di Rossana Larocca
SALERNO – Lo sviluppo dei social nel corso degli anni ha cambiato non solo le abitudini quotidiane ma anche il modo di relazionarsi con la realtà.
Ad esempio la fiction “Il capo dei capi” oppure “Gomorra” traevano spunto da realtà esistenti, venivano raccontate in modo tale da poter incuriosire la più ampia fetta di pubblico.
Chi, invece, per i motivi più disparati si imbatte nei social non può non notare un cambiamento di rotta. Nel 2017 i social sono stati riempiti di notizie circa i meccanismi che ruotano intorno alla “blue while challenge”, un pericoloso gioco rivolto soprattutto agli adolescenti.
I ragazzi venivano contattati attraverso i social e ricevevano istruzioni che inducevano prima all’autolesionismo e poi al suicidio. Il 2018 è stato l’anno di “Momo”, il personaggio rappresentato dalla statua giapponese che spaventava i teen-agers, manifestando comportamenti cruenti, sadici e disgustosi.
Quest’anno è la volta di “Samara”, la protagonista del film horror “The ring”.
Questo personaggio è praticamente uscito dalla fiction, come per incanto, entrando nella realtà, andando in giro per le strade delle città anche italiane a spaventare i passanti.
In questo caso sono delle ragazze che indossano i “panni” del personaggio del film. Nel caso delle fiction ‘Gomorra’ e il ‘capo dei capi’ si è verificato esattamente il contrario.
Al di là del giudizio personale che si possa esprimere su questi fenomeni così largamente diffusi, ho la sensazione che i confini tra realtà e fiction non siano più così ben definiti ma che ci sia una sorta di effetto ‘ping pong’ tra realtà e virtualità.