Aldo Bianchini
SALERNO – Continuano gli incontri con l’avv. Gaspare Russo (già presidente della regione Campania, già presidente della CCIAA di Salerno, già sindaco di Salerno e già componente del consiglio nazionale delle FF.SS.).
Nell’ultimo incontro abbiamo parlato del famoso o famigerato “Viadotto Gatto” che di recente ha dato notevoli problemi alla città ed all’intera provincia; oggi ci dedicheremo allo scontro in atto tra il Mov. 5 Stelle e l’Autorità Portuale del Mar Tirreno in merito all’assegnazione dei lavori nel porto di Salerno.
Ben 38 parlamentari dei 5 Stelle hanno rivolto al ministro Danilo Toninelli una interrogazione per acclarare se “L’Autorità portuale ha agito legittimamente nell’affidare, tramite convenzione e senza bando di gara pubblica al Consorzio inter-universitario CUGRI per la previsione e prevenzione dei rischi”, l’incarico di monitoraggio delle cosiddette “Deformazioni Gravitative Profonde di Versante (Dgpv) e delle opere d’arte autostradali interessate dalla realizzazione dell’intervento Salerno-Porta Ovest lotto n.2”.
Il problema, si capisce subito, è di una importanza primaria che investe non solo il porto fine a se stesso ma l’intera area circostante (Porta Ovest, Viadotto Gatto, Autostrada, SS/18, viadotti che dal viadotto Gatto portano verso l’autostrada, ed anche lo stesso viadotto che dall’autostrada entra nella galleria del Seminario, ecc.) che potrebbe risultare a grave rischio anche dopo la recente consegna del rapporto tecnico sullo stato strutturale del Viadotto Gatto (direttamente interessato dai lavori di Porta Ovest), le cui risultanze sono ancora segrete, ovvero a conoscenza dell’Ufficio Tecnico Comunale che per ora non parla.
Presidente come vede l’intervento a gamba tesa del Mov. 5 Stelle sulla convenzione tra Porto e Cugri ?
- E’ un fatto politico molto importante perché solleva una serie di problemi che finora erano rimasti marginali. La vicenda sollevata dai 38 parlamentari pentastellati non può essere archiviata soltanto come una vicenda di polemica politica e circoscritta la convenzione con il Cugri.
Presidente, ma allora l’Autorità Portuale poteva fare la convenzione senza bando pubblico ?
- Lo stato di salute del viadotto Gatto non può essere cristallizzato solo con il rapporto tra l’Autorità Portuale e il Comune di Salerno. Dobbiamo andare necessariamente alla cronaca recente. Il corposo dossier di centinaia di pagine consegnato al Comune è per il momento un documento segreto, verosimilmente è un documento che coinvolge le responsabilità di molti altri soggetti, a partire dal Consorzio delle Aree Industriali, che è stato il committente per la realizzazione del viadotto e che allo stato appare come un fantasma, mentre non solo è stato e resta un protagonista, ma nei suoi archivi ci sono o ci dovrebbero essere tutta una serie di documenti utili per inquadrare l’intera vicenda.
Ma il Consorzio non è l’unico fantasma che nessuno finora ha sentito il bisogno di chiamare in causa. La cronaca degli ultimi giorni, il rovesciamento del carico di un tir pesante, che ha determinato sia pure per un breve tempo il blocco della circolazione, dovrebbe farci aprire gli occhi e comprendere e farci comprendere che bisogna chiamare in causa molti altri soggetti pubblici, quali oltre allo stesso Consorzio anche il Comune di Salerno, l’Autorità Portuale, la Provincia, la CCIAA, l’Associazione Industriali, i sindacati portuali, i sindacati in generale e tutti gli altri organismi privati le cui attività gravitano sui traffici in entrata e in uscita dal porto di Salerno. Fra i tanti soggetti distratti appare un po’ strano il silenzio del cavaliere del lavoro Agostino Gallozzi, che è uno dei principali operatori portuali di questi ultimi quarant’anni.
Il vero problema non è l’appalto al Cugri ma la realizzazione della cosiddetta “Porta Ovest”, il traforo a doppia canna che parte da Via Ligea per giungere in sottosuolo fino allo loc. Cernicchiara.
A causa degli scavi nelle gallerie, anche la stabilità dell’autostrada è stata messa a dura prova ed a rischio smottamenti, almeno così sostiene la Società Autostrade Italiane. Bisogna, dunque, porre attenzione severa su queste cose.
Quindi Presidente, l’intervento dei 38 parlamentari bisogna leggerlo come interesse generale e non soltanto specularmente inquadrato in una vicenda amministrativa tra Porto e Cugri ?
- Esattamente, è proprio così. La montagna che sovrasta la galleria è stata già protagonista di molti allarmi e di molti crolli.
Presidente ma perché tutto questo non è stato previsto dai tecnici comunali e da quelli delle imprese esecutrici ?
- E’ una lunga storia. Il progetto originario subì molte modifiche, inducendo il progettista a disconoscere la paternità del progetto. Difatti, come ho già detto in un precedente servizio, il Viadotto Gatto fu costruito negli anni 65/66 ma non rientrava in nessuna opera prevista nel Piano Regolatore Generale (PRG) dell’epoca, in quanto opera strettamente e indifferibilmente necessaria alla vita st3essa della Città, una città che sembrava sempre più stretta nella morsa del traffico commerciale del porto. A questo poi bisogna includere le tormentate vicende delle imprese che si son o succedute nel corso di questi anni, relativa alle imprese appaltatrici.
Come andrà a finire ?
- Se il buongiorno si vede dal mattino non è peregrino attendersi altre sorprese.
Motivi personali mi hanno impedito di leggere e quindi commentare questa intervista del luglio scorso, di cui solo ora vengo a conoscenza.
La circostanziata ricostruzione della vicenda fatta dall’avv. Gaspare Russo, testimone diretto dei fatti che portarono alla realizzazione di quell’opera (il Viadotto Gatto), sta a dimostrare come spalmare le responsabilità e i compiti specifici fra più Enti, a cui immancabilmente vengono poi attribuite fette parziali di attività per comporre il tutto, rappresenta il modo migliore non solo per l’allungamento dei tempi occorrenti per l’attuazione dell’opera, ma anche per rendere estremamente complicata, in caso di esiti negativi, l’eventuale ricerca e quindi l’individuazione degli attori dimostratisi poco accorti nel dare vita ad un manufatto, dimostratosi inidoneo alla bisogna e mal inserito in un contesto paesaggistico e urbanistico di particolare valenza.
Non vorrei essere ripetitivo, Ma in una precedente intervista dello stesso tenore, fu posta all’avv. Russo questa precisa domanda: “Ma quando fu ideato questo benedetto viadotto non era possibile nessuna altra soluzione?”
Non mi pare che la risposta fosse pienamente intonata nei termini in cui era stata posta. Né da parte dell’intervistatore (il dr. Bianchini) ci fu un ritorno specifico sul quesito con una domanda che riproponesse il tema sia pure in termini diversamente formulati.
Mi riferisco esattamente, e ciò per conoscere gli orientamenti dell’epoca, al problema che il porto commerciale di Salerno era privo, e lo è tuttora, di un idoneo collegamento su rotaia con la rete ferroviaria nazionale.
Non rappresentava quindi una soluzione completa e quindi ottimale concentrarsi solo sui trasporti su gomma.
Proprio perché il porto ha una collocazione sul territorio non ottimale, i responsabili nelle varie epoche dovevano impostare la loro azione alla ricerca del modo come sopperire a quella necessità, riconoscendo l’esigenza ineludibile di disporre di una simile infrastruttura, in alternativa alla strada.
invece, ho la sensazione che tutto ciò continua ad essere considerato un tabù di chi è meglio ignorare l’esistenza e quindi non parlarne neppure a titolo accademico o come materia di studio.
Grato se qualcuno mi volesse smentire su quest’ultima affermazione.