da Maria Marsicano
Ci ha lasciato il grande Andrea Camilleri, uomo di cultura e maestro di Vita, uomo rispettoso del valore della famiglia e del valore della moglie, tanto da dire della sua Rosa che era la sua spina dorsale. Uomo di grandissima umiltà, che trasuda persino dal suo desiderio circa la sua morte “Se potessi vorrei finire la mia carriera seduto in una piazza a raccontare storie e alla fine del mio ‘cunto’, passare tra il pubblico con la coppola in mano”. Ciò non certo per i proventi, ma per il contatto diretto con la gente e per emulare e sentirsi vicino agli umili e ai deboli, di cui è stato sempre un agguerrito difensore. Uomo di spicco del Novecento, degno figlio della Sicilia, di cui con le sue innumerevoli opere ha diffuso i veri valori nel mondo, come i suoi conterranei scrittori: Sciascia, Pirandello, Verga, Quasimodo. Tanti suoi predecessori sono restati nella storia per aver fatto guerre, che hanno intriso di sangue il mondo, per dirla con Manzoni dalle Alpi alle Piramidi, egli invece dalla Sicilia al mondo intero ha combattuto pacificamente con il carisma della sua imperiosa parola, che possa come la goccia d’acqua che è capace di scavare la dura roccia, così la sua parola, possa incidere nel cervello degli uomini. Ciao Andrea Camilleri, voce libera e sincera della nostra Italia, rappresenti la concretezza del mio insegnamento teorico, del mio dire agli alunni che la penna può far partorire anche gli uomini, come titola l’articolo il giornale TIPI NEWS “Andrea Camilleri è morto addio al papà di Montalbano”. La tua morte ha scosso, commosso ed emozionato tutti, dal Nord al Sud, unificando l’Italia intera con questi profondi sentimenti.