Il Difensore Civico : un alto funzionario indipendente a difesa dei diritti dei cittadini nei confronti della pubblica Amministrazione

 

La redazione

SALERNO – Dal dott. Giovanni Abbruzzese, noto dottore commercialista del Vallo di Diano e non solo, riceviamo una lunga riflessione in merito alla figura del “difensore civico”,  anche in relazione a quanto accaduto agli inizi del mese di agosto 2019 in tre Comuni della Campania; nei quali improvvisamente è apparsa la figura di tre “commissari ad acta” appositamente nominati dal Difensore Civico Regionale (DCR). Va da se la precisazione che la riflessione inviataci dal dr. Abbruzzese, e da noi pubblicata, rispecchia la linea di pensiero dello stesso commercialista, una linea maturata comunque dopo attento e serio studio delle tante disposizioni che regolano la difficile materia.

 

Riflessione del dr. Abbruzzese:

Il Difensore Civico prima del mese di agosto, e mi riferisco ai tre comuni ove è dovuto intervenire per l’adozione degli strumenti di partecipazione popolare e precisamente Salerno, Sassano e Villaricca, era certamente poco conosciuto. Per intenderci, per istituti di partecipazione s’intendono referendum popolare e diretta streaming delle sedute consiliari Della figura del DCR molti ne ignoravano addirittura l’esistenza. Con la nomina del Commissario ad acta , avvenuta in questi Comuni su nomina del Difensore Civico Regionale, in molti si sono posti il problema di saperne di più e come esso opera nel quadro normativo italiano. Visto l’interesse che tale figura ha suscitato nel dibattito locale e di conseguenza sui social e sui media ho ritenuto effettuare una ricognizione organica di tale figura cercando di rintracciarne i caratteri distintivi pur ammettendo di non essere un giurista ma semplicemente un cittadino che nei quarant’anni di attività lavorativa ha dovuto molto spesso interpretare leggi, decreti quanto essi non sono di facile applicazione. Compito di questo articolo non è polemizzare con gli Enti Locali per la loro inadempienza per la mancata approvazione nei termini dei regolamenti di partecipazione popolare ma chiarirne in parte la sua nascita e quali sono i compiti che la legge gli attribuisce per consentire poi al cittadino una maggiore informazione e per meglio valutare l’operato della Pubblica Amministrazione. In modo approssimativo il Difensore Civico potrebbe essere definito come un alto funzionario indipendente, collegato alla rappresentanza locale, dotato di attribuzioni ispettive e di poteri conoscitivi nei confronti della pubblica amministrazione, portatore delle istanze dei cittadini lesi dall’inerzia della stessa o dai suoi comportamenti illegittimi ed inopportuni. Non volendo andare lontano nella storia ricordiamo solo che tale istituto ha preso a modello l’Ombusdaman scandinavo e in Italia sono stati presentati più di un disegno di legge tra il 1960 e il 1970 che prevedevano un Difensore civico nazionale , quale organo di tutela del cittadino nei rapporti tra questo e l’Amministrazione, con carattere sussidiario ed integrativo rispetto ai rimedi giurisdizionali ed amministrativi esistenti. A livello nazionale vi è stato un gran dibattito ma nonostante siano trascorsi oltre quarant’anni da quando si è incominciato a discuterne esso non ha portato a risultati concreti, fatta salva l’istituzione di figure

avv. Giuseppe Fortunato - difensore civico regionale

similari a quella del difensore civico come l’Ombudsaman bancario o il Garante del Contribuente, con competenze però di tipo settoriale. Diverso è stato l’atteggiamento delle Regioni che, divenute operative dagli anni 70 in poi, hanno inserito nei loro statuti la figura del Difensore Civico. Tanto è avvenuto per le attribuzioni dato loro dall’art.123 della Carta Costituzionale, con l’impegno a darne attuazione con legge successiva. Al momento tutte le Regioni hanno inserito nei loro statuti tale figura tranne la Sicilia. E la Regione Campania come si è comportata nella nomina del Difensore Civico? Certamente non ha brillato il suo comportamento se si è dovuto attendere fino all’aprile del 2018 e solo a seguito di un commissario ad acta con la nomina di Giuseppe Fortunato. La storia , anche qui ha dell’incredibile, in quanto ci sono voluti ben sei anni da parte della Regione a seguito di querelle giudiziaria per avere la nomina prima dell’ufficiale in pensione dell’aeronautica Franco Bianco , ritenuta illegittima per mancata comparazione del curriculum. Nel 2017 con la nuova giunta guidata dall’On Vincenzo De Luca si annullava in “autotutela“ il precedente bando e si procedeva ad una nuova procedura di selezione con la nomina dell’avvocato Francesco Eriberto D’Ippolito. Anche tale nomina e sempre su ricorso di Giuseppe Fortunato veniva annullata dal Consiglio di Stato nominando un Commissario ad acta ” per far modo di applicare la sentenza del consiglio di Stato. Solo al termine del lavoro del Commissario veniva nominato Giuseppe Fortunato. Fin qui alcune precisazioni e ruolo del Difensore Civico, sul quale si sono espressi in molti e non, a mio giudizio, in modo corretto. Un primo punto riguarda l’affermazione che l’azione del DCR “ dovrebbe essere sempre diretta alla risoluzione “conciliata e conciliante”. Credo che prima una diffida di 60 giorni a predisporre l’atto amministrativo e poi alla nomina del commissario “ad acta“ avvenuta non al 61 giorno ma dopo che sono trascorsi ulteriori 180 giorni dalla diffida possa e debba essere definita più che conciliante. Altra affermazione che non condivido e che tale nomina è politica. Essa, invece, è avvenuta dopo anni di battaglie legali tra ricorsi, controricorsi via Tar e Consiglio di Stato. Quest’ultimo ha emesso ben tre sentenze per affermare che la nomina del DCR non può essere ispirata alle logiche di spartizione politica e lottizzatoria, ma deve attenersi al principio del merito e, soprattutto della effettiva comparazione dei “curricula“. Che le nomine fossero politiche ci hanno tentato sia la Giunta di centrodestra che quella di centrosinistra ma per loro non è andata così e di questo i cittadini della Campania non possono non essere contenti di una sentenza del Consiglio di Stato che ha privilegiato il merito nella nomina di Giuseppe Fortunato

Ultima annotazione: nel caso di Salerno vi è stata una interrogazione al Ministro degli Interni, attraverso la Prefettura, da parte di Forza Italia per valutare il “comportamento dell’Amministrazione Comunale che, ancor prima della doppia sospensiva concessa dal Tar ha ostacolato l’attività del Commissario ad acta nominato del DCR”. Va peraltro ricordato, come norma di carattere generale, che una volta avvenuta la nomina del commissario , lo stesso acquisisce la natura di organo straordinario della stessa amministrazione con conseguenza che una volta adottato il provvedimento di nomina e comunicatolo all’Amministrazione, quest’ultima non può più esercitare , essendone stata privata, il potere che costituisce oggetto dell’intervento sostitutivo e del conferimento in via esclusiva al commissario ad acta ( T.A.R. Veneto- sez.1,4 nov.2005). La storia, almeno per Salerno, dovrebbe finire l’11 settembre prossimo quando avremo la sentenza da parte del Consiglio di Stato. Comunque vada, che lo faccia il Comune o il Commissario una cosa è certa: i Comuni di Salerno, Sassano e Villaricca avranno quello strumento obbligatorio, previsto dai loro Statuti, che amplia i diritti dei cittadini per indire referendum popolari, petizioni e istanze al fine di essere in una Comunità a democrazia più avanzata.

 

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