di Angelo Giubileo
Il voto in Abruzzo, pur essendo di tipo amministrativo-regionale, dice molto sull’attualità dell’intenzione di voto politico nel paese. La proposta unitaria del centrodestra vince senza indugio, conquistando da sola quasi il 50% dell’elettorato, per mezzo inoltre di un candidato governatore che è espressione del partito Fratelli d’Italia. In estrema ragione, direi che il voto esprima e confermi senza più alcun dubbio l’attuale trend politico legato alla logica politica piu’ forte dell’interventismo e gestione del potere, che subentra ad anni di gestione viceversa acquiescente, di spinta gentile e tutto sommato potremmo dire “politically correct” di gestione del potere medesimo. Ricorderei a tale proposito che lo slogan della candidata governatrice del Movimento Cinquestelle è stato appunto quello di una, anzi “la forza gentile”.
In un mondo che cambia, tutto quanto stiamo dicendo avrebbe dovuto essere o sembrare scontato almeno per molti. Ma, non così è sembrato all’opposto e nell’opposta area che raggruppa in qualche modo gli schieramenti di centrosinistra; e ciò, soprattutto in considerazione del fatto che il sistema di governo, a differenza del sistema parlamentare, resta bipolare e quindi al fine della gestione del potere è sbagliato sottolineare che oggi saremmo piuttosto in presenza di un sistema tripolare o tripartitico formato da un centrodestra un centrosinistra e il Movimento Cinquestelle. Prova ulteriore ne è che, all’esito del voto di un anno fa ormai, il governo è oggi presieduto da un’alleanza Lega-Cinquestelle, il cui consenso è ancora politicamente stimato intorno al 60%. E il voto dell’Abruzzo direi che confermi oltremodo questo dato, se appunto sommiamo i voti del centrodestra ad almeno parte dei voti riportati dal Movimento.
Un’ultima annotazione politica riguarda il voto riportato dalle singole liste. Non c’è dubbio che la transizione storica – da due schieramenti di centrosinistra e centrodestra guidati rispettivamente da Pd e FI – sia confermata e avvalorata in direzione di due nuovi e opposti schieramenti, rispetto ai quali se da una parte le forze di partiti tradizionali (Lega e anche Fratelli d’Italia, che conquista per sè un governatorato che viceversa fino a ieri era ad appannaggio del Pd) assumono maggiore forza di governo e potere di decisione, dall’altra parte si tratta quasi esclusivamente di forze di movimento (Cinquestelle e liste civiche, oltre a un Pd che raggiunge un modestissimo 11%). Pertanto, anche riguardo a ciò, l’espressione politica del voto mi sembra del tutto chiara e trasparente, e indicativa soprattutto per chi a sinistra e in particolare nel Pd intenda intraprendere un nuovo percorso, a questo punto necessario, fatto di nuove alleanze e condivisioni.