Robertelli.
Quell’articolo è stato letto dal generale Francesco Lupo che ha inteso così contribruire alla difficile manutenzione degli alberi e del verde cittadino:
“”Ho letto il tuo articolo e come sempre molto preciso nelle informazioni. Da due anni sto combattendo per la situazione degli alberi in Viale degli Svevi a Salerno ma senza risultato. Ho rappresentato il problema all’assessore Caramanno al funzionario del verde pubblico geom. Cusimato e all’assessore Di Maio; purtroppo sono inascoltato. Forse come dice il poeta “in tutt’altre faccende affaccendati ….”; forse solo la voce del giornalista come te può rappresentare il problema. Insomma, mentre il medico studia (amministratori) l’ammalato (cittadino) muore. Territorio non curato proliferano topi serpenti ed altro in una scarpata non curata da 40 anni, alberi che hanno superato i palazzi e questi signori una volta ti dicono che non hanno fondi un’altra volta ti dicono che devono fare la gara e così via. Ti rappresento che i prefabbricati di Fratte Matierno con forte presenza di eternit e quindi di amianto sono ancora lì a quasi 40 anni dal terremoto e loro hanno ricevuto i fondi da anni ma ancora non li rimuovono. A questo si aggiunge la Fonderia Pisano e così abbiamo chiuso. E poi parlano di ambiente””.
Da parte nostra non possiamo aggiungere altro se non un nuovo grido di allarme. Solo per fare un esempio ricordo che qualche giorno fa a Torrione sono stati tagliati e abbattuti tre platani; al responsabile del verde pubblico chiesi cosa avessero previsto per l’albero di sughero e quel gigantesco salice; risposta simile allo zero assoluto.