Aldo Bianchini
SASSANO / LAURIA / SALERNO – Quello del 16 marzo scorso è stato un sabato ad alta concentrazione di leader politici in uno spazio piuttosto ristretto, come da tempo non si vedeva.
A Sassano (Sa) c’era Renzi con il suo libro “Un’altra strada”, a Lauria (Pz) c’era Salvini con la sua straripante veemenza e a Salerno c’era De Magistris con pochi fan in ossequio alle regole di partecipazione imposte dal sistema deluchiano.
Cominciamo da SASSANO dove un vero bagno di folla ha accolto l’ex premier Matteo Renzi (giunto in compagnia dell’inseparabile on. Maria Elena Boschi, appositamente giunta da New York) per assistere alla presentazione (unica tappa in provincia di Salerno) del suo ultimo lavoro letterario “Un’altra strada” che è quasi come un vademecum per il grande ritorno di “Matteo in campo”. Peccato che per ospitare una tappa del suo tour l’ex premier pretenda l’acquisto preventivo di almeno 500 copie del suo libro da parte degli organizzatori che poi dovranno, in proprio, provvedere a venderle; ovviamente questa è una brutta indiscrezione (mi auguro non vera) che è trapelata dalla stretta maglia organizzativa che l’ottimo sindaco di Sassano e presidente del Parco Nazionale, Tommaso Pellegrino, ha messo in piedi per la celebrazione dell’evento che, piaccia o meno, ha segnato anche il suo personale ritorno sulla scena politica nazionale. Nel precedente articolo (quello di presentazione dell’evento) chiedevo a me stesso se la mossa di Pellegrino sarebbe sfociata in un successo di chiaro stampo politico in funzione di una logica proiezione parlamentare del sindaco sassanese. L’avevo definita una sfida e sfida è stata; il bagno di folla, la presenza di quasi tutti i sindaci del Vallo e molti del Cilento (notata l’assenza soltanto di Padula, Buonabitacolo, Montesano e Sala Consilina) e i consensi raccolti in molti ambienti istituzionali mi consentono di affermare che Tommaso Pellegrino ha vinto alla grande la sua sfida e che da sabato scorso è sicuramente ritornato in perfetta sintonia con il leader nazionale Renzi del quale è stato fermamente e lealmente alleato fin dalla prima ora. E’ sufficiente pensare ai risultati delle primarie del 25.11.12 e dell’ 8.12.13 per capire come Pellegrino sia riuscito a ribaltare quel 60,9% raccolto da Bersani nel 2012 in un fantastico 67,55% in favore di Renzi nel 2013; e questo soltanto a Sassano e come era legato al suo leader nazionale.
Nel corso del suo intervento (per rimanere a Sassano) Matteo Renzi ha tra l’altro dichiarato: “Non possiamo vivere di paura. Non possiamo certamente accogliere tutti, ma bisogna costruire occasioni nei Paesi che vivono un disagio. Non dobbiamo rassegnarci al salvinismo, a vivere nel terrore. Salvini non ha ideali fissi, li cambia a seconda del momento chiave. Odiava il Sud ma oggi si fa coccolare a Napoli, mette la divisa della Polizia ma è l’unico politico condannato per oltraggio a pubblico ufficiale. Tra 10 anni lo troveremo volontario su una nave Ong“. Un attacco durissimo che non poteva evidentemente rimanere senza risposta.
Difatti quasi negli stessi minuti, che Renzi lanciava la sua accusa contro Salvini dal palco del cine-teatro Totò di Sassano, Matteo Salvini dalla piazza centrale di LAURIA stracolma di gente osannante ha risposto in maniera indiretta e surrettizia: “Calma, non applaudite molto; rischiamo di svegliare dal trentennale letargo l’on. Gianni Pittella e l’intero Partito Democratico che proprio oggi è sceso in massa in quel di Sassano”.
Non è dato sapere se qualcuno ha provveduto ad avvertire Renzi della battuta feroce lanciata dal suo acerrimo avversario politico.
A Lauria (Pz) è stato registrato, comunque, un successo indiscusso del leader della Lega che proprio dal “calvinismo” denunciato da Renzi sta ottenendo grandi e impensabili consensi. Naturalmente ne sapremo qualcosa in più subito dopo la chiusura delle urne, domenica 24 marzo, per le elezioni regionali della Basilicata. Una regione in cui da oltre trent’anni il centro-sinistra ha dominato in lungo e in largo e che in questo giro rischia di passare la mano nonostante i rigurgiti di crescita evidenziati dai sondaggi nazionali in favore del PD dopo la nomina a segretario nazionale di Nicola Zingaretti (fratello del mitico commissario Montalbano).
Sempre sabato 16 marzo scorso a SALERNO si è, invece, rivisto niente meno che il sindaco di Napoli Luigi De Magistris scortato dal suo fedelissimo salernitano Dante Santoro (consigliere comunale) per parlare di una delle questioni che sta tenendo alta l’attenzione nelle ultime settimane. L’appuntamento è stato celebrato presso la sala San Leopoldo del Chiostro del Convento dei Frati Cappuccini di piazza San Francesco a Salerno. “E’ stata l’occasione per sviluppare il tema dell’autonomia e il rapporto con il Sud”, ha spiegato ai presenti il consigliere comunale e provinciale di demA, Dante Santoro, organizzatore della manifestazione-dibattito: “Un momento di riflessione e di dibattito per affrontare al meglio un tema particolare che segna il nostro futuro ed il futuro delle nostre comunità”.
Ma De Magistris, come nel suo costume, non si è limitato alla presenza di sabato scorso; è tornato a Salerno l’altro giorno presso l’Università di Fisciano insieme al direttore del Corriere della Sera, Luciano Fontana, per sviluppare un’intera giornata di studio con molti universitari e sempre sul tema della minacciata “autonomia differenziata” tra nord e sud.