Aldo Bianchini
PADULA – Come per l’articolo pubblicato il 12 gennaio scorso anche per questo ho utilizzato il punto di domanda alla fine del titolo. Un punto necessario per chiarire che quello che sto scrivendo è, ovviamente, una posizione interpretativa dello scottante argomento e non certamente una risoluzione del problema che comunque resta intatto sul tappeto; cioè il concorso indetto e espletato dal Comune di Padula per due posti, uno per “esecutore amministrativo” a tempo indeterminato e parziale al 50% (categoria B, posizione economica B1) e l’altro per “operatore amministrativo” a tempo indeterminato e parziale al 50% (categoria A, posizione economica A1); undici i concorrenti per il primo, dieci per il secondo.
Come è chiaro il concorso era diretto ad offrire due posti di lavoro ai tanti diversamente abili, del comprensorio valdianese, mettendoli a concorso per rimanere, secondo la volontà delle due commissioni (almeno credo), nell’ottica della massima trasparenza e legalità per una pubblica amministrazione abituata da qualche tempo all’osservanza pedissequa della legge.
Ma è proprio la legge che regola l’attribuzione di posti pubblici ai diversamente abili che, come capita spesso in questo Paese, si apre almeno a due linee interpretative. La legge non è chiarissima e, dunque, le due commissioni che hanno prima disciplinato i bandi di concorso e poi esaminato i vari candidati potrebbero essersi trovate di fronte ad un bivio: far concorrere tutti ed esaminarli attentamente e rigorosamente (come è stato fatto) o assegnare i posti secondo la specifica graduatoria che bisognava costruire sulla base della percentuale delle effettive invalidità di cui ogni potenziale concorrente era portatore, e quindi procedere all’assunzione diretta.
Sarebbe, forse, stato meglio non effettuare il concorso scegliendo d’autorità la linea interpretativa da seguire interpellando, in una sorta di autotutela, qualche esperto in materia.
Da qui la convinzione che, al di là delle inclementi condizioni atmosferiche e ambientali, il concorso era meglio non farlo con tanta ostinata velocità.
Sono ritornato sull’argomento perchè in chiusura del precedente articolo avevo previsto, quasi annunciato, qualche ricorso contro il concorso e la sua graduatoria finale per entrambi i posti a tempo indeterminato attribuiti a S.G. e B.M.G.
Sembra, difatti, che sia in arrivo uno specifico ricorso da parte dell’unico candidato danneggiato dalla scelta effettuata dalle Commissioni nell’aprire i due concorsi a tutti i portatori di invalidità che ne avessero fatto richiesta; da un lato l’atteggiamento della pubblica amministrazione di Padula sembra essere stata decisamente orientata verso la scelta più democratica che ha messo tutti sullo stesso piano, dall’altro lato se la linea da seguire dovesse risultare l’altra (cioè l’attribuzione di almeno uno dei due posti in maniera diretta) è facile intuire che detto atteggiamento potrebbe aver seriamente danneggiato e precluso le aspettative dell’unico candidato che è portatore del massimo delle invalidità e che doveva essere assunto direttamente.
A deciderlo, ovviamente, sarà un giudice eventualmente chiamato in causa attraverso una specifica denuncia che sembra (il condizionale è d’obbligo) poter essere depositata nelle sedi competenti nel giro di qualche giorno; il concorso è stato espletato il giorno 11 gennaio 2019 e quindi l’eventuale candidato, se ritiene di essere stato danneggiato, ha ancora tutto il tempo necessario a sua disposizione.
L’argomento è da seguire molto attentamente, e questo giornale cercherà di farlo con puntualità e assoluta indipendenza.