SANREMO: Cronache sanremesi dal divano di casa. Serata finale

       

di Angela D’Alto

 

Morgan e Bugo

Antefatto. Dalla serata di ieri…

Non bisognerebbe mai dimenticare la massima dello storico allenatore della Samp Vujadin Boskov: ‘partita finisce quando arbitro fischia’. E dunque ieri sera, maledetta me e la mia botta di sonno, mi sono persa il momento topico dell’intero Festival. Roba che non si vedeva dai tempi del tentato suicidio fake di Cavallo Pazzo dal loggione dell’Ariston, con tanto di salvataggio da parte di Super Pippo (Baudo). In sintesi: durante l’esibizione in coppia di Bugo e Morgan, mentre il Castoldi cantava le prime strofe, Bugo ha strappato il testo e se ne è andato via nello sconcerto generale. Un po’ per l’ora tarda, un po’ per la oggettiva non indimenticabilità della canzone, in pochi si erano accorti che Morgan aveva cambiato le parole, insultando il povero Bugo che a quel punto ha fatto una cosa che, diciamocelo, ognuno di noi ha sognato di fare almeno una volta nella vita (soprattutto chi ha avuto la sventura di partecipare ai congressi del PD): alzarsi, dare le spalle a tutti e andare via. Dopo la Brexit, la Bughexit.

Durante la notte , pare che Amadeus lo abbia cercato per tutta Sanremo, citofonando random nelle case alla Salvini maniera e seminando il panico.

Comunque, oggi Morgan ha spiegato che ‘Bugo è un dilettante e il suo management è fatto di farabutti, non reggeva il confronto…‘ e via delirando.

E così ha pensato bene di vendicarsi.

Risultato finale: eliminati dal festival ,ma da ultimi in classifica primi in tendenza , e per Morgan assicurate almeno 25 puntate dalla D’Urso, dove in collegamento da una roulotte spiegherà a tutti che c’è un complotto plutogiudaicomassonico contro di lui e che è colpa, nell’ordine, delle case discografiche, dello Stato, dei poteri forti, delle ex mogli, di  Clarabella e la Banda Bassotti, della buonanima di Sergio Endrigo e un po’ anche di Renzi che c’entra sempre. Garantiti anche tre articoli di approfondimento su Riza Psicosomatica a firma di quell’espertone di Raffaele Morelli.

Archiviato il Bugo-gate, vanno riconosciuti alla kermesse sanremese tre meriti:

-per almeno una settimana, Salvini non ha denunciato nessuno sbarco di  immigrati clandestini;

-per almeno una settimana, Salvini non è stato ospite in prima serata di nessuna trasmissione televisiva;

-per almeno una settimana, i tweet di Salvini (complice anche il down di ieri sera) si sono ridotti del 70%.

Il Governo riparta da Sanremo!

 

Serata Finale

Amadeus e Fiorello

Eccoci alla serata finale, e a ripartire è la gara. Amadeus il bravo  presentatore (preconizzato da Nino Frassica in ‘indietro tutta’) apre la serata con la classifica, che è la risultante della somma dei voti delle prime quattro serate diviso il numero degli uscieri dell’Ariston più raggio per raggio per 3,14. È primo Diodato, i Pinguini sono solo quarti, e Gabbani secondo. Ma noi speriamo nei dati definitivi, che degli exit poll non c’è da fidarsi. Iniziano le esibizioni: Zarrillo, Elodie, Nigiotti ( testo indimenticabile, ripete ‘baciami adesso’ in sette tonalità).

Mara Venier

Arriva sul palco Mara Venier come la zia che si trova a passare, entra un attimo per un saluto e giacché si trova ti spiccia casa. Adrenalinica Irene Grandi-Meg Ryan con la canzone di Vasco e Curreri ‘finalmente io’. Almeno mantiene svegli. Per compensare il momento gradevole, arriva tra capo e collo Diletta Leotta.

 

Diletta Leotta

Ora, c’è da dire che prima di questa settimana non avevo studiato vita e opere di Diletta Leotta, ma lo spietato social gossip sanremese ha mostrato le sue foto, prima e dopo la chirurgia plastica. E non è che io abbia nulla contro la chirurgia estetica, soprattutto se non ti sfigura e da Nina Moric ti trasforma in Michael Jackson. Però, Dilettuccia, il pippone sanremese sulla caducità della bellezza, da te proprio no! La bellezza capita, hai detto. Ma Capita è il nome del chirurgo plastico?

Tiziano Ferro

Scampato il pericolo di un nuovo monologo dilettaleottesco, ci sorbiamo allegramente anche quello di Tiziano Ferro sui quarant’anni. Intanto, qualcuno dovrebbe spiegare a Piero Pelù (canzone niente male), che quell’abbigliamento con giacca da parata militare portata aperta, peli a vista e panza tatuata, più pantalone in plastica non riciclabile e capello lungo simil zozzoso, non fa rock ma giusto un po’ tamarro.

 

Achille Lauro

Peccato. Stupendi i Pinguini, in smoking da pinguini: si spera in una rimonta dell’ultimo minuto. Achille Lauro stavolta è vestito da Elisabetta prima Tudor. Confesso di non capire nemmeno una parola del testo, e potrebbe non essere un male quando invece scorgo un ‘questo amore è panna montata al veleno’. E mi crolla tutto il trasgressive mood. Va detto però che è stato il protagonista più discusso del Festival, e ha diviso a metà l’elettor…ehm, il pubblico. Lo si ama o lo si odia. Genio o fenomeno da baraccone. Poi c’è un 2%(nel quale mestamente mi colloco), che non supera nemmeno lo sbarramento, a cui è indifferente. È mezzanotte, e marzullianamente mi rendo conto che un giorno è finito e un altro è appena cominciato, e col consueto orrore vedo comparire, prima della millesettecentododicesima pubblicità, ‘fine prima parte’. Terrore come quando al liceo, all’ultima ora, la sadica prof di greco sorridendo annunciava: e ora rilassiamoci con una bella traduzione di Plutarco. Consueta standing ovation per Beppe Vessicchio, vera star del Festival, che riesce a smuovere anche quelle cariatidi sedute tra il pubblico. Pubblico che torna prontamente a sonnecchiare accompagnato da un medley soporifero di Biagio Antonacci, che per l’occasione ci regala un arrangiamento ancora più slow e sofferente di canzoni già stracciamaroni. È mezzanotte e mezza, e solo una mega rissa finale tra Amadeus, Fiorello, Tiziano Ferro, l’orchestra e la sala stampa potrebbe dare un senso a questa attesa.Dopo la micidiale sequenza Riky- Giordana Angi- Iannacci, arriva la Lamborghini, vestita sempre da cugina di campagna. Con Rancore si chiude la gara (deo gratias). Finalmente, classifica finale, e col fantatelevoto cambia qualcosa! Sul podio Diodato, i Pinguini e Gabbani, in ordine casuale. Dopo l’endorsement di ieri sera dovrei essere soddisfatta, ma la notizia che da adesso si azzerano i voti ottenuti, e la gara ricomincia fra i primi tre, col solito meccanismo del 33, 33 e 33% più raggio per raggio per 3,14, spegne qualsiasi forma di entusiasmo. A questo punto per me potrebbero vincere anche Morgan e Bugo in contumacia.

 

Tra una gag e una pubblicità, sono le due, il nervosismo tra il pubblico è palese. Talmente palese che non applaudirebbero nemmeno se uscisse sul palco dell’Ariston il Papa per l’angelus della domenica mattina. Inizia ad apparirmi la Madonna.

Finalmente si decreta il terzo posto: Pinguini Tattici Nucleari. E anche quest’anno vinco l’anno prossimo.

Mentre all’Ariston non sanno più chi chiamare per tenere scetata la gente, e mentre il vincitore non è stato ancora decretato, sul web arriva la bomba: Sky lo ha già annunciato nei sottotitoli del tg: è Diodato. I tweet di vari utenti sono dell’1.46, con tanto di immagine allegata. All’Ariston, alle 2,30, ancora nulla. Impazza la polemica. Imbarazzo sul palco.

 

Arriva il momento della proclamazione, con tanto di Sindaco e liturgia classica, e il vincitore della 70 ma edizione del Festival è proprio Diodato! Fuga di notizie? Combine? Questa estenuante edizione di Sanremo finisce così , in una atmosfera surreale, ma come direbbe Marzullo a quest’ora, è davvero finita quando è finita? Magari domani Gabbani fa ricorso al TAR Lazio, che conviene sempre. Andiamo a letto senza nemmeno più quella sola certezza, che partita finisce solo quando arbitro fischia. O forse aveva già fischiato un’ora fa.

Angela D'Alto - autrice degli articoli sulle cinque serate del Festival di Sanremo 2020

Da Sanremo questa volta è tutto.

 

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