di Angela D’Alto
(vice sindaco del comune di Monte San Giacomo)
ROMA. – Lucia Panigalli è una donna sopravvissuta a due tentativi di omicidio. Il suo ex ha cercato di ucciderla con botte , calci e coltellate. Poi, dopo la condanna a otto anni, dal carcere ha assoldato un sicario per 25 000 euro, per uccidere Lucia. Anche la seconda volta Lucia si è salvata, perché l’uomo ha denunciato il mandante. Ora lui è libero, avendo scontato gli otto anni, ed è stato assolto dalla seconda accusa perché il fatto non è avvenuto. Vive tranquillo a poca distanza dalla donna che ha massacrato una volta , e tentato di uccidere la seconda.
Ieri (18.09.19) Lucia era ospite di Vespa, dopo Renzi. Una donna terrorizzata, ferita, spaurita. Vespa, solitamente molto curiale, appare stranamente sopra le righe sin da subito. Non che ci si aspettasse le faccine alla Barbara D’Urso, ma un minimo di empatia si.
E invece Vespa appare come impazzito.
Le dice che è stata fortunata a salvarsi , che tutto sommato lei è protetta e non ha nulla da temere, le chiede più volte perché ha paura , le chiede perché era stata con quell’uomo, e piu volte , con un sorrisetto beffardo, come se stesse parlando di Pamela Prati e Mark Caltagirone, sottolinea ‘ eh, ma lei ci è stata insieme 18 mesi’. La donna biascica qualcosa. È visibilmente scossa. Vespa parla di ‘amore’, e lei lì ha un sussulto di coraggio e ribatte: questo non è amore. Ma lui, come in preda a trance agonistica, come posseduto dallo spirito di Goebbels, incalza: ‘ma alla fine non l’ha uccisa, signora. Se avesse voluto farlo, lo avrebbe fatto ‘.
Beh, caro Vespa, le dico una cosa: nessuna donna, anche se innamorata di un delinquente, merita di essere pestata a morte . Nessuna donna ‘se l’è cercata’. Mai. Nessuna donna (è la gaffe di Bruno Vespa) violentata, picchiata, ridotta in fin di vita, ‘può stare tranquilla’. Nessuna donna violata e brutalizzata ‘è stata fortunata’. Nessuna.
Si scusi, Vespa. Perché ieri non stava più parlando delle bischerate dei politici italiani. Non aveva di fronte Renzi, Salvini o Gentiloni. Aveva di fronte una donna ridotta in fin di vita, con alle spalle le foto del volto tumefatto, del sangue e delle lacrime. Aveva di fronte la paura, anzi, il terrore. E la dignità di chi denuncia e prova a difendersi. Si scusi, Vespa. Perché forse, ieri sera non era in lei.