GIOVANNA: storia di una regina

Maddalena Mascolo

SALERNO – Giovanna I d’Angiò, regina di Napoli, è stata uno dei personaggi reali più controversi dell’intero dodicesimo secolo che lei attraversò davvero in maniera obliqua e senza scrupolo alcuno.

Nacque a Napoli nel 1327 (circa !!) e morì (qui la data è assolutamente certa) nel castello di Muro Lucano il 12 maggio 1382; qualcuno sostiene, ma senza prove certe, che fu assassinata per affogamento con un cuscino su diretto ordine di Carlo III d’Angiò che dopo di lei prese il trono del regno di Napoli.

Giovanna regnò ininterrottamente dal 28 agosto 1344 al 27 maggio 1357 per soli tredici anni da sola; continuò nel ruolo di regina insieme a Luigi I fino al 1381 per altri ventiquattro anni; insomma da sola a in comproprietà dominò sul regno di Napoli  per ben 37 anni, tra congiure, dissoluzione, ricatti, assassinii e una moltitudine di amanti che di volta in volta le garantivano la sopravvivenza regale.

Durante il suo lungo regno, Giovanna I fu anche contessa di Provenzadi Forcalquier, dal 1343principessa d’Acaia, dal 13731375, e regina titolare di Gerusalemmedi Sicilia, reclamando i rispettivi troni.

 

Giovanna, una donna sicuramente molto ambiziosa che seppe coniugare amore e potere come, forse, nessuna donna prima di lei aveva saputo fare; salì sul trono ad appena 16 anni quando era già famosa per le sue travolgenti passioni amorose.

Già nel 1333, ad appena sei anni, era andata in sposa al cugino coetaneo Andrea d’Angiò, figlio di re Carlo Roberto d’Ungheria; insomma due bambini messi a dormire nello stesso letto.. Donna raffinatissima e viziosa, Giovanna, non andò mai d’accordo con il cugino Andrea che era rozzo ed anche ignorante. Ma la baldanzosa Giovanna non si perse mica d’animo, e già adolescente cominciò a intrattenere una relazione amorosa con un altro cugino, Luigi di Taranto, al quale la legava un sentimento puro e profondo. Ma la relazione rappresentava anche un grosso capitale politico per Caterina di Valois, madre di Luigi e detentrice del titolo di Imperatrice di Costantinopoli, che sperava di portare il figlio sul trono di Napoli.

Ma la storia, ovviamente, sarebbe molto lunga ed anche difficile da raccontare con poche righe di un articolo; lo ha fatto però in maniera magistrale la giovane scrittrice Chiara Ponte nativa di Muro Lucano e, quindi, concittadina della Regina anche se Giovanna a Muro soggiornava soltanto nei periodi estivi e nell’ultimo anno di vita, mentre Chiara è cresciuta nell’incanto di un paese inerpicato sugli Appennini; un paese nel quale i reali di Napoli amavano trascorrere lunghi periodi estivi tra ricevimenti sfarzosi e congiure di castello tanto inestricabili quanto pericolose.

Chiara Ponte ha condotto un lavoro di ricerca particolare e meticoloso intorno alla vicenda umana di Giovanna I d’Angiò che ha appassionato moltissime generazioni di muresi che a turno hanno dibattuto sulla verità storica del regno che aveva la sua fortezza proprio a Muro Lucano, il paese lambito dalla Via Appia Antica voluta dai romani con numerosi tornanti sui quali transitò la fiaccola olimpica di Roma 1960.

Impegnando alcune centinaia di pagine, tutte ben scritte, la giovane scrittrice ha fornito, a mio avviso, la giusta chiave di lettura di un  personaggio femminile inquietante che attraversò in maniera prorompente tutto il dodicesimo secolo che ha lasciato dietro di se un’ombra molto oscura per via di quell’orrenda diceria del suo accoppiamento sessuale con un cavallo che qualcuno, tuttora, indica nella composizione statua-donna in una delle piazze di Palermo che viene sempre ricordata come “Piazza della vergogna”.

Una mera leggenda che prende le mosse, forse, dalla propensione di Giovanna per le relazioni equivoche, fino al punto di incarnare nell’immaginario popolare il modello del vizio. Si racconta che la regina ospitasse nella sua alcova amanti di ogni genere ed estrazione sociale, portati a volte anche con la forza da suoi fedeli emissari e successivamente, per salvaguardare il suo buon nome, tragicamente uccisi appena soddisfatte le sue voglie. La leggenda narra inoltre che Giovanna una volta, presa da una frenetica quanto irrefrenabile lussuria, ebbe l’idea di provare uno stallone, orgoglio e vanto delle scuderie reali e che dopo l’amplesso bestiale provato con il cavallo che però non le diede soddisfazione disse: “Stanca si, ma sazia mai!”

 

Il libro-ricerca di Chiara Ponte, Storia di una Regina, sarà presentato a Salerno nella sede dell’Associazione Lucana “G. Fortunato” (Via R. Di Palo – plesso ex scuola media A. Gatto) nei pressi del Centro Sociale; appuntamento alle ore 18.00 di venerdì 7 febbraio 2020.

L’avvenimento sarà condotto e coordinato dal noto giornalista televisivo Pietro Cusati (segretario dell’Associazione Giornalisti Amici del Vallo di Diano) che tra l’altro chiamerà a leggere alcuni passaggi del libro Alessia Rendina e Felicia Sarcinella.

Le relazioni saranno tenute da Luisa Rendina e Aldo Bianchini; chiuderà la serata l’intervento dell’autrice del libro Chiara Ponte.

Ovviamente i saluti dell’Associazione Lucana saranno portati a tutti i presenti dal presidente Rocco Risolia.

 

 

 

 

 

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