Il piccolo laboratorio Bimaltex di Biagio Maceri brucia ancora dopo il 5 luglio 2006
Montesano sulla Marcellana – Fiamme nei locali del materassificio dove nel 2006 morirono Giovanna Curcio, 15 anni, ed Annamaria Mercadante, 49enne. L’altra sera a Montesano sulla Marcellana è tornato l’incubo di quel 5 luglio, quando tra le fiamme morirono le due operaie della Bimaltex di Biagio Maceri. Per le due operaie la giustizia definitiva è ancora di là da venire. In seno alla Corte di Appello di Salerno non si è formato (per la seconda volta consecutiva) il collegio giudicante e la prima udienza dibattimentale è stata rinviata, tout court, al 6 ottobre prossimo. Una vera vergogna, non c’è che dire!! L’altra sera un incendio si è sviluppato all’interno degli stessi locali. Ad andare a fuoco materiale di risulta rimasto ancora stoccato nella struttura al pian terreno di una palazzina a tre livelli dove avveniva la lavorazione dei materassi. La struttura è stata dissequestrata due anni fa. Ieri sera alcuni operai stavano effettuando dei lavori per conto della vecchia proprietà. Sarebbe stata la scintilla di un flex a provocare l’incendio. Il sindaco Donato Fiore ha annunciata in mattinata che emetterà «un’ordinanza di sgombero del materiale diretta ai proprietari dell’immobile per eliminare definitivamente il problema». Dal 2006 nessuna bonifica è stata mai fatta dei locali. Tutto è rimasto lì. «Gli abitanti della zona –ha dichiarato il sindaco- non possono continuare a vivere con la paura di incendi». Il sindaco di Montesano nel 2006 era un altro. Sorprende la notizia che in un Paese cosiddetto civile i locali, assolutamente inidonei per un insediamento produttivo fuori legge, siano stati dissequestrati e consegnati allo stesso proprietario dell’azienda che provocò la morte di Giovanna e Annamaria. Sorprende ancora di più che quei locali, mai bonificati dopo la tragedia, siano rimasti lì mentre ai piani superiori c’è ancora una scuola pubblica con la presenza di bambini in tenera età. Qui qualcuno sicuramente ci prende in giro, e prende in giro tutto e tutti, dalla Procura ad un semplice giornalista come me che ha fatto di quella tragedia una battaglia di civiltà. Eppure non succede niente, il sindaco dell’epoca ha continuato come niente fosse a far riaprire la scuola ed a consentire la permanenza in quei locali devastati dal fuoco delle attrezzature e del materiale di risulta riconducibili alla proprietà di Maceri. Possibile che i tecnici comunali, i vigili urbani, i funzionari del settore commercio abbiano taciuto, anche nelle carte d’ufficio, tali circostanze. Credo che bisognerà rispolverare il caso e che la Procura di Sala Consilina debba incominciare a prendere in seria considerazione, al di là delle specifiche denunce, l’individuazione delle responsabilità che anche ai neofiti appaiono evidenti e corpose. Tutti coloro i quali che nel 2006 la fecero franca, a causa di indagini superficiali e non approfondite, devono essere chiamati a rispondere delle loro specifiche responsabilità. Solo il caso ha voluto che non si consumasse un’altra tragedia, questa volta però nessuno la deve fare franca. Confidiamo nell’azione del sindaco Donato Fiore Volentini che, almeno dalle dichiarazioni ufficiali, sembra deciso ad andare fino in fondo, anche all’interno della sua stessa amministrazione.