Da Dr.Alberto Di Muria
Padula-Dopo gli entusiasmi degli scorsi decenni, gli studi recenti tendono a ridimensionare di molto il ruolo degli Omega-3 nella prevenzione delle malattie cardiovascolari. E un contributo pesante al dibattito lo aggiunge l’ultima revisione di studi del Cochrane Heart Group, di cui sono stati appena resi noti i risultati: consumare Omega-3, di per sé, influisce poco o nulla sul rischio di morte in generale, sul rischio di malattie cardiovascolari, ictus e infarti.
Gli Omega-3 sono degli acidi grassi polinsaturi presenti in vari alimenti, soprattutto nel pesce, nei crostacei, nelle noci, nelle mandorle, in vari tipi di semi, come girasole, lino e canapa, e di oli vegetali. Sono detti “essenziali”, perché per stare in salute dobbiamo introdurli con il cibo che mangiamo. Alcuni importanti studi, nel tempo, hanno consolidato l’opinione che costituiscano un utile presidio contro le malattie cardiovascolari, in grado di ridurre il rischio di infarti e ictus, ridurre il rischio di morte precoce, abbassare i livelli di colesterolo e di trigliceridi. Da alcuni anni, indagini più rigorose dal punto di vista del metodo hanno invece raffreddato le speranze.
Ora è arrivato i resoconto di quella che probabilmente è la più ampia e aggiornata revisione degli studi in materia. È stata firmata dal gruppo di lavoro della Cochrane Collaboration. I ricercatori hanno preso in esame 79 studi che hanno coinvolto 112.000 persone, tutti con l’obiettivo di valutare gli effetti sul cuore e sul sistema circolatorio di un maggior consumo di Omega-3 rispetto a un consumo inferiore o nullo. La maggior parte di tali studi riguardava l’uso di supplementi o integratori a base di Omega-3.
I risultati dello studio sono stati che aumentare le quantità di omega-3 non ha effetti degni di nota sul rischio di morte per tutte le cause, né sul rischio di eventi cardiovascolari, probabilmente neppure sul rischio di malattie coronariche. Si riduce leggermente la quantità di trigliceridi nel sangue e aumenta il livello di colesterolo HDL. Aumentare le quantità di omega-3 non sembra portare benefici particolari, se non un leggero calo del rischio di eventi cardiovascolari, mortalità coronarica e di alterazioni nella funzionalità cardiaca. Per avere un’idea quantitativa, ogni mille persone che aumentano la quantità di omega-3 nella dieta, una ne trae beneficio reale.
Alle stesse conclusioni è giunto lo studio ASCEND, pubblicato nel New England Journal of Medicine , un esteso e lungo trial che si è proposto di valutare l’efficacia dell’aggiunta di acidi grassi omega-3 nella riduzione della mortalità, degli eventi vascolari e dell’incidenza di cancro in pazienti a rischio come quelli diabetici.