Aldo Bianchini
SALERNO – L’unica novità nel solco della “continuità” è la resistenza del “sistema di potere monteriano” che pervicacemente domina da alcuni lustri il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Salerno che martedì 30 luglio 2019 ha eletto il suo nuovo presidente nella persona dell’avvocato penalista Silverio Sica. Lo affiancheranno in questa avventura 2019-2022 come segretario l’avvocato Valerio Iorio, come vice presidente l’avvocato Cecchino Cacciatore e come tesoriera l’avvocatessa Brunella De Maio.
Parlo di resistenza nella continuità perché, nell’ottica di quello che nel nostro Paese si è radicata come una forma di possesso obbligato e privato delle istituzioni a qualsiasi livello, la stragrande maggioranza del nuovo Consiglio dell’Ordine (18 consiglieri sui 20 presenti, uno della maggioranza era assente) ha richiesto a gran voce l’attribuzione della carica di “presidente emerito” (senza pensare che emerito lo era già per il semplice fatto di aver lasciato la presidenza da vivente) al presidente uscente Americo Montera, come una ulteriore sfida alla sentenza della Corte Costituzionale fatta probabilmente per non consentire proprio a lui, Montera, di candidarsi per l’ennesima volta, e come se nessun segnale di rinnovamento fosse emerso dalle urne aperte il 19 luglio sorso. Ma a queste cose da un po’ siamo abituati; figurarsi che a Salerno ci sono ben tre “arci vescovi emeriti” e in Italia c’è già un Papa emerito e ci avviamo, forse, ad averne presto un secondo.
Il segnale, forte e indiscutibile, c’era stato e come nella stessa maggioranza schierata compatta per Silverio Sica; la sorpresa è uscita dalle urne che hanno decretato la vittoria (in termini di preferenze) della giovane avvocatessa Paola Ianni che ha superato di 35 voti il candidato-presidente Sica. E queste cose, scusatemi se evoca la politica con la P maiuscola, qualcosa pure dicono in materia di riformismo e di rinnovamento che difficilmente vengono deglutite da chi è, invece, aduso all’esercizio del potere in qualsiasi modo esso si esprime. Non è dato sapere cosa sia accaduto in “camera di consiglio” ma stando ai risultati è facile affermare che l’exploit della Ianni nel segreto delle urne non ha avuto nessun peso su un’avvocatura incamminata, anche con il nuovo Consiglio Forense, nel solco della “resistente continuità” verso un lento ed inesorabile declino. Una resistente continuità al cui cospetto, forse, si è inchinata la stessa Ianni che, probabilmente, non ha aperto neppure bocca di fronte allo strapotere monteriano, deludendo i suoi 1.362 elettori ed anche qualcuno dei consiglieri neo eletti.
Finisce così, come tutti i media avevano previsto (sono stato l’unico impertinente ad aver avuto almeno 35 dubbi, tanti quanti erano stati i voti raggranellati in più rispetto a Sica da Paola Ianni) con largo anticipo e con specifico e concreto riferimento alla lobbie che da oltre trent’anni domina in maniera indiscussa la vita e la gestione del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Salerno.
A tutti gli altri 47 candidati non eletti (erano 68 schierati ai nastri di partenza) non rimane altro da fare che sperare nell’azione propositiva, autonoma, indipendente, capace e tenace dell’avvocato Cecchino Cacciatore, forte di un pedigree personale, familiare e professionale di tutto rispetto. L’ottimo penalista nella lunga campagna elettorale ha lottato con tutte le sue forze e vinto alla grande anche contro i ricorsi per una sua presunta “incandidabilità” lanciatagli contro come un missile dall’avvocato Oreste Agosto. L’autonomia e l’indipendenza di Cecchino Cacciatore (più volte dimostrata, come nel caso della Camera Penale) sono al momento l’unica garanzia per un segnale di rinnovamento all’interno del Consiglio dell’Ordine; difatti Cecchino non risponde a nessuna delle logiche che hanno portato il sistema monteriano a convergere su Sica a scontrarsi con la lista «Ex Novo-Avvocati 4.0», guidata da Carmen Piscitelli (alla quale sono andati 2 seggi) e le liste «Avvocatura indipendente», messa in campo da Oreste Agosto, e «Il Faro» di Lucia Ragone che non sono entrate nell’assise forense.
Alla luce di queste considerazioni si può anche affermare che non a caso e non per caso il “sistema monteriano” nel riconfermarsi autorevolmente in sella ha dovuto piegarsi all’unica novità interna e riconoscere a Cacciatore un ruolo che, forse, nessuno voleva affidargli. Col tempo probabilmente sapremo anche se e quante discussioni ci sono state durante l’assise del 30 luglio 2019 e quali sono state le considerazioni che hanno portato Cecchino Cacciatore alla vice-presidenza dell’Ordine.
Sullo sfondo scompare, come fosse quasi cancellata, la figura dell’avvocatessa Paola Ianni, rea di aver superato nel numero delle preferenze raccolte il nuovo presidente dell’ordine avvocato Silverio Sica che dalla sera del 30 luglio siede si sulla poltrona di presidente, ma con al suo fianco l’immarcescibile e molto ingombrante Americo Montera assiso molto comodamente su una poltrona di pari dignità.