Race for the cure … vent’anni dopo, con Pina e Luciano

 

 

Aldo Bianchini

 

SALERNO – In occasione della celebrazione del ventennale della famosa manifestazione denominata “Race for the cure”, tenutasi a Roma dal 16 al 19 maggio 2019 sotto una pioggia battente, ho avuto modo di assistere (comodamente seduto in poltrona) alla messa in onda su Rai/1 della nota rubrica “Sottovoce”, intermezzo televisivo rilassante e rigenerante, condotta da Gigi Marzullo nella notte tra il 29 e il 30 maggio scorso.

Ospite della trasmissione il noto prof. med. Riccardo Masetti (primario di chirurgia generale del policlinico universitario Agostino Gemelli di Roma e responsabile della divisione di senologia) che con un aplomb del tutto particolare, cordiale e comprensibile è stato capace quella notte di bucare il piccolo schermo per sedersi nel salotto di milioni di italiani per spiegare, con parole assolutamente non tecniche e con una dialettica alla portata di tutti, qual è stato il “senso della prevenzione” che lui vent’anni fa ha scoperto e studiato negli Stati Uniti d’America e trascinato fino a Roma tra tante incomprensioni, difficoltà e contrasti, per dare all’americana “Race for the cure” una immagine ed una veste completamente italianizzata e adeguata, senza alcuna sottrazione scientifica, alle risorse umane ed alle strutture professionali esistenti nel nostro Paese.

La mia attenzione è stata calamitata dal racconto cordiale, umile e umano che il primario ospedaliero ha snocciolato su se stesso, sulla sua giovinezza e sulle sue aspettative sportivo-calcistiche sfumate per una piccola e fastidiosa anomalia cardiaca poi brillantemente superata.

Devo confessare che quel racconto mi ha tolto completamente il sonno che a quell’ora tarda (intorno all’una e trenta della notte) comunque cerca di farsi strada in ognuno di noi.

Appena tornato dagli USA dove aveva vissuto dai sette ai tredici anni si era dato al calcio ed era stato selezionato dalle giovanili del Milan, poi sottoposto allo stressante pressing del padre aveva preferito studiare con profitto in uno dei licei più rivoluzionari della capitale e laurearsi in medicina con il massimo dei voti; in breve, Riccardo Masetti, da possibile calciatore famoso si è ritrovato nei panni di famoso medico e docente universitario ed anche, per non perdere il vizietto del calcio, di tifosissimo incallito della Roma, di Totti e di De Rossi.

Sposato con una programmista Rai e padre di tre figli (uno musicista, uno commercialista e l’ultima prossima dottoressa in medicina) ha compiuto il suo capolavoro terreno con “Race for the cure” che dalla prima edizione con cinquemila iscritti è passata agli 81mila iscritti di quest’anno con i festeggiamenti del ventennale.

Nel corso di tutta la trasmissione ha avuto la capacità di parlare di un male terribile come il cancro al seno (che non risparmia neppure qualche caso al maschile) con una tale semplicità fino al punto di farlo apparire meno pericoloso e più curabile di quello che sembra; in un Paese civile come il nostro, che può vantare un sistema sanitario che neanche in America è pensabile, la lotta contro il cancro al seno -ha detto- è destinata ad una vittoria completa e fino al 100%; per coprire l’ultimo 10% che ancora rimane per il raggiungimento dell’obiettivo finale è necessaria l’applicazione di una sistematica, coscienziosa e forte prevenzione che deve essere instillata in tutte le donne fin dall’età dei vent’anni attraverso ecografie annuali per arrivare alle mammografie, sempre annuali salvo diversa prescrizione, dopo i quarant’anni.

Il campo è immenso e il seme della cultura della prevenzione non ha ancora trovato facile attecchimento; bisognerà insistere e battagliare per raggiungere risultati anche superiori a quelli attuali già di notevole riguardo; in questo e per questo la manifestazione ideata dal prof. Riccardo Masetti deve crescere di anno in anno anche perché, come per l’edizione di quest’anno, ad essa si è avvicinato addirittura il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella che ha ricevuto al Quirinale il prof. Masetti accompagnato da una delegazione di trenta persone.

Nell’immensa folla del Circo Massimo, nonostante la pioggia torrenziale, tra gli oltre ottantamila presenti il giorno 19 maggio 2019 c’era anche una delegazione del Vallo di Diano pilotata da Pina Biancamano e Luciano Lo Guercio (di Sassano) che da molti anni si distinguono in tutto il comprensorio valdianese (e non solo) per il loro spirito umanitario, solidale e disponibile verso il prossimo, ma anche per l’attenzione che pongono nei confronti della prevenzione sanitaria in genere e delle grandi manifestazioni locali e nazionali.

Lo spirito di solidarietà che muove i coniugi Biancamano-Lo Guercio, anche attivi organizzatori dei viaggi verso il santuario di Lourdes, è in definitiva lo stesso che da sempre muove l’azione umana e scientifica del prof. Riccardo Masetti che, tra l’altro, ha toccato con mano il degrado della medicina africana, una terra in cui sicuramente ritornerà a fine carriera per dare il suo contributo personale, professionale e scientifico nell’ottica della crescita e del rilancio di quelle esigenze sanitarie primarie; d’altronde “Race for the cure” serve anche a questo.

E mentre si stanno spegnendo i rumori della grande manifestazione di Roma ecco arrivare dall’American Society of Clinical Oncology di Chicago l’altrettanto grande notizia del “Ribociclib”, il primo inibitore CDK4/6 atto a garantire una sopravvivenza  del 70% delle donne affette da un cancro al seno in fase acuta ed avanzata.

One thought on “Race for the cure … vent’anni dopo, con Pina e Luciano

  1. Bravo direttore!
    Puntuale, preciso, conciso.
    Ma la solidarietà continua…
    A presto, Luciano

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