Aldo Bianchini
SALERNO – Ha fatto scalpore, almeno negli ambienti bene informati, l’ultima notizia sul “caso Casalnuovo” (quel giovane deceduto in seguito alla caduta dal motorino a Buonabitacolo il 20 agosto 2011) relativamente al ricorso per Cassazione avverso la sentenza emessa in data 6 maggio 2019 dalla Corte di Assise di Appello di Salerno (prima sezione) con la quale , in sede di rinvio, veniva confermata la sentenza di assoluzione emessa nei confronti dell’imputato (maresciallo dei carabinieri Cunsolo Giovanni accusato di aver scalciato il motorino provocando la caduta e la morte del giovane) dal giudice dell’udienza preliminare presso il tribunale di Sala Consilina (dott.ssa Enrichetta Cioffi) in data 5 luglio 2013.
Ha fatto scalpore perchè per l’ennesima volta molti addetti all’informazione hanno dimostrato assoluta insipienza in una materia, la giudiziaria, che oltre ad una specifica preparazione necessita anche, se non soprattutto, di un’attenta lettura degli atti, prima di sparare “palle mediatiche” buone soltanto a conquistare qualche lettore in più.
La notizia riportata da molti organi d’informazione (carta stampata e online) ha condizionato la grande opinione pubblica che dopo la riconferma dell’assoluzione del maresciallo Cunsolo si è vista inondare dalla cattiva ed errata informazione che sulla base del ricorso proposto dagli avvocati Fabio Alonzi e Cristiano Sandri (difensori degli eredi del giovane Giovanni Casalnuovo), la Corte di Cassazione aveva disposto un nuovo, molto improbabile, rinvio ad una nuova Corte di Assise di Appello.
Ancora una volta sottolineo che la “cronaca giudiziaria” è materia assai difficile, e spesso si cade in errore, soprattutto quando non si leggono gli atti e ci si fida delle veline astutamente scucite da chi ha interesse di indirizzare l’opinione pubblica in un verso anziché nell’altro.
La notizia, che comunque c’è, è di tutt’altro tenore; un attimo di pazienza e continuate a leggere:
I fatti:
a) Il giovane Giovanni Casalnuovo muore la sera del 20 agosto 2011 in seguito alle lesioni riportate nell’incidente.
b) Il giudice Enrichetta Cioffi, in sede monocratica, con sentenza del 5 luglio 2013 assolve il maresciallo e rigetta la richiesta del PM di condanna a nove anni di reclusione.
c) La Corte di Assise di Appello di Potenza in data 21 dicembre 2015 sentenzia la colpevolezza del maresciallo Cunsolo con specifica condanna ad anni quattro e mesi sei di reclusione;
d) La suprema Corte di Cassazione in data 4 dicembre 2017 annulla, con rinvio alla Corte d’Assise d’Appello di Salerno, la sentenza di Potenza;
e) La Corte d’Assisi d’Appello di Salerno in data 6 maggio 2019 assolve in via definitiva il maresciallo Cunsolo confermando la sentenza del gup del Tribunale di Sala Consilina del 5 luglio 2013;
f) In data 24 luglio 2019 i difensori degli eredi del compianto Casalnuovo depositano atto di ricorso per Cassazione utilizzando, a quel punto, l’unico strumento possibile che non è più quello dei fatti ma dell’iter processuale seguito dai giudici nei vari gradi di giudizio; un iter che secondo i difensori risulterebbe in violazione di specifici articoli del cpp.
Dunque il ricorso per Cassazione dei difensori degli eredi di Casalnuovo è un ricorso squisitamente tecnico che la Cassazione, agli inizi di ottobre 2019, ha semplicemente calendarizzato, come doveroso atto dovuto, per il 6 marzo del 2020.
Quindi La Cassazione “non ha annullato con rinvio” (come erroneamente scritto da molte testate giornalistiche, e velocemente corretto da quelle online) per niente la sentenza della Corte d’Assisi d’Appello di Salerno del 6 maggio 2019 ma ha semplicemente ricevuto il ricorso che sarà discusso nel 2020.
I motivi del ricorso per Cassazione, che ho letto attentamente, cercherò di descriverli e commentarli in un prossimo articolo; anticipo soltanto che, ad esempio, i due difensori mettono in discussione finanche la valutazione data dai giudici al valore probatorio di alcune deposizioni fatte da testi dell’accusa. E questo davvero potrebbe portare da nessuna parte il legittimo estremo tentativo del collegio difensivo in nome e per conto degli eredi di Massimo Casalnuovo.