Aldo Bianchini
SALERNO – Due incendi inquietanti hanno contrassegnato la cronaca nera dei primi anni 2000 nella provincia di Salerno; due incendi devastanti anche per le modalità in cui si verificarono e per i luoghi destinati il primo a ricovero per malati di mente e il secondo ad opificio industriale.
- Il 16 dicembre 2001 a San Gregorio Magno scoppia un incendio che avvolge e distrugge la struttura residenziale assistita “ S.I.R.”; muoiono bruciati vivi ben 19 ricoverati affetti da disturbi mentali;
- Il 5 luglio 2006 a Montesano sulla Marcellana scoppia un incendio che avvolge e distrugge un materassificio; muoiono due donne, giovani operaie occupate senza le necessarie tutele assicurative previdenziali.
Le due immense tragedie, rivisitate a distanza di diciotto anni la prima e di tredici anni la seconda, sembrano essere accumunate da un unico tremendo e tragico destino: la porta chiusa a chiave dall’esterno.
Per il rogo di San Gregorio Magno, nel quale morirono bruciati vivi 19 pazienti afflitti da disturbi psichiatrici, l’inchiesta giudiziaria portata avanti dai magistrati di Salerno (p.m. Michelangelo Russo e Maria Carmela Polito) ha accertato, dopo anni di indagini, che la porta esterna della struttura SIR era stata chiusa a chiave (dall’esterno ?) e che per questo motivo molti ricoverati non riuscirono a guadagnare l’uscita per mettersi in salvo.
L’inchiesta ci ha anche detto che al momento del furioso incendio nella struttura non c’era personale medico e/o paramedico; la porta, quindi, molto probabilmente era stata chiusa dall’esterno.
Perché e dove era il personale ? questo l’inchiesta non è mai stata in grado di accertarlo (qualcuno disse che alcuni infermieri erano andati ad una festa nel vicinissimo paese e che altri due erano impegnati in un meeting amoroso in una dependence della Sir) ed alla fine questa domanda è rimasta, purtroppo, senza risposte. Lo Stato si è accontentato delle condanne, irrisorie e per qualcuno anche superficiali se non proprio sbagliate, inflitte ad alcuni personaggi (tecnici e dirigenti dell’Asl per le carenze di controlli preventivi e politici per inadempienze programmatiche) tra i quali il compianto Pierangelo Piegari (notissimo giornalista e Rai) che sfortunatamente al momento del rogo era il sindaco di San Gregorio Magno e che quel giorno, però, si trovava a Roma nella sua abitazione. Una condanna che grida ancora vendetta.
Quella struttura era largamente fatiscente e priva di ogni sistema di sicurezza, eppure forse nessuno ha pagato seriamente per quelle omissioni che, del resto, erano già note ai vertici della Asl. Non solo perché qualche anno prima dell’incendio la stessa commissione regionale ne aveva disposto la chiusura, ma anche perché c’era stata nell’estate del 2000 una denuncia specifica depositata, con perizia giurata, sia all’Asl che per conoscenza alla Procura della Repubblica di Salerno. Una perizia giurata e firmata dal dott. Domenico Belpedio (psichiatra e direttore sanitario della clinica “La Quiete” di Salerno) con annesso speciale televisivo (prodotto, tra tante difficoltà di relazione che resero utile anche la chiamata dei Carabinieri sul posto, da Quarta Rete TV da me diretta), il tutto depositato presso la Direzione Generale della ASL. La perizia non fu presa in nessuna considerazione. Quattordici mesi dopo arrivò puntuale la tragedia e di nuovo con i miei approfondimenti televisivi segnalai l’esistenza della perizia giurata. Niente di niente.
Per il rogo di Montesano sulla Marcellana, nel quale morirono per sopraggiunta asfissia due donne-operaie la storia, se vogliamo, è anche più complicata e che per questo tratterò per sintesi nell’attesa di tempi migliori.
Il materassificio andò in fiamme e tutti i lavoratori (molti dei quali occupati in nero) riuscirono a scappare verso l’esterno ed a salvarsi; soltanto due lavoratrici rimasero all’interno perché invece di fuggire verso l’uscita principale si andarono ad infilare nel piccolo bagno della struttura operativa dove trovarono la morte per asfissia.
L’inchiesta giudiziaria partita dal Tribunale di Sala Consilina e presto approdata anche a Salerno mise in luce il fatto che la porta del bagno era chiusa e che per questo i vigili del fuoco dovettero sradicarla per estrarre i corpi delle due sfortunate donne. Difficile credere che le due donne dopo aver sbagliato la via di fuga ed essersi infilate nel piccolo bagno si siano addirittura chiuse all’interno; non c’è prova, però, che la porta fosse stata chiusa dall’esterno, su questo gli investigatori non hanno mai approfondito più di tanto. Una risposta chiara e definitiva non è mai arrivata; una risposta che potrebbe aprire scenari molto diversi sia sulla dinamica dell’incidente, sia sulle responsabilità dello stesso che al momento sono state scaricate soltanto sulle spalle di Biagio Maceri (titolare di quel piccolo opificio).
Due porte chiuse; sembra essere questo il motivo che ha determinato ben 21 morti.
Facile, oggi, dire che il mistero delle due porte chiuse è il “cold – case” che le comunità di San Gregorio Magno e di Montesano sulla Marcellana si trascineranno nel dubbio per molti anni ancora.