Gaspare Russo: le origini (4°) … da Sullo a De Mita, passando per la Casa Bianca di Pontecagnano

 

Aldo Bianchini

Gaspare Russo - ritratto di Arnaldo Amabile

SALERNO – Continua il racconto dell’avv. Gaspare Russo (già presidente della Regione Campania, già presidente della CCIAAA e già sindaco di Salerno) sulla sua lunga militanza politica e delle scelte, anche forzate, che a volte è stato indotto a fare o che ha fatto di propria volontà.

Nella precedente puntata eravamo rimasti alla prima conoscenza dell’allora potentissimo esponente nazionale della corrente di base della Democrazia Cristiana (D.C.), On. Fiorentino Sullo, che grazie anche alla pubblicazione del settimanale “Orientamenti” aveva suscitato la curiosità prudente del potente personaggio democristiano.

Presidente nel 1957, dopo il suo viaggio a Mosca per partecipare al Festival Internazionale della Gioventù e dopo aver creato il giornale “Orientamenti”  Lei si incontrò con Fiorentino Sullo. Come andò, quindi, quel famoso incontro ?

  • Io non conoscevo lui e lui non conosceva me, né tantomeno il giornale Orientamenti e i miei collegamenti con il gruppo fiorentino della “corrente di base” guidata da Nicola Pistelli (Pistelli, assessore di La Pira, lucidissima e combattiva intelligenza della Base, la corrente della sinistra dc. Pistelli fu animatore della rivista “Politica” in cui sferzava le destre «Non ho niente in comune con i cattolici fascisti monarchici e liberali, se non il battesimo, mi sento di avere molto in comune con altri battezzati non credenti che portano la tuta del lavoro» e morì nel 1964 a soli 35 anni in un incidente.
    Era papà di Lapo, che è stato vice-ministro degli Esteri, con cui Renzi ha mosso i primi passi
    ). Ho ragione di ritenere che le uniche informazioni sul mio conto in suo possesso non dovevano essere delle più lusinghiere.

L’incontro fu piuttosto cauto. Per non portarla troppo per le lunghe l’on. Fiorentino Sullo mi domandò cosa io volessi e perché avevo voluto incontrarlo.

Io sono abituato a parlare con franchezza, gli risposi che non volevo niente, che mi era sembrato doveroso informarlo delle mie iniziative all’interno della corrente di base, della quale lui era il leader nazionale.

Aggiunsi anche che ero andato non per chiedere, ma per dare.

Sullo rimase un po’ sconcertato e mi congedò dicendomi di continuare e di rivederci dopo qualche mese.

era nato a Paternopoli, in provincia di Avellino, da genitori di Castelvetere sul Calore. Laureato in giurisprudenza e in lettere, fu eletto all’Assemblea Costituente nel 1946 per la Democrazia Cristiana. Da allora fu rieletto ininterrottamente per sei legislature, fino alle elezioni politiche del 1976 in cui decise di non ripresentarsi. Sullo fu uno dei padri della Democrazia Cristiana non solo in Irpinia, ma anche sul piano nazionale. Contribuì all’affermazione del partito in anni assai difficili. Nell’immediato dopoguerra, il peso delle destre riusciva spesso a frenare le aperture alla società civile di cui Sullo si rendeva promotore. Considerato uno dei capi storici della sinistra democristiana, fu sottosegretario alla Difesa nel governo  Scelba (19541955) e all’Industria e commercio nel I governo Segni (19551957) e nel governo Zoli (19571958). Sottosegretario alle Partecipazioni statali nel II            governo Fanfani (19581959) e nel II governo          Segni (19591960).  Nell’arco di questo lungo impegno parlamentare ottenne diversi ulteriori incarichi di             Governo: Il 25 marzo         1960 fu nominato Ministro dei trasporti nel governo Tambroni, ma l’11 aprile decise di dimettersi insieme ad altri due ministri (i colleghi Pastore e Bo), dal         momento che il governo aveva ottenuto la fiducia solo grazie all’apporto determinante dei voti del Movimento Sociale Italiano. Fu Ministro del lavoro e della previdenza sociale nel III governo Fanfani (19601962) e il Ministro dei        lavori pubblici nel IV governo Fanfani (19621963) e nel I Governo Leone (1963).

On. Fiorentino Sullo e signora

NOTE: Fiorentino Sullo

E vi rivedeste ?

  • Si, in altra sede, presso lo studio di un avvocato di Avellino, dove Sullo aveva trasferito la sua segreteria politica. Ricevetti un invito a partecipare ad una riunione politica presso la sua segreteria con altri esponenti della D.C. provinciale, in prevalenza sindaci del Cilento, che erano stati beneficiati da Sullo per interventi nei rispettivi paesi.

Una riunione imbarazzata e non produttiva. L’iniziativa di Sullo era finalizzata alla creazione della corrente di base in provincia di Salerno.

Quasi tutti i sindaci manifestarono la loro disponibilità al sostegno elettorale dell’on. Sullo, ma fecero presente le loro difficoltà a causa degli equilibri esistenti in provincia e nei loro comuni a schierarsi politicamente.

Alla fine gli unici due partecipanti politicamente orientati per la corrente di base risultarono il dr. Alfonso Romano di Mercato San Severino (vice segretario provinciale della DC di Salerno) e il sottoscritto, che a quel momento era sostanzialmente fuori dalla DC.

Ma la vostra scelta era spontanea e naturale o era una strategia per entrare nelle grazie del potente deputato Sullo ?

  • Era una naturale conseguenza di miei rapporti fiorentini e delle mie iniziative politiche, che non avevano alcuna necessità e bisogno dell’aiuto di Sullo.

Allora fu quella vostra autonomia a colpire l’immaginario di Sullo fino al punto di cooptarvi nel suo progetto politico ?

  • Sullo non mi offrì alcuno aiuto, né io tantomeno lo richiesi. A quel punto la creazione della corrente in provincia di Salerno era limitata ad Alfonso Romano e a me e ad alcuni simpatizzanti dell’on. Sullo operanti politicamente in provincia.

Ed a quel punto, Presidente, cosa accadde ?

  • Diversi mesi dopo ricevetti un invito ad incontrarmi, sempre nella segreteria di Sullo, con i simpatizzanti salernitani esistenti in provincia della corrente di base.
On. Ciriaco De Mita

Con la partecipazione di Ciriaco De Mita (segretario provinciale della DC di Avellino), sempre con l’obiettivo di organizzare la presenza politica della corrente in provincia di Salerno.

Fu un incontro di tipo kafkiano, che tenni solo per favorire la conoscenza tra i simpatizzanti ma che non produsse risultati concreti.

A questo punto bisogna ricordare che la politica in provincia di Salerno era influenzata pesantemente dall’ on. Carmine De Martino e dai deputati che erano stati eletti nelle elezioni del 1958, in particolare l’on. Vincenzo Scarlato, che aveva aderito alla corrente di base, l’on. Bernardo D’Arezzo legato all’on. Amintore Fanfani, all’on. Alfonso Tesauro legato all’on. Fernando Tambroni, all’’on. Francesco Amodio di Amalfi, pure legato all’on. Tambroni a livello nazionale, e l’on. Nicola Lettieri come personaggio emergente della DC provinciale.

Può darsi che mi sfugga qualche altro.

De Mita riferì a Sullo della riunione e per quanto io ne sappia gli disse che gli unici sui quali si poteva fare politicamente sicuro affidamento eravamo Alfonso Romano ed io, tenendo naturalmente conto del ruolo e del peso politico dell’on. Vincenzo Scarlato.

E questo fu l’inizio dei miei rapporti diretti con De Mita, che a quel punto non erano mediati da nessun altro.

(Salerno, 6 marzo 189829 marzo 1963) è stato un politico e imprenditore italiano. Fondatore e proprietario della SAIM (Società agricola industriale del Mezzogiorno)[1], attiva nel settore farinaceo e tabacchicolo, De Martino fu sottosegretario con Alberto Folchi del Ministro degli affari esteri Giuseppe Pella, durante la II Legislatura e la III Legislatura, sotto i governi Zoli (con delega all’emigrazione) e Segni[2].
Nel 1950 con Giovanni Pallastrelli criticò la legge stralcio della riforma agraria[3]. Nella stagione calcistica 1956-1957 fu presidente della Salernitana, rilevandola e salvandola dal fallimento in seguito alla messa in liquidazione.

On. Carmine De Martino

NOTE: Carmine De Martino

Quindi rappresentavate un’anomalia, come avete già detto, negli schemi politici dell’epoca fatti e gestiti in maniera padronale senza concedere alcuna autonomia agli aderenti o aspiranti ?

  • Io ero un’anomalia nella vita politica salernitana e lo sono sempre rimasto, perché non ho mai rinunciato alla mia libertà e all’autonomia dei comportamenti e delle scelte.

Ero una piccola corrente che definirei “russiana”, le vicende successive all’interno della DC sono complicate da raccontare, perché nel corso degli anni si sono verificati molti cambiamenti.

Cerco di spiegarmi.

Ne ricordo uno dei più significativi, la rottura dei rapporti ad Avellino tra Sullo e le sue creature (De Mita, Mancino, Gargani, De Vita ed altri).

La rottura dei rapporti tra Sullo e i suoi delfini favorì la vostra ascesa nella considerazione politica del ministro ?

  • E’ una lunga storia, io restai dove ero. E questa posizione nel corso degli anni, con una transumanza tra correnti e sotto correnti, non mi è stata di giovamento.

Alla prossima puntata.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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